Renzi e il divorzio tra Stato e cittadini

Ha proprio ragione Cassese, il vero problema è il divorzio fra lo Stato ed i cittadini. Eppure, incredibile a dirsi, politica e politici insistono e, se possibile, raddoppiano.

Gli ultimi annunci del Governo sono la testimonianza di quanto non capiscano e continuino a scherzare con il fuoco. Che dubbi ci fossero (e giustificati) sulle promesse del Premier era chiaro a tutta la gente ma, che poi si arrivasse a far passare vapore acqueo per cemento armato, francamente no! La partenza di Renzi assicurava decine e decine di miliardi di euro pronti in cassa per fare tutto quello che gli sprovveduti suoi predecessori non erano stati in grado di fare.

Oggi, svanito il vapore, appare la realtà. Il taglio del cuneo darà effetti inconsistenti, perché qualche decina di euro in più non sposteranno granché; in più scontenterà tutti per la ripartizione finale dei risparmi, che non incideranno come sarebbe stato necessario, né da una parte né dall’altra. Il piano shock per la casa, da quel che sembra, si tradurrà in qualche solita garanzia per l’erogazione di un credito che non arriverà nelle tasche della gente e dell’economia reale, se non con il contagocce. Come se non bastasse poi che il fisco possa far pace con gli italiani attraverso la sciocchezza della dichiarazione predisposta è semplicemente puerile. C’è davvero da domandarsi: ma Renzi lo sa quanto la gente sia imbestialita con l’Agenzia delle Entrate? Lo sa quanto contenzioso ci sia in giro? Li conosce veramente i metodi di riscossione che stanno ossessionando un po’ tutti?

Ammesso che lo sappia (ne dubitiamo), si inventi una pacificazione fiscale seria e possibile piuttosto che giocare con le parole, perché i contribuenti sono al limite della disobbedienza fiscale. Per non parlare dell’ultima novità sulla garanzia che molti sindaci nel Governo rappresenterebbero una tutela nella gestione delle risorse. La domanda è immediata: il primo ministro lo sa quanto sia grande lo sfascio dei conti negli enti locali? Lo sa quanto debito abbiamo accumulato in questi anni tra Comuni, Province, e Regioni? Il Premier eviti di mettere nelle mani degli amministratori locali risorse nuove, altrimenti di decreti come il “Salva-Roma” ne pioveranno a catinelle.

Per finire, vorremmo invitare il presidente Renzi a smetterla di dire che rischia l’osso del collo, perché quell’osso lo rischiano le famiglie, i disoccupati, le aziende e tutta la gente che quotidianamente si arrabatta contro la crisi. E allora, tornando a Cassese, se il problema è il divorzio fra lo Stato e le persone, si pacifichi e risolva questo dramma con atti di riconciliazione e disponibilità che restituiscano la fiducia e stimolino alla collaborazione fra istituzioni e società. Aumentare la Tasi, la benzina, annunciare nuove tasse sui risparmi, promettere il mondo per dare poi una briciola, dichiarare che l’Italia farà sentire la sua voce in Europa per poi confermare che continuerà ad obbedire come un soldatino, non va nella giusta direzione, non sanerà il divorzio, anzi.

Caro Renzi, lo capisca, gli italiani senza volerlo sono stati obbligati da lei e dal presidente Napolitano a mettersi nelle sue mani, non scherzi e, se lo ha, tiri fuori il coraggio di fare davvero quello che serve per restituire fiducia e futuro, per rasserenare ed eliminare la disperazione che la politica ci ha regalato. Non servono eroi o salvatori ma non servono nemmeno affabulatori e demagoghi. Servono uomini di Governo, anzi uomini e donne di Governo, che si mettano nei panni degli italiani e li aiutino con forza, realismo e volontà.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:02