
Il tema dei diritti umani va di pari passo con l’affermazione della democrazia politica che ponga in primo piano la promozione dell’istruzione focalizzata più sulla formazione dell’uomo nella società rispetto ad una conoscenza tecnica e non agganciata ad una direzione di senso della società democratica, appunto. La globalizzazione ha frantumato molte delle barriere rappresentate dagli Stati-nazione nel tentativo di far convergere verso un modello organizzativo unico i popoli degli Stati dell’Unione Europea. Nel fare questo, la globalizzazione sta procedendo ad una crescente e dannosa demolizione degli stati sociali. La globalizzazione, che nelle sue intenzioni primarie avrebbe dovuto essere un riferimento per la creazione di una società mondiale cosmopolita tanto sognata dai filosofi sociali dal Settecento in poi, ha invece offerto una base teorica ai neoliberali americani rappresentanti gli interessi delle multinazionali per distruggere ogni ostacolo che rallentasse le transazioni commerciali sull’intero pianeta. Intendo qui riferirmi agli ostacoli rappresentati dalle politiche sanitarie, dalle parità di genere - oggi clamorosamente disattesa dall’esclusione violenta delle donne.
Intendo qui riferirmi ai diritti del malato psichiatrico a essere curato, assistito e al sostegno della famiglia coinvolta e lasciata sola ad affrontare il problema clinico. Infatti, a tal proposito, il convegno della Lidu “Psichiatria e giustizia”, tenutosi a maggio dello scorso anno, ha denunciato proprio le carenze della prevenzione e dell’assistenza pubblica italiana al malato psichiatrico. Intendo qui riferirmi alla sovrana indifferenza sul destino delle minoranze razziali e linguistiche da parte delle Istituzioni dell’Unione Europea, sulla scorta di un’ideologia liberale che presuppone un disordine economico totale e privo di regole. Regole che sono la struttura portante della fiducia dei cittadini nell’economia e sulla tenuta delle democrazie occidentali. Intendo riferirmi alla questione dolorosa dell’immigrazione, che colpisce gli Stati a sud dell’Unione Europea. Una onda d’urto interamente sopportata dal nostro Paese, in totale solitudine e nella più ampia indifferenza degli altri Stati membri pur facenti parte di un sodalizio strutturale ed istituzionale stretto ma minato fin dalle sue fondamenta dagli egoismi economici della speculazione finanziaria, che a sua volta sta distruggendo le strutture produttive generando milioni di disoccupati sia in Europa che nel resto del mondo. Intendo riferirmi all’immane problema della disoccupazione, che sta facendo saltare le fondamenta delle società democratiche in favore di un livellamento culturale al ribasso dei cittadini, privi di sicurezze sociali e quindi più malleabili in termini di violazione dei diritti, di lavoro a basso costo, di lavoro dove si muore per mancanza di politiche della sicurezza, di istruzione che non c’è e dove regna un banale addestramento a spese di una più necessaria formazione.
I diritti dell’Uomo non si limitano quindi alla cura ed al sostegno delle minoranze, dell’immigrazione disordinata figlia della pirateria che riappare sugli oceani dopo vari secoli. La Lidu al riguardo, in data 4 ottobre 2013, ha inviato alle autorità politiche italiane, al presidente Fidh, Karim Lahidji, e al presidente Aedh, Serge Kollwelter, una lettera che denuncia la tragedia dei naufragi di migranti africani che tentavano di raggiungere Lampedusa. La Lidu ha consegnato un premio “Paolo Ungari” alla città di Lampedusa già nel 2011, come riconoscimento di uno sforzo enorme che la città sopporta in totale solitudine da anni. Per questo ribadisce che il problema di una migrazione dalle dimensioni bibliche non può essere gestita da un Paese solo. Ne verrebbe meno lo spirito dell’Unione Europea che ha ricevuto peraltro il Premio Nobel per la pace!
La Lidu valuta di grande importanza il mondo giovanile che rappresenta il nostro futuro, ha al suo interno un’attivissima sezione “Giovani” che si sta adoperando per elaborare una serie di iniziative nel campo dei diritti. Ricordiamo la proposta portata dai giovani della Lidu al Congresso Internazionale Fidh di Istanbul (maggio 2013), che sottolineava l’importanza di creare un “Comitato permanente dei giovani per i diritti umani” che vedesse partecipi tutte le leghe dei diritti dell’uomo dell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente per discutere e proporre soluzioni al grave problema della disoccupazione giovanile, della migrazione, integrazione e dello studio, aggravatosi in conseguenza della grave crisi politica ed economica di tutta l’area del Mediterraneo.
La Lidu si sta battendo anche per i diritti delle categorie svantaggiate a un dignitoso recupero nella società. A tal proposito, il gruppo giovani della Lidu, ha tenuto un convegno il 30 ottobre 2013 dal titolo “Fattorie sociali: strumento di recupero delle categorie svantaggiate”. Proprio su questi argomenti la Lidu Giovani ha iniziato un percorso di proposte concrete sul recupero delle categorie svantaggiate, toccando temi quali l’inserimento al lavoro e l’inquadramento di percorsi di crescita e di recupero professionale per restituire dignità e speranza a chi, come rifugiati politici, malati psichiatrici, disabili, vittime di tortura o donne vittime della tratta, sente il bisogno di un dignitoso reintegro nella società produttiva. Nella pagina Lidu Giovani (www.liduroma.org) è possibile trovare tutti gli atti del convegno.
I diritti dell’uomo sono anche il diritto al lavoro dignitoso, dove non si deve morire per danno violento o per stress da obiettivi inflitti ossessivamente dai management delle imprese che pensano al conseguimento del profitto, anche a costo di danneggiare l’ambiente, la società, i governi e le loro democrazie. I diritti si sono disegnati e poi affermati in Europa e in parte del resto del mondo. Il concetto di “diritto” è figlio di una filosofia politica ereditata dal Settecento francese e basata sul principio della Tolleranza. Tolleranza non come sopportazione, ma nel senso ben più ampio della volontà di comprendere l’altro, anche se può mancare la condivisione. La Tolleranza è l’architrave della democrazia. Senza democrazia non ci sono diritti. Le Leghe dei Diritti dell’Uomo in tutto il mondo devono agire per difendere e affermare i sistemi politici democratici. Devono percepire prima di tutti gli altri la tentazione totalitaria, che oggi si accompagna alla logica dell’ossessivo perseguimento del profitto fuori del quale non ha valore nessuna azione sociale che - quindi - va eliminata in quanto costosa, inutile e improduttiva! Signori, la logica del profitto sta devastando le importanti aree dei diritti civili (diritto all’istruzione, alla sanità, al lavoro dignitoso, alla libertà di opinione). Ma dentro questa logica si sta facendo avanti da anni con una forza inarrestabile la ricerca del profitto finanziario a spese dell’economia produttiva di cose reali quali beni e servizi per il consumatore-cittadino. La logica del profitto finanziario - sorretto dalle ideologie neoliberiste - espone la società europea e degli altri continenti ad un crescente rischio di rivolte diffuse, che ben difficilmente potranno essere gestite dalla opzione di tipo militare penitenziario.
La Lega italiana dei Diritti dell’Uomo persegue la strada della difesa dei diritti umani e sociali, senza dimenticare che la strada è lastricata dalle difficoltà ora accennate. La Lidu ritiene che questo cammino non porti lontano se viene meno un forte spirito di solidarietà fra organizzazioni che perseguono il nostro stesso scopo. Il successo delle nostre iniziative, che in definitiva sono la nostra ragione d’essere, si appoggia sull’antichissimo e intramontabile principio della cooperazione, della solidarietà, della condivisione degli obiettivi. Tutto questo sarà più efficace quando tutti noi saremo capaci di compiere strategie a rete, con efficaci connessioni organizzative. Uniti si vince! Non è un pensiero nuovo, ma è quello che realizza il sogno di una società più giusta, equa, basata su pratiche corrette e con regole generali necessarie per infondere la fiducia che si può vivere in un mondo migliore.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09