Acqua, luce e gas: trasparenza zero

Ma quale trasparenza, quale chiarezza! I fornitori di gas, elettricità ed acqua tutto sono tranne che chiari e trasparenti, ad iniziare dalla mera spedizione della fattura. Non so se avete avuto l’occasione di notarlo, ma spesso le utenze arrivano a destinazione il giorno della scadenza se non, addirittura, già scadute da qualche giorno. Sarà poi vano ogni tentativo di capire, dalla busta, se la fattura è stata spedita in ritardo dalla società o recapitata tardivamente da chi distribuisce la posta: nessun timbro con data e quindi il “cerino acceso” della scadenza rimane in mano sempre al solito, cioè all’utente.

Prendo ora ad esempio la fattura che mi ha presentato il mio fornitore di energia elettrica. Il documento è composto, tra “Servizi di vendita”, “Servizi di rete” ed “Imposte” da ben 64 voci: una follia, forse, anche per i più esperti. Tra le 64 “incognite lessicali” si possono anche leggere termini quali Componente di dispacciamento, Corrispettivo di sbilanciamento ed un’inquietante Perdite di rete: il calcolo di queste ultime, come riporta la stessa fattura, si basa su quanto sancito da una deliberazione (la n. 5 del 2004) dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas: un atto facilmente rintracciabile in rete e che si invita a leggere perché è uno dei simboli della più assoluta assenza di trasparenza da parte degli enti dello Stato nei confronti dei cittadini. Pensate soltanto che a pagina 13 del provvedimento si può trovare anche la siffatta formula: CA=∑∑pgf*qc,NM*φ*λ+∑Ct*qc,NM*λ.

Vedere per credere e altro non ci sentiamo di aggiungere.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:13