L’eco di Francia presto in Italia

Era ovvio, è ovvio, sarà ovvio. Tutti fanno finta di non capire e continuano a sparare stupidaggini sentendosi Nembo Kid, e poi la gente li punisce. Cari politici, la Francia è solo l’inizio. State bene attenti che sta succedendo esattamente quello che era ed è prevedibile, non se ne può più!

Più si tassa e si tartassa, più si è ipocriti e bugiardi, più si terrorizzano i cittadini con cartelle fiscali, obblighi, minacce di persecuzione impositive e amministrative, più i contribuenti e i cittadini odieranno la politica, i politici e ovviamente di rimbalzo l’Europa e l’euro, per come ci hanno ridotti. Ogni giorno assistiamo a fatti insopportabili, e le dichiarazioni dell’amministratore delle ferrovie ne sono la testimonianza.

Tutti sappiamo in quale sfascio siano ridotte gran parte delle società pubbliche ed a cosa siano servite nel corso del tempo. Tutti restiamo allibiti di fronte alle cifre che guadagnano sulla nostra pelle, tutti siamo percorsi da brividi di rabbia quando vediamo i loro faccioni tronfi e felici, che annunciano quanto sangue siano riusciti a sottrarci. Tutti, infine, proviamo disgusto quando, pressoché sempre, leggiamo di scandali e ruberie negli apparati di Stato, nelle aziende locali, nelle partecipate pubbliche.

Come se non bastasse, continuano a dirci che l’Europa e l’euro ci hanno salvati dalla catastrofe consentendoci di esistere. Alla faccia della salvezza! Verrebbe da dire che senza l’euro saremmo bruciati vivi. Non è così, e non lo è, non fosse altro perché, ovviamente, la prova del contrario non c’è. C’è invece la prova del vero. Vero è che per come sono andate le cose, tra i disastri e le dissipazioni della politica italiana e le follie delle imposizioni europee, il Paese è alla disperazione. Continuiamo a dirci che il problema italiano è l’evasione fiscale, negando quanto (per decenni) politica e politici abbiano sperperato, rubato, sprecato e volatilizzato denaro pubblico come fosse danaro privato. Continuano a dirci che il problema italiano sia la troppa burocrazia, negando che sono stati loro a crearla, istituendo e costituendo enti, dipartimenti, aziende, autorità nazionali e locali, al solo fine di collocare trombati, amici, parenti e conoscenti, offrendogli a spese nostre lavoro e stipendi. Continuano a dirci che il problema è il troppo Stato, negando che “loro” hanno utilizzato la Costituzione, che oggi vogliono cambiare, per infilare lo Stato ovunque e comunque, trasformando i cittadini in sudditi da spolpare. Continuano a dirci che i sacrifici sono necessari e loro, a partire dalle massime cariche, vivono in palazzi da favola, serviti e riveriti come imperatori; soprattutto garantiti da compensi che gridano vendetta.

La Francia, insomma, non è un campanello di allarme, più semplicemente è l’anteprima di quello che accadrà altrove e da noi. Ne riparleremo a maggio con le elezioni europee. Del resto cosa può fare la gente, come può dimostrare se non nell’ultimo modo possibile, visto che ringraziando Dio ancora si vota. La gente si unisce a chi la capisce, a chi dà voce alla sua disperazione, a chi sente dalla sua parte; ecco perché la Francia non è che l’inizio.

Renzi e il suo gruppo stanno su una brutta strada. L’inizio è stato pessimo e gli annunci, se possibile, azzardati. Il Premier non si illuda che con le chiacchiere e qualche concessione ad una parte contro l’altra arrivi lontano, non si illuda che gli italiani siano quelli che lui pensa. Se non ha capito come stanno le cose, se non ha capito che o si fanno atti di pacificazione burocratica, fiscale, amministrativa e si obbligano le banche ad erogare parte dei soldi che hanno intascato dalla Bce, o si sostengono anche gli autonomi, i pensionati e tutti gli altri e si tagliano con l’accetta gli stipendi di caste e corti, o altrimenti a maggio da noi sarà peggio che in Francia. Francamente sarà giusto così perché con buona pace dell’Europa e di Shakespeare, tra “essere e non essere”, vista la situazione, sicuramente la gente preferirà di essere e di farsi sentire.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:04