
Carissimo Renzi,
vogliamo insistere in queste nostre intelligenze scritte, permettendoci di fornirle una consulenza gratuita, che come ben sa in Italia è cosa rarissima. Non la consulenza, ma la gratuità.
Iniziando il suo cammino, fresco di incarico con riserva, ha già capito quanto tutto sia meno facile del previsto e quanto gli equilibri siano precari quando si tratta di posti e di potere. Tutti vorranno essere più importanti degli altri e nella coalizione di sostegno al suo Governo faranno a gara per strappare qualche posizione di prestigio. Lei lo immaginava, e di certo faceva bene. Dunque, caro sindaco (ci permetta di chiamarla ancora così), non sarà sorpreso degli ostacoli che comunque con i suoi modi ha certamente contribuito ad amplificare.
In Italia uno stile sommesso e piuttosto silenzioso a tratti funziona meglio di altri, questo è il primo consiglio che le diamo. Utilizzi il fioretto anziché la sciabola e le tornerà utile come esercizio ancora di più quando in Europa dovrà vedersela con i pezzi da novanta. Sappia infatti, caro Matteo, che farsi sfuggire in Europa durante una conferenza stampa un “Hollande chi?”, costerebbe molto ma molto di più che in Italia. La lista dei ministri come sempre sarà una scazzottata, uno entra uno esce, uno dentro uno fuori, veda lei, ma il secondo consiglio che le diamo è quello di non trattare troppo e di tirare dritto, perché più fitte sono le trattative e più sarà difficile rispettarle.
Faccia un Governo politico, scelga politici, il Paese di tecnici ne ha fin sopra i capelli. L’ultimo, seppure incoronato senatore a vita, ha distrutto il distruttibile riducendoci in fin di vita. I politici, per quanto dimezzati, stanno dentro la loro carriera e non sgomitano per essere buoni a tutto e in fondo sanno, quelli veri, entrare e uscire di scena con qualche stile. Enrico Letta ne è la testimonianza. Se può, caro Renzi, non insista con la favola dei cento giorni; creda, è sempre stata una trappola per tutti. Faccia il suo lavoro senza indugi e tutto verrà di conseguenza, giorno dopo giorno. La gente saprà capire quel che ci sarà da capire. Certo che alcuni provvedimenti andranno fatti subito, prima ancora delle grandi riforme che solo a sentirle nominare suscitano ormai l’orticaria; quindi potendo, provveda immediatamente all’occupazione, alla fiscalità e alla spesa pubblica. Per dimezzare il numero dei parlamentari di ogni tipo, nazionali, regionali, provinciali e comunali, basterebbe fare un semplice decreto che da subito ne dimezzasse il compenso e le diarie. Il risultato sarebbe certo, in attesa della modifica costituzionale.
Per dare impulso all’occupazione, piuttosto che sfruculiare i contributi, stabilisca che i nuovi occupati per i primi 4/5 anni paghino solo la metà di Irpef sul reddito e consenta alle aziende un credito di imposta per l’altra metà che resta. Istituisca un dipartimento delle privatizzazioni; gli dia due anni di tempo per vendere tutto il possibile, magari costituendo una sale society coordinata dalla Corte dei Conti per evitare tentazioni che in Italia sappiamo essere molto forti.
Insomma, caro sindaco, faccia in poco tempo quello che da sempre si sarebbe potuto fare in poco tempo, cerchi di riconciliare la gente con lo Stato e spenga il fuoco che sta bruciando la speranza di tutti. Noi vigileremo e con le nostre consulenze gratuite continueremo a suggerirle, modestamente, iniziative e cose da fare. Realizzi e tenga botta, se lo farà staremo con lei. Noi le maniche le abbiamo già rimboccate.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:10