La nave fantasma che naviga a vista

L’impressione generale, purtroppo, è che si navighi a vista. Dopo tante fanfaronate, studiando le carte, ci si è resi conto di una realtà ben più difficile. La nave continua ad imbarcare acqua mentre a Palazzo Chigi si dice di tutto e il contrario di tutto. Certamente, che l’ordine di scuderia sia quello di infondere ottimismo e apprezzamento per Renzi è chiaro, non a caso la gran parte dei mezzi di informazione suona la gran cassa per il Premier ed il Governo, ma le cose non stanno così.

La revisione della spesa sta diventando una tela di Penelope, la posizione in Europa un pezzo pirandelliano del tipo “uno, nessuno e centomila”, e i provvedimenti una sorta di teoria dei giochi dove uno perde e uno vince. Tutto ciò mentre nel resto d’Europa, per non parlare dell’America, si è ben deciso cosa fare e come ripristinare crescita e sviluppo. Da noi non è così, da noi il Gattopardo non si ammazza mai, con buona pace del bravo e simpatico Friedman.

Con Renzi, infatti, se possibile, le complicazioni sono aumentate, a partire dalla gestione degli equilibri politici, per finire alla tenuta di una maggioranza che di forza ed autorevolezza ne ha ben poca. É di tutta evidenza che scegliere di saltare il passaggio elettorale per andare a palazzo Chigi sia stato per Renzi un sintomo di debolezza piuttosto che di vigore, tanto è vero che per riuscirci il giovane Matteo ha dovuto ricorrere a tutto il prestigio del Presidente Giorgio Napolitano.

Va da sé che non basti, e infatti non è bastato; i cento giorni avanzano e fino ad ora ci sono state solo promesse esaltanti e provvedimenti parziali, contrastanti e tutti da confermare, semmai lo saranno. Come se non bastasse si avvicinano le elezioni europee e la politica italiana come sempre pensa a se stessa. Altro serviva ed altro ci si aspettava, almeno per rasserenare un po’ il rapporto fra Stato e cittadini, che è il vero nodo da sciogliere per guardare avanti. Diciamoci la verità, in questo nostro Paese la gente vede lo Stato come un nemico, un persecutore ingiusto e vorace, che mangia sulle spalle dei contribuenti e se ne infischia di tutto. Ovunque si denuncia l’immensità dei contenziosi, delle liti, delle dispute, dei ricorsi contro atti, obblighi, richieste ed imposizioni da parte della pubblica amministrazione, o dell’Agenzia delle entrate; oppure, ancora, delle autorità locali o territoriali. Ovunque si lanciano appelli accorati contro la disoccupazione e contro la mancanza di comprensione verso l’insostenibilità dei pesi e dei costi per vivere e far vivere famiglie ed aziende. Ovunque insomma si ragiona col buon senso, tranne che in politica e la parzialità dei provvedimenti di Renzi ne sono la testimonianza.

Speriamo bene, ovviamente speriamo che si cambi e si colgano questi appelli e queste grida di ansia, di dolore e di sfiducia, ma soprattutto speriamo davvero di non dover dire una volta ancora, l’avevamo detto!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09