
Sergio Chiamparino contro Gilberto Pichetto. Terzo incomodo Davide Bono del Movimento 5 Stelle. E così il Partito Democratico, per riconquistare il Piemonte, fa scendere in campo uno dei massimi esponenti del partito: l’ex sindaco di Torino per 10 anni e presidente della Fondazione Intesa Sanpaolo, Sergio Chiamparino.
L’ex primo cittadino del capoluogo piemontese si presenta con un “listino” di 10 persone, tra cui 5 donne: Enrica Baricco, sorella dello scrittore Alessandro; Valentina Caputo, coordinatrice del Circolo Pd; Silvana Accossato, sindaco del Comune di Collegno dal 2004; Carla Chiapello dei moderati ex Lega nord e Nadia Conticelli, presidente della Circoscrizione 6 (area Fassino). Tra gli uomini: il sindaco di Sant’Antonino di Susa (passato dai No Tav ai Sì Tav), Antonio Ferrentino; il consigliere di Sel, Marco Grimaldi; il capogruppo del Pd, Gabriele Molinari, e Giorgio Ferrero.
“Equilibrio di genere e rappresentanza territoriale”, secondo Chiamparino, sono due elementi forti che caratterizzano la coalizione. Basterà per vincere? Il 25 maggio i piemontesi andranno a votare insieme per le Europee, le Regionali e le Comunali con lo spettro della crisi economica e con migliaia di lavoratori in cassa integrazione o senza lavoro. Il centrodestra invece sconta la vicenda Roberto Cota e la frammentazione dello schieramento. Le elezioni regionali in Piemonte sono state condizionate dalle decisioni dei giudici. La Cassazione ha confermato l’annullamento della proclamazione degli eletti alle Regionali del 28 e 29 maggio del 2010 dopo la decisione del Consiglio di Stato del 17 febbraio. La vicenda aveva preso le mosse, subito dopo la vittoria per 9mila voti di Cota, su ricorso presentato dalla candidata del centrosinistra e presidente uscente Carmen Bresso. Secondo l’esponente del Pd, la lista Pensionati legata a Cota era stata presentata con firme falsamente autenticate e per questo era stato condannato a 2 anni e 8 mesi il consigliere regionale Michele Giovine. I ricorsi e controricorsi sono finiti alla Corte di Cassazione e quindi il Governatore Cota è stato costretto a fissare la data della nuove elezioni con la Lega che è scesa in piazza con una fiaccolata, l’11 gennaio, per contestare il cosiddetto “golpe rosso”. Dopo quasi 4 anni, per i leghisti, il libero voto dei cittadini veniva ribaltato dai giudici.
Il mandato regionale di Cota, avvocato novarese, etichettato come il volto umano del Carroccio e fedelissimo di Umberto Bossi, non è stato facile. Soprattutto per i debiti lasciati dalla Giunta Bresso di centrosinistra (un buco di circa 4 miliardi nella sanità) e per le vicende dei rimborsi per spese fasulle di tutti i gruppi, compresi i 5 Stelle. Rinviato a giudizio assieme a 52 consiglieri, Cota ha fatto un passo indietro lasciando campo libero a Gilberto Pichetto, assessore al Bilancio, in ticket con la leghista Gianna Gancia. Si trova però a lottare contro Chiamparino e con il mondo del centrodestra diviso: Crosetto di Fratelli d’Italia da una parte e Enrico Costa che ha l’appoggio di Angelino Alfano e dell’Udc di Casini dall’altra.
Amaro il commento di Osvaldo Napoli di Forza Italia: “Lo spettacolo offerto dai partiti del centrodestra non è dei più edificanti. La corsa a mostrare bandiere evidenzia miopia politica”. Di questa situazione potrebbe approfittarne il Movimento 5 Stelle con Davide Bono capogruppo al Consiglio regionale e che ha vinto le “regionarie” con 1.304 voti espressi sul web. Tra le sue proposte: l’introduzione del reddito di cittadinanza e la lotta al debito “monstre” valutato dai grillini in 12 miliardi di euro.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:05