Ricostituire lo spirito autentico di “Fare”

Pubblichiamo un intervento di Corrado Rabbia, candidato alla carica di coordinatore nazionale di Fare per Fermare il Declino.

Il 23 e 24 febbraio si svolgeranno le elezioni per nominare il nuovo direttivo ed il prossimo coordinatore nazionale di Fare per Fermare il Declino. Due le mozioni a confronto: “Oltre Fare” a sostegno della conferma di Michele Boldrin e “Ricostituire lo spirito autentico di Fare” promossa da un nutrito gruppo di iscritti di cui il terminale, quale candidato a coordinatore nazionale, è Corrado Rabbia.

Già dal titolo delle due mozioni si intuisce chiaramente come le posizioni non divergano sul merito del programma, ma sulle modalità per attuarlo. Michele Boldrin punta ad “immolare” Fare per costituire il “partito che non c’è”, noi vogliamo rilanciarlo recuperando quello spirito incendiario che aveva appassionato tante persone tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013. Se in apparenza la nostra scelta può sembrare in contrasto con lo scenario elettorale del futuro, che consiglierebbe appunto la dissoluzione del movimento proposta da Michele Boldrin per confluire in un’alleanza più allargata, in realtà i capisaldi della nostra mozione – visti in un’ottica di medio periodo – assumono i contorni di una proposta più strutturata e consistente.

L’obiettivo infatti non è quello di aggregare piccole fazioni con una forte identità personale, ma tutti quegli italiani scontenti dei partiti tradizionali che negli ultimi trent’anni hanno portato l’Italia al disastro. Per queste ragioni la nostra visione “anti-sistemica” mira alla disgregazione democratica dell’attuale sistema politico-economico e alla sua ricostruzione sulla base delle proposte così ben declinate nel programma economico di Fare. Sempre con questa chiave di lettura deve essere interpretata anche la nostra posizione di non partecipare alla tornata elettorale delle Europee, che vedrebbe Fare costretta ad alleanze d’interesse con forze e persone corresponsabili del declino del nostro paese, concentrandoci invece sulle elezioni amministrative quale strumento di radicamento sul territorio a sostegno attivo del mondo produttivo e delle famiglie che non accettano più le continue angherie di uno Stato oppressivo ed invadente.

In sostanza, il confronto congressuale proporrà la dualità tra una linea riformista di alleanze politiche e la nostra più coerente con lo spirito iniziale di Fare, più vicina alla politica fattiva che alle consorterie di salotto.

Tratto da Notapolitica.it

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:03