
L’Abruzzo va alle urne con il cuore infranto. Sono ancora nitide le immagini della fiaccolata a L’Aquila per ricordare le 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009 che distrusse la città ed altri 56 paesi del circondario. Il simbolo resta piazza Duomo dove alle ore 3,32 la scossa fatale rase al suolo la “Casa dello studente” facendo otto vittime. Quanto inciderà nella valutazione dei cittadini la mancata ricostruzione dopo cinque anni di pene e sofferenze? Lo spettacolo offerto dai partiti in questi anni non invoglia alla fiducia. Secondo la maggioranza dei sondaggi si dovrebbe registrare una forte astensione al voto, tenuto anche conto che le Europee non attraggono molto gli elettori.
Dei tre schieramenti che si contendono la poltrona da governatore il Partito Democratico parte con il favore dei pronostici ma supera appena il 30 per cento, a cui si aggiungerebbero i voti di Sel di Nichi Vendola (4%) e di Scelta Civica (1,5%). Una coalizione del 35-36 per cento mettendoci dentro anche Antonio Di Pietro ricomparso a Vasto. Dalle primarie è emerso come candidato alla Presidenza della Regione l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso (nella foto), il quale ha lanciato una vasta campagna acquisti, soprattutto di provenienza centrodestra. La scelta di D’Alfonso di imbarcare nel centrosinistra Angelo Di Paolo, ex assessore fino all’inizio di aprile della giunta Chiodi, sta facendo discutere più delle questioni da affrontare.
C’è di più. Di Paolo è un ex di tutto. È stato presidente della Provincia di Pescara, due volte sindaco della città di D’Annunzio, ex democristiano che prima dell’esperienza con Gianni Chiodi era stato consigliere regionale con il centrosinistra quando governatore era l’ex sindacalista socialista Ottaviano Del Turco. Dopo l’arresto di quest’ultimo, Italo D’Angelo passò con la sua lista “Rialzati Abruzzo” con il centrodestra di Chiodi. Nonostante le critiche di Sel, Idv e Rifondazione Comunista il candidato governatore del centrosinistra intende andare avanti su questa strada, convinto che Di Paolo sia un portatore di voti. Il governatore uscente Chiodi in realtà appare appannato e azzoppato dalle vicende giudiziarie. La coalizione è accreditata di poco più di un 30,5% grazie al 21% di Forza Italia, il 5,6% del Nuovo Centrodestra e del 4% di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Anche in Abruzzo è scoppiato il bubbone dei rimborsi facili per spese fasulle dei gruppi consiliari. A questo Chiodi ci aggiunge la vicenda della “scappatella” con la “signora della stanza 114” di un albergo romano, finita su tutte le cronache nazionali e locali per i conti finiti nelle spese di rappresentanza del presidente. La sorpresa elettorale potrebbe venire dal Movimento 5 Stelle, in forte crescita. Candidata è Sara Marcozzi, che ha ottenuto l’investitura attraverso una votazione web nella quale ha superato Attilio Falchi. La sua forza potrebbe derivare dalla crescente delusione degli elettori nei confronti dei vecchi politici travolti come in altre Regioni da numerosi scandali. Il M5S è visto come l’unica forza che contrasta apertamente l’apparato tradizionale. I “grillini” potrebbero essere la sorpresa anche per l’elezione del sindaco di Pescara. La giovane Enrica Sabatini, laureata in psicologia, ritiene di potersi battere alla pari con il sindaco uscente di centrodestra, Luigi Albore Mascia, che ha tappezzato la città con manifesti 6x3 e lo slogan “La città ha cambiato carattere” e il candidato del Pd, Marco Alessandrini, già sconfitto da Mascia.
Il centrodestra è però diviso con Guerino Testa appoggiato dal partito di Angelino Alfano, dall’Udc e da 3 liste civiche.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:04