La politica è sorda, il popolo allo stremo

Come sempre, nel nostro Paese ci si dimentica di alcuni principi di elementare buon senso. È chiaro a tutti quanto in Italia il problema dei problemi sia la contrapposizione fra Stato e cittadini e l’inimicizia che oggi scivola in rabbia, fra amministrazione e contribuenti. La testimonianza di ciò sta, infatti, nell’enormità dei contenziosi che dividono gente e burocrazia, fisco e popolazione.

Anno dopo anno, al proliferare di complicazioni legislative, di vincoli e controlli inauditi, di adempimenti ossessivi, di aumenti e di inasprimenti fiscali, ha corrisposto una reazione di segno contrario da parte della gente, sia in termini di sfiducia e sia di antagonismo. Come se non bastasse, insieme a tutto questo, la classe dirigente ha continuato a riempire le pagine dei giornali di scandali, ruberie. Più si chiedevano sacrifici e s’imponevano tasse e limitazioni e più si leggeva e sentiva di sperperi, tangenti, stipendi d’oro, corruzioni e privilegi inaccettabili.

Va da sé che il risultato finale non poteva che essere quello, che oggi appare in tutta la sua dimensione. La gente si sente vessata e perseguitata da un Paese guidato da una classe politica e dirigenziale che considera truffaldina, ipocrita, menefreghista. Per porre rimedio ad una situazione socialmente così sbilanciata, che compromette e devasta ogni processo pure giusto di cambiamento, bisognerebbe che fosse proprio lo Stato ad avviare un’operazione di riconciliazione, alla base della quale ci dovrebbe essere sia il riconoscimento colpevole degli sbagli e sia la volontà di porgere una mano per cancellare e ripartire sul nuovo. Al contrario, da noi si continua imperterriti ad intimidire, con l’annuncio di azioni, che seppure più o meno meritevoli in questo clima, sanno sempre più di minaccia e persecuzione.

La burocrazia esplode ovunque, le obbligazioni impauriscono chiunque, l’amministrazione complica anche il respiro e i tribunali s’ingolfano irreversibilmente di liti, ricorsi, contenziosi e dispute. Il risultato di un tale quadro non può che nuocere in ogni modo possibile alla vita del Paese. Il cittadino si ribella e reagisce a suo modo. Chi disperato chiude l’attività, chi delocalizza per sopravvivere, chi fugge all’estero in cerca di soluzioni di lavoro, chi si affida ad espedienti, chi sceglie la disobbedienza, chi infine smette di sperare e scivola pericolosamente nella protesta rabbiosa ed antipolitica.

Questo è il problema da risolvere, riavvicinare la gente allo Stato, i contribuenti al fisco. C’è bisogno di ricostruire un clima di amicizia e fiducia, che semplicemente è scomparso. O si capisce questo e ci si attrezza, oppure ogni tentativo di rinnovamento fallirà. Gli 80 euro potranno portare sollievo ad una parte del Paese e voti a Renzi. Le promesse a vanvera potranno suggestionare qualche ingenuo sognatore, ma la massa no! Infatti, se è vero che Renzi nei sondaggi qualche punto lo prende, è altrettanto vero che aumenta l’astensionismo, il voto di protesta, la posizione contraria. Può dunque bastare il 32/33% al Presidente del Consiglio, quando dall’altra parte, in modo più o meno diverso c’è il resto del Paese? Può bastare a sentirsi grande, bravo, a riempirsi di gloria personale e ritenersi Napoleone, ma non a cambiare il verso.

Inutile ripetere le ricette che servirebbero, inutile continuare a dire cosa sarebbe necessario, il coraggio è solo apparente. Si svuotano le carceri, si imbarcano senza sosta centinaia di migliaia di extracomunitari, si costringe l’impresa a licenziare e i giovani alla fuga, si danno 80 euro ai dipendenti ed i pensionati alla fame restano fuori. Si finanziano per miliardi di euro missioni militari - che da straordinarie sono diventate spese strutturali, visto che c’è sempre una missione nuova da sostenere - si comprano F-35 che non servono, si dànno ogni anno 10/15 miliardi all’Europa che poi non ci restituisce nulla. Bene, può bastare, anzi basterebbe a chiunque avesse buon senso. La politica non lo ha capito, gli italiani sì. Siamo convinti che alla fine le ragioni di un popolo determineranno il risultato.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:20