
Si potrebbe definire volgare ed inutilmente brutale, come pure incoerente ed amaro. Nonostante l’apparente rigore di non fare sconti a nessuno, potremmo indicarlo come saggio ciambellano detrattore dei potenti di turno. In molti atteggiamenti, che danno luogo a confronti “gagliardi”, a dialettiche ad alto contenuto di alcool filosofico, potremmo descriverlo come un Pasquino di alto livello.
No, niente di tutto questo, non ingannatevi, non acquistate il prodotto che va bene per voi, che odiate l’avversario e siete sordi alla ragioni degli altri. Neppure si tratta di un prodotto contraffatto, se pur un prodotto, un oggetto da usare. Neppure una copia ben fatta dalla manifattura cinese che imita le grandi firme italiane. È un semplice pupazzo, per gli under 18 un balocco; meglio, un videogioco di quelli artigianali che si inceppano dopo i primi utilizzi. Se non fosse che riesce ad ingannare migliaia di beccamorti, ben sponsorizzato da incalliti truffatori dell’informazione, si potrebbe sostituire a Batman. L’eroe infrange la legge morale cristallizzata, minaccia la distruzione dell’ordine costituito, con la sua pistola ad acqua. L’eroe deve scegliere tra la tranquillità della propria vita e l’avvento della verità. Sceglie la verità. La verità è salva, innalza un tempio a lui, perché combatte ogni forma di potere autoritario, contro ogni Governo nemico del popolo.
Il bamboccio si arricchisce di un’aura di eroe moderno senza macchia e senza paura; è il tipico personaggio da fumetto che fa impazzire gli adolescenti, ma anche gli adulti in difetto di maturità. Lui dà dignità ai dimenticati da Dio e dagli uomini, consegna la parola ai muti, libera l’udito dei sordi. Detesta quelli di destra, bacchetta quelli di sinistra, punta dritto i suoi strali verso il Quirinale, cercando un’effimera gloria. La irresistibile ascesa di un pappagallo informativo, che suscita poetiche ebbrezze di cosmica ignoranza. Una musica celestiale di notte all’italiana. Un devoto omaggio al condominio Italia. Ieratico fustigatore dell’infamia da supermercato, il segno tangibile della corruzione informativa, un deplorevole disinteresse per le sorti del Paese che gli consente di vivere negli agi senza un lavoro che sia utile. Una generale offesa contro tutti gli italiani, sia di quelli che lo applaudono per convenzione sia di quelli che lo disprezzano. Un gigante del nulla.
Con buona dose di buonismo si potrebbe rappresentare come monello adulto che non è cresciuto e ha superato la maturità, copiando dal compagno di banco. Un evaso dai luoghi del sapere, della cultura, della conoscenza scientifica, che le gendarmerie del rigore, della disciplina di Stato fingono di catturare, lasciandolo colpevolmente libero di compiere danneggiamenti, come le proteste inutili degli studenti che hanno occupato per anni le sedi scolastiche. Si affaccia sul video con cadenza settimanale, l’aria gentile, il vero cavallo di razza dell’ippica radical-chic ed a corto di memoria legge da un quaderno di appunti. La faccia è sempre la stessa, lunga la longitudine, corta la latitudine. Un sorrisino dall’accento ironico (capisco solo io).
Ospite della più equilibrata trasmissione della tivù, ci illumina sulle sudicerie amministrative, su una gestione opaca del potere. Bacchetta a destra e a sinistra, spalleggiato dai compagni del fatto quotidiano. Le pagine del quadernetto, a rettangoli per andare dritto nella scrittura, dal contenuto sempre uguale, sono lette con una cadenza monotona, un invito al sonno.
Una noia mortale, ma i figuranti applaudono, anche quando tace e guarda nel vuoto fiero dell’atto eroico. Conquista un fatturato elettorale di poco conto. Una parata cimiteriale, un defilé vagamente mortuario, di idiozie persecutorie, una redditizia lottizzazione della chiacchiera. Il pistolero è appagato, tronfio dell’applauso pagato a basso salario. Il solidale che conduce lo protegge, volontariamente assume il ruolo di spalla, lo introduce magistralmente all’ascolto dei telespettatori, ignari del combinato siparietto. Il venditore di prodotti di marca si ammansisce, ha un orgasmo strozzato al ricorrente accendersi della battaglia verbale che ha generato. Discetta sui principi e sulle regole, cerca alleati tra politici da mercatini rionali, professionalmente analfabeti, cerca alleati tra i colleghi giornalisti di regime, di antica e giovane fama, che hanno praticato lunghe anticamere per lesinare un posto di prestigio, cerca alleati tra esperti fai da te, cerca un consenso tra attori, cantanti, showgirl, ballerine a go go, passamicrofoni di provata fede.
Il candore pedagogico del ben intenzionato giovanotto di provata oggettività non ammette dissensi. Una stella polare del bene comune. Ma durante il corso della trasmissione l’adolescente capriccioso spesso è colto da un impeto d’ira, non accetta critiche sul suo conto. Lui è un giornalista al di sopra di ogni sospetto. Il piccolo re campeggia nel dibattito politico, è al centro dell’attenzione dei mass media, entra prepotentemente nella cultura del Paese, decide i destini delle istituzioni. È pronto all’esilio volontario se non verrà adeguatamente ascoltato, creduto, osannato, applaudito da figuranti a pagamento. Ma di chi parliamo? Di un pupazzo, il suo nome dicono risponda a Marco Travaglio.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:06