
Si può mangiare il denaro?
“Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, vi accorgerete che non si può mangiare il denaro”. Così scriveva Sahpo Muxika, anche noto come Piede di Corvo, ex capo del popolo dei Piedi Neri, Indiani nativi d’America.
La Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (Lidu) ha sempre assunto, fin dalle sue origini, la missione di diffondere la conoscenza, i valori ed i propositi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea. In realtà il suo compito è molto più vasto e molto più impegnativo. Si perché quella che piano piano sta cominciando a diffondersi è la consapevolezza che difendere i diritti “dell’uomo” non è sufficiente. Non è sufficiente perché non sono gli unici a dover essere difesi, non sono gli unici in pericolo e non sono gli unici dai quali dipende la sopravvivenza di tutto il “sistema” Terra. Anzi, se c’è qualcosa di cui il “sistema” Terra potrebbe fare a meno siamo proprio noi umani.
Fino ad oggi ci siamo comportati da invasori, abbiamo distrutto, modificato, sfruttato tutto quello che ci circondava senza timore di doverne rendere conto a qualcuno. Questo perché noi siamo “superiori”, siamo gli esseri più “intelligenti” presenti su questo nostro grande, ma in realtà molto piccolo, pianeta. Abbiamo sempre creduto di poter disporre di tutto ciò che ci circonda senza preoccuparci di provocare dolore, di provocare sofferenza, di provocare danni irreparabili. Ora, forse, ce ne stiamo accorgendo. Ora, forse, ci stiamo rendendo conto, tutti, che la nostra tanto vantata intelligenza ha fatto più danni di qualunque altro essere sia mai vissuto sul nostro pianeta. Ci siamo accorti che non si può mangiare il denaro.
Abbiamo distrutto le risorse ittiche dei nostri oceani, abbiamo devastato le foreste primarie e con esse la biodiversità che esse sostengono, siamo riusciti a cambiare il clima del nostro pianeta in maniera forse irreversibile, abbiamo avvelenato i mari ed i fiumi, abbiamo sterminato specie animali per puro diletto, abbiamo sfruttato energie pericolose e dannose al fine di alimentare le nostre case, le nostre città, le nostre macchine e le nostre navi, abbiamo torturato e seviziato animali inermi con la scusa di poter salvare vite umane, abbiamo devastato ciò che forse non si potrà più recuperare. Ma a che titolo? In nome di cosa? Di una nostra superiorità. Siamo veramente convinti di essere superiori? Di avere più diritti? Visti dallo spazio probabilmente appariamo uguali ad un criceto. Ci sono anche loro signori, gli altri abitanti del pianeta Terra. Il problema e che noi uomini ce ne stiamo rendendo conto solo perché cominciamo a soffrire.
A soffrire per l’aria irrespirabile, perché non sappiamo più cosa mangiare o cosa bere senza rischiare di avvelenarci, perché molti dei progressi della scienza stanno rischiando di distruggerci più che aiutarci. Quello che si dovrebbe capire, invece, è che gli animali, gli alberi, l’acqua, l’aria, la terra e tutto ciò che vive intorno a noi dovrebbe essere difeso in quanto tale, non perché utile all’uomo. Solo perché ha diritto a vivere tanto quanto noi. E l’utilizzo di determinate risorse deve esser fatto in maniera giusta, sostenibile, con l’impegno di incidere il meno possibile sulla vita che ci circonda.
Questo dicono da sempre decine e decine di associazioni ambientaliste, ecologiste ed animaliste che da anni si battono ottenendo risultati ma anche molte sconfitte. Questo è quello in cui sono convinto crede anche la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo. Oggi c’è un alleato in più: la consapevolezza da parte di tutti. La consapevolezza che distruggendo ciò che ci circonda distruggiamo anche noi stessi. Certo, è un alleato pericoloso, un alleato che si muove per puro interesse, non certo perché crede in quello che fa. Anche se spero di sbagliarmi, probabilmente, è il massimo a cui in questo momento possiamo aspirare.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:04