
Finalmente scopriamo l’acqua calda! Se crescessimo almeno il 3% l’anno, non sarebbero necessarie manovre da 40/50 miliardi di euro per stare nel “Fiscal Compact”. Questa notizia ci riempie di gioia, insieme a quelle altre che in quantità arrivano alle nostre orecchie tutti i giorni. Infatti, i titoli e gli annunci che il sistema di informazione filogovernativo continua a far passare sono sempre roboanti ed ottimistici. La ripresa è alle porte, le Province spariranno, i mercati stanno per invadere l’Italia, i soldi per tutto ci sono, l’Europa ci apprezza; insomma, se non tutto, quasi tutto, comincia ad andare per il verso giusto. Non è vero, non è vero per niente!
Crescere il 3% è semplicemente un miraggio, sia ora sia nei prossimi anni. I mercati, da noi, possono fare qualche colpaccio e nulla più, i soldi mancano eccome, Renzi & C. lo sanno bene. In più, per abolire le Province ci sarà bisogno di una modifica costituzionale. Tornando dunque sulla terra e alla gravità dello stato delle cose, ci si accorge che dopo tante sbrasate, di certo c’è un aumento di 80 euro al mese, tutto da vedere e solo per una parte degli italiani, perché pensionati ed autonomi sono considerati cittadini di serie B. Oltre a questo aumento e ad un ininfluente ritocco dell’Irap, c’è l’aumento della Tasi (ben maggiore degli 80 euro), quello delle imposte sulle rendite, della benzina e di tutta una serie di incrementi che gli enti locali (veri vampiri) si preparano a fare.
Alla faccia dei successi e del cambiamento che Renzi, con quella inutile parolina della “volta buona”, ci prometteva! Il Paese, ammesso che sia, farà una fatica enorme a crescere dello zero virgola, che significa niente. Dunque il rapporto debito-Pil non andrà meglio, anzi peggiorerà e le tasse e l’ossessione fiscale, per quel che si annuncia, daranno vita maledetta a tutto e a tutti. A parte le chiacchiere, nulla è aumentato in senso positivo. C’è un tasso di litigiosità fiscale, amministrativo, civile, che fa paura e blocca ogni ripartenza; eppure ci si rifiuta di trovare un ragionevole modo per risolverlo in nome di ipocrisie assurde, visto che poi queste stesse ipocrisie spariscono quando con orgoglio si svuotano le carceri e si favoriscono le slot machine. C’è una montagna incredibile di obblighi ed adempimenti che torturano gente ed attività e ci si rifiuta di estendere e potenziare l’autocertificazione, che nell’immediato sbloccherebbe tantissimo. C’è, infine, una barca di miliardi di euro che la Bce ha erogato alle banche perché la immettessero nell’economia reale e che le stesse si sono intascate alla faccia nostra. Nonostante ciò ci si rifiuta di fare un provvedimento che le obblighi in qualche modo ad erogare credito al mercato, cioè a noi.
Insomma, c’è in giro esasperazione e preoccupazione, ci sono gesti estremi che si ripetono, contenziosi con le tasse che aumentano vertiginosamente, grida di dolore per la disoccupazione e per la insostenibilità dei costi di tutto, c’è una brutta aria in giro e la gente non ne può più. Ecco perché a maggio con le elezioni europee ne vedremo delle belle. Del resto, pensare che i cittadini non facciano nulla è semplicemente folle. Dunque, a buon intenditore poche parole.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:18