Caro presidente… basta con i giochetti

Caro Renzi, lei sta scherzando con il fuoco. Non lo faccia, per carità. Dopo averci promesso di tutto, è partito con la Tasi, la benzina ed il catasto e come se non bastasse parla di aumento delle tasse sulle rendite. Le chiediamo: ma si rende conto?

Si rende conto che gli investimenti in titoli sono il frutto di risparmi che per essere accumulati hanno pagato e ripagato tasse? Si rende conto che la gente per mettere da parte un salvadanaio ha lavorato sodo, ha fatto sacrifici e su questi ha già irrorato di sangue il vampiro di Stato? Si rende conto che il risparmio messo a rendita non può essere considerato un furto, un privilegio, né tantomeno un parassitismo sociale? Chi le ha messo in testa questa stupidaggine che la espone al ridicolo? In Europa il risparmio è tassato diversamente che in Italia solo perché le imposte dirette sono tanto, ma proprio tanto diverse e soprattutto più basse. In Europa il sistema fiscale è più snello, semplice, più equo e serve a restituire ai cittadini servizi che da noi ce li sogniamo.

Lei, caro Renzi, non può farsi forte di questi paragoni per proporre aumenti sulle rendite, perché allora dovrebbe paragonare tutto dall’inizio alla fine e non solo quello che le torna comodo. Lei, caro Matteo, la parola “tasse” dovrebbe cancellarla se non per certificare che le diminuisce e basta. Insistiamo, non scherzi con le promesse, non scherzi con la gente, non è il caso presidente. Il Paese è al limite della rivolta fiscale, si danna con Equitalia e con l’Agenzia delle entrate, che terrorizza e tortura con le azioni di riscossione. Il Paese è avvelenato con il sistema tributario.

Se davvero vuole mettere mano alla delega fiscale, allora lo faccia caro presidente, per riconciliare i contribuenti con lo Stato e se non vuole usare certe parole come condono, sanatoria - perché gli ipocriti della politica griderebbero allo scandalo (salvo poi approfittarne, come sempre) - usi il termine pacificazione, accordo amicale. Veda lei, ma azzeri tutto il pregresso incassando il giusto e ripartendo sul pulito. Lei lo sa quanto contenzioso esiste? Lo sa che gran parte di quel sospeso così com’è traccia la linea fra la vita e la morte civile ed economica dei soggetti? Faccia qualcosa e lo faccia subito perché non c’è sistema fiscale che tenga se fra le parti c’è odio piuttosto che collaborazione e disponibilità. La gente quando sente parlare di fisco amico, ha il sangue che ribolle.

Parta da una serie di provvedimenti che spianino la strada alla semplificazione, all’alleggerimento, all’abbassamento di ogni pressione nella testa e nelle tasche delle persone, lasci perdere il resto ed eviterà il peggio che sta montando ovunque. Stimoli i consumi, perché senza propensione all’acquisto non c’è lavoro che tenga; stimoli la domanda interna mettendo soldi nuovi nei portamonete delle famiglie; obblighi le banche al credito al consumo. Venda le aziende locali che sono fonte di furti, sprechi e disservizi. Da ultimo liberi la casa dal massacro fiscale al quale è stata sottoposta dai dissennati che l’hanno preceduta: l’edilizia, se liberata e sostenuta, si tirerà dietro mezza Italia.

Lo faccia Matteo, lo faccia, è la sua occasione per mostrare coraggio e attributi. Se lo farà la porteremo in braccio e ci ricrederemo, altrimenti, creda, sarà rivolta, guai, indignazione e disobbedienza. Sappia infatti che il Paese per fare questo non avrà bisogno di acclamare Grillo!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:02