
L’unica cosa certa è che siamo finiti dalla padella alla brace, rimpiangeremo Letta ed è tutto dire. L’elenco indicato da Renzi è storia di ordinaria follia e chi rischia l’osso del collo è l’Italia. Nessuna certezza sulle coperture, anzi, i numeri ed il buon senso dicono il contrario e le cose andranno diversamente. Non è vero che esistono margini di spesa rispetto al vincolo del 3%, è vero invece che già stiamo pericolosamente ballando lì intorno e che dovremo fare grande attenzione per non sforare. Non è vero che ci saranno 80 euro mensili per tutti, perché la ripartizione sarà diseguale; è vero invece che si escludono pensionati, autonomi e partite Iva, contrapponendo così pezzi d’Italia verso altri pezzi d’Italia.
Non è vero che poche decine di euro modificheranno il Pil, anche perché gran parte di questi sono già stati divorati dallo stesso Renzi con l’aumento della Tasi e della benzina. Non è vero che Renzi sia un uomo di parola, perché l’ennesima promessa di fare una manovra senza aumentare di un euro l’imposizione fiscale si è tradotta in una mazzata in testa ai risparmiatori, alla faccia dei sacrifici fatti per mettere da parte qualche soldo. Non è vero che con certezza a luglio saranno saldati i debiti della Pubblica Amministrazione, intanto perché la vera dimensione è ancora ballerina e poi perché la procedura prevista richiede passaggi su Cassa Depositi e Prestiti, complicati e lunghi.
È vero invece che l’eventuale escamotage del saldo dei debiti sarà l’ennesimo regalo alle banche, che si troveranno lavoro e guadagni senza muovere un dito. Non è vero che il taglio del 10% sull’Irap possa spostare l’affanno delle imprese. Primo perché la tassa è odiosa e scatta diversamente da caso a caso fino ad essere ininfluente, e poi perché la copertura con l’aumento sulle rendite provocherà una fuga degli investitori ed un impoverimento generalizzato dei mercati del risparmio e, probabilmente, un aumento dei tassi di interesse.
Non è vero, infine, che il mercato della casa possa ripartire con la sciocchezza della cedolare sugli affitti concordati e le garanzie sulle morosità, perché l’incidenza di questo intervento, nel massacro fiscale al quale è sottoposto il settore, è semplicemente ridicola. In buona sostanza, siamo davanti alla più classica delle televendite e ci sarebbe da ridere se non fosse che il tappeto è l’Italia. Speriamo ed invitiamo il Parlamento ad un sussulto di dignità, realismo e attenzione per evitare che il Paese si sfasci del tutto dietro la spocchia e l’ambizione di un Premier alla lavagnetta elettronica.
Invitiamo il Parlamento a correggere alla base questi spropositi che mettono gli italiani sempre più gli uni contro gli altri. Invitiamo il Parlamento a capire che questo Paese è sopravvissuto e, tiene ancora, solo perché è stato formica, perché ha risparmiato e perché le famiglie con grande fatica hanno messo da parte 10/20mila euro. Andare a rapinare questi risparmi, come sta facendo Renzi, è una vergogna. Altro che redistribuzione della ricchezza! Chiediamo, infine, al Parlamento di sostenere l’Italia tutta, aiutandola davvero a riprendere il posto che le compete in Europa e nel mondo. Non vorremmo più dire “che Dio ce la mandi buona”, riducendoci ad annunciare che il risanamento dei conti passi per l’asta di 100 auto usate. Non vorremmo più affidarci alla speranza, non vorremmo più subire le chiacchiere dei soliti furbetti, vorremmo, invece, che politica e politici capissero una volta per tutte che gli italiani, fin qui, di pazienza ne hanno avuta fin troppa.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:15