Cancelliera-Premier, non illudiamoci troppo

Non illudiamoci, la Merkel ha mostrato i denti negli ultimi anni, oltre che per sorridere, per tritare tutti i nostri Governi. Renzi non farà eccezione, anzi, e nonostante la sua convinzione di grandezza crediamo che Merkel e compagni abbiano già capito quel che di lui c’è da capire. Del resto, così come i suoi predecessori, il Premier è andato a rassicurare che l’obbedienza sarà rispettata.

Dunque, come sempre, partiamo in pellegrinaggio per dire che troppa austerità non va, che non esiste solo la Germania, che l’Italia è l’Italia, ma come sempre finiamo col garantire che saremo bravi a rispettare ordini e direttive. Nulla di nuovo di quel che ci vorrebbe per suscitare un po’ di timore nell’Europa che conta. Il fatto è che per contare davvero a Strasburgo servirebbero o tanti soldi o tanto coraggio, due cose che purtroppo da noi scarseggiano assai. Quindi mettiamoci l’anima in pace e rimandiamo tutto a dopo le elezioni.

Forse, a maggio, saranno proprio i cittadini a far capire con il loro voto tutto quello che politica e politici continuano ad ignorare di una Europa che non funziona, non serve così come è e torna utile solo alla Germania e pochi altri. Qui non si tratta solo di numeri e di parametri, che pure andrebbero cambiati, ma di ridiscutere e riscrivere tutto l’impianto di un consesso che, nato per unire e rafforzare, ha finito col dividere, penalizzare, impoverire tutti, tranne i soliti noti. O ci mettiamo in testa (soprattutto lo mettiamo in testa alla Merkel) che non scherziamo su questa necessità, oppure a maggio ne vedremo delle belle, perché la forza dei popoli è tanto più grande di tutto il resto.

Detto questo, va da sé che poi in Italia sia necessario cambiare radicalmente passo, metodo, indirizzo di marcia. Magari fosse Renzi a farlo! Da quello che abbiamo visto, per come si è insediato, come abbia composto il Governo, le prime mosse e le promesse, siamo convinti di no. Renzi è tanto ambizioso, autoreferenziale e convinto, non è detto che ciò sia negativo, ma da noi si tratta di film già visti. L’Italia è cresciuta male, quando è cresciuta, figuriamoci oggi che non cresce! Troppe corporazioni, lobbies pronte a contrastare e a difendere l’indifendibile per sperare che bastino un po’ di disegnini per cambiare.

Da noi ci vorrebbe la forza di tagliare la testa a quel serpente che ha divorato energie, risorse e speranze ed il serpente rappresenta metaforicamente un apparato pubblico insaziabile che ci ha condotti alla rovina. Troppo Stato, troppo sindacato, troppo pubblico dovunque e comunque, troppe garanzie, privilegi, assistenze, organi di veto e di potere che a nulla servono se non ai costi. Troppe leggi, vincoli ed obblighi per giustificare un Parlamento che, anziché diminuire, ha solo e sempre aumentato tutto fuorché la libertà economica, la snellezza, la giustizia, la fiducia dei cittadini, lo stimolo alla crescita.

Servirebbe davvero un coraggio da leoni per riconciliare lo Stato con i contribuenti, le aziende con il sistema, la gente con le istituzioni. Ci auguriamo che si trovi e che si capisca il senso del limite. L’Italia è stanca, ma ad una fine senza impegno, la gente (con o senza Grillo) deciderà e preferirà sempre un impegno senza fine.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:10