
Un illustre sconosciuto, alle popolazioni calabresi, tale europarlamentare Aldo Patriciello, si è introdotto, da poco “utile idiota”, nella vicenda della Centrale a carbone che sorgerà a Saline Joniche dopo la concessione della Valutazione di impatto ambientale (Via) da parte del Governo e la recente sentenza del Tar che ha respinto i ricorsi delle associazioni presenti (almeno come sigle) sul territorio e da parte della stessa Regione Calabria, in forza del famoso Titolo V della Costituzione, che ha fatto considerare l’energia una materia “concorrente”, e quindi soggetta agli orientamenti della stessa Regione.
L’intervento dell’onorevole Patriciello “puzza” lontano un miglio di strumentalità pre-elettorale e dimostra una grande ingenuità. È chiaro infatti che, sconosciuto ai più per non aver visibilmente frequentato la Calabria (dove ha preso un po’ di preferenze), si ricorda che esiste anche la nostra Regione, nel suo collegio elettorale; e quindi, a tre mesi dalle elezioni, entra a “gamba tesa” in un dibattito al quale non ha mai partecipato.
Perché lo ha fatto? E qua si scopre la sua immensa ingenuità. Il nostro parte da un luogo comune, messo in circolo dai “professionisti” dell’allarmismo ambientalista, facendo proprio l’assunto che la maggioranza della popolazione sia contro l’insediamento della centrale per cercare con la sua presa di posizione la captatio benevolentiae delle popolazioni interessate. Ma l’illustre europarlamentare molisano commette anche un gravissimo errore quando si impegna a portare il problema a Bruxelles dimostrando, così facendo, di considerare dette popolazioni con l’anello al naso. Dovrebbe spiegare, infatti, cosa potrebbe ottenere a Bruxelles contro un provvedimento assunto, nel rispetto delle normative di legge (molto più rigorose in Italia dal resto dell’Europa), e contro una decisione dell’autorità giudiziaria amministrativa (il Tar) che ha deciso valutando ogni aspetto dei ricorsi presentati.
Con quale motivazione l’Ue casserebbe le decisioni del Governo Monti assunte, caro onorevole, con l’apporto di FI? Con la motivazione che il carbone farebbe male all’ambiente? Se così fosse dovrebbe far chiudere le centinaia di centrali a carbone che esistono in Germania, Danimarca, Inghilterra ed in ogni Paese dell’eurozona. Ma non lo fa non perché chiude gli occhi sulle eventuali ricadute negative della produzione di energia da combustibili fossili, ma perché la CO2 non è un veleno e perché le tecnologie moderne hanno portato a zero le emissioni nocive alla salute.
Infine, sempre l’illustrissimo onorevole, dimostra di ignorare che l’Italia per far andare avanti il proprio apparato produttivo deve comprare energia dai Paesi limitrofi, in particolare dalla Francia. L’import di energia costringe gli imprenditori italiani a pagare l’energia a prezzi più alti, ottenendo un costo di produzione più salato dei concorrenti stranieri. Ma a lui cosa importa? Le sue circa 20 aziende con 900 dipendenti circa (dati di Wikipedia), nei settori della sanità, dell’edilizia e dell’editoria, non sono energivore. E allora come bisogna concludere? Dicendo che poteva risparmiarsi l’intervento fatto solo per un pugno di voti, fregandosene altamente dei problemi del Paese. Al nostro interessa solo essere rieletto. Ma noi gli diciamo chiaramente: “No, grazie, abbiamo già dato”.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:18