
Amici, carabinieri, agenti della polizia di Stato, agenti della Guardia di finanza, Vigili del fuoco, prestatemi ascolto. Vi vogliono annientare, umiliare, mortificare? Il male che gli uomini fanno vive oltre di loro; il bene sovente rimane sepolto con le loro ossa; e sia così di coloro che vi vogliono sezionare, ridurre, accorpare.
Io vengo a seppellire l’ordine pubblico, la sicurezza dei cittadini, la difesa dei più deboli, il diritto a non avere paura, il dovere di difendere gli oppressi, se dovesse vincere l’ignoranza, la protervia degli analfabeti, l’ignavia dei potenti. Non vengo a lodare voi, che non avete bisogno delle mie umili parole. I nobili esperti, gli eccelsi professori del rigore per gli altri, gli alti manager del debito, pagati dalla povera gente; i giovani nuovi parvenus della politica vi hanno detto che alcuni di voi devono essere cancellati, che le vostre case di lavoro devono essere sfrattate. Vi hanno detto che siete ambiziosi, nemici di chi protesta, di chi danneggia i luoghi sacri e profani della città; che non siete all’altezza del compito, che usate la forza contro quelli che lottano per la democrazia nelle piazze. Se fosse vero sarebbe un grave difetto e gravemente ne pagherete il fio.
Qui, col permesso di questi saggi e degli altri uomini d’onore; così come sono tutti uomini d’onore quelli che ora siedono sugli scranni del comando del Paese, io vengo a parlare al funerale dell’ordine pubblico, dell’ordine costituito. Voi non siete miei amici, non vi conosco, ma coloro che vi offendono sono uomini d’onore, hanno dissanguato lo Stato, sperperato il denaro pubblico, saccheggiato le città e il territorio dove nascevano i fiori, ma loro sono uomini d’onore. Quando i poveri, gli indifesi, le vittime delle violenze, i derubati, i rapinati, gli oppressi di ogni patria hanno pianto, voi avete lacrimato: l’ambizione, l’inefficienza e l’arroganza dovrebbe essere fatta di più rude stoffa. Non parlo, no, per smentire ciò che loro affermano, ma qui io sono per dire ciò che io so. Non possiamo più fare ricorso ad un’antica ed inutile retorica, fatta di belle parole, di concetti eloquenti del bene comune, dell’abnegazione dei servitori dello Stato, del primo presidio di difesa dei cittadini, dell’unico riferimento territoriale per quelli che chiedono giustizia, di una fonte di uomini coraggiosi deterrente della criminalità.
Da tempo immemorabile esiste un’azione positiva in campo economico, quella che va sotto il nome di economie di scala. La locuzione economies of scale è usata in economia per indicare la relazione esistente tra aumento della scala di produzione (correlata alla dimensione di un impianto) e diminuzione del costo medio unitario di produzione. Tuttavia, le economie di scala vanno tenute distinte, da un lato, dai rendimenti di scala crescenti, dall’altro, dall'aumento nel grado di utilizzo della capacità produttiva. Diversa dalle economie di scala è la capacità produttiva (productive capacity), o dimensione minima efficiente, o capacità produttiva ottima, per distinguerla da quella minima, può essere definita in sintesi come quel livello di output che permette di utilizzare i fattori produttivi nel modo tecnicamente ed economicamente più efficiente, e corrisponde quindi a quel volume di produzione per unità di tempo cui è associato il costo medio unitario minore, quando sia dato e costante l’impianto di produzione.
Anche in una famiglia opera l’economia di scala e quando la famiglia si divide per separazione o divorzio, le economie di scala vanno in fumo ed i costi aumentano (due case, doppie utenze, doppio condominio, doppie pulizie, doppi usi di lavastoviglie e lavatrice, ecc.). Per lungo tempo si è parlato di ridisegnare le circoscrizioni dei tribunali e di accorpare gli ospedali, di chiudere quelli più piccoli per concentrare in strutture molto grandi con bacini di utenza più grandi per migliori servizi a costi inferiori. Tutto bene? No. L’economia insegna che un’azienda non vive isolata dal contesto in cui opera: presenza di infrastrutture (strade, rapidità di movimento, collegamenti con mezzi pubblici-metropolitane, autobus, tram), uniformità di territorio, omogeneità del cosiddetto tessuto sociale, maggiore o minore presenza di fenomeni di criminalità, assenza di omertà, maggiore o minore solidarietà sociale, efficienza della pubblica amministrazione, funzionamento dell’amministrazione della Giustizia. I valori contabili dei bilanci e la cura per ridurre i costi è molto importante, ma questa terapia non può essere applicata ad ogni paziente. Un mix di farmaci forse è utile per curare un malato grave.
L’Italia non è la Svizzera e presenta notevoli differenze tra nord, centro e sud (ad esempio le Asl al nord sono abbastanza efficienti, al centro insufficienti, al sud malissimo). Le stazioni dei carabinieri ed i commissariati di polizia vanno moltiplicati, gli stipendi dei carabinieri e degli agenti di polizia vanno aumentati, nuove assunzioni delle forze dell’ordine vanno programmate. Spending review, progetti di risparmi, economie di scala, tutti tentativi tardivi per ridurre il peso della bancarotta delle amministrazioni pubbliche centrali, periferiche, enti locali, territoriali, non territoriali, imprese a rilevanza pubblica. Un apparato pubblico allargato, inefficiente, fonte di corruttele che ha prodotto nel tempo oltre 2mila miliardi di debito pubblico e costa 800 miliardi l’anno, la metà del reddito nazionale, ovverosia il famoso Pil. Vale a dire la somma di tutti i redditi della forza lavoro attiva. Bisogna tagliare i rami secchi? Abbiamo 7.400 imprese partecipate dallo Stato, tutte votate al fallimento. L’Acea ha un debito di 16 miliardi; Atac: a Roma 1000 corse al giorno vengono annullate. Abbiamo 32mila stazioni appaltanti, 5 livelli decisionali per lo stesso appalto; 1.200 società di trasporto pubblico locale.
Il nominato commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, a forza di elaborare tabelle, ideogrammi, percentuali, progressioni aritmetiche ha smarrito la strada e confonde il positivo con il negativo. L’algebra ci dice che più cresce la spesa per le forze dell’ordine, più si risparmia, più cresce il numero di carabinieri e agenti di polizia, più migliorano i bilanci dei ministeri e degli enti pubblici, l’ordine pubblico crea risparmi, il controllo del territorio crea risparmi (non bisogna risanare), il controllo delle delinquenza crea risparmi (viene salvaguardata la ricchezza dei cittadini), la vigilanza sulle aziende aumenta la produttività, i Nas tutelano la salute dei cittadini e fanno risparmiare in malattie e medicine. È la stessa proporzione tra il famigerato Pil e la percentuale del debito pubblico. Più aumenta il Pil e più la percentuale del debito pubblico diminuisce.
Si dice che bisogna tagliare i costi della pubblica amministrazione. Bene. Aboliamo le Regioni, che sono state la prima causa dell’aumento del debito pubblico; 42 anni di bilanci in rosso. Abolizione della legislazione regionale che ha creato solo confusione e contraddizione di norme (in Francia ci sono 3mila leggi, in Inghilterra 5mila, in Italia 120mila). Le partecipate della Regione Lazio sono 19, ma nella galassia degli enti strumentali fanno parte 26 enti pubblici e 5 agenzie tra le quali spicca Lazio Service. In tutto 7mila dipendenti, 300 poltrone (presidenti, consiglieri di amministrazione, revisione dei conti). Maggiore controllo, maggiore sorveglianza, minore delinquenza, minori danneggiamenti, furti, rapine, scippi, abusivismo produce un risparmio sicuro.
O carabinieri, agenti di polizia, se io fossi disposto ad eccitarvi il cuore e la mente alla ribellione ed al furore, farei un torto a coloro che chiedono di ridurre i vostri organici, di separarvi dai luoghi dove operate, dove avete acquisito la conoscenza degli uomini e delle donne che abitano quei territori, dove avete contezza di quelli che possono delinquere, dove diffondete la presenza della legge, dove gli abitanti di quei luoghi sanno che devono assumere comportamenti corretti. Questi che vi contrastano, lo sapete, sono uomini d’onore: e non voglio far loro torto, preferisco piuttosto far torto al funerale dell’ordine pubblico, far torto a me stesso e a voi, che far torto a sì onorata gente. Ma qui c’è una delibera col sigillo della Regione Lazio – l’ho trovata nella mia memoria. Il Governatore Zingaretti, prima di essere eletto consigliere regionale e poi presidente della Regione Lazio, percorreva le piazze cantando che avrebbe rivoltato la Regione come un pedalino, imitando un predecessore più illustre e più colto, il magistrato Camillo Davigo del pool Mani Pulite, che affermava di rivoltare l’Italia come un calzino.
Ebbene, alla Regione Lazio nell’Era Zingaretti ogni assessore ha una segreteria composta da 12 persone di cui 3 prese dal personale interno e 9 esterni scelti dagli assessori sul criterio dell’amicizia. Sapete quanto prendono al mese in busta paga questi portaborse? Euro 2.550, netti. Un carabiniere, un agente di polizia in servizio permanente effettivo, a disposizione dello Stato, sottoposto ad una disciplina con pericolo di perdere la vita più di un pilota di Formula Uno, trova in busta paga una somma molto inferiore a quella di quei 9 fannulloni che lavorano in media 3/4 ore al giorno comodamente seduti dietro una scrivania, nominati dall’assessore per meriti politici. Il settore dove voi operate è l’unico dove le spese sono rigorosamente controllate ed alle quali seguono servizi di eccellenza e fondamentali per la convivenza civile
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09