
Ill.mo Presidente,
anche se dalla comparsa di Tremonti nella compagine di Governo post 2008 mi sono sempre più allontanato dalla politica italiana, riconosco in lei un indubbio pragmatismo e, ancora oggi, una dimensione da “statista” difficilmente riscontrabile in questo non certo entusiasmante scenario politico italiano. Che cosa la differenzia dagli altri è l’innata visone omnicomprensiva che lei ha sempre dimostrato di avere delle problematiche italiane e l’impatto totale dei malcelati mali della nostra Italia sul contesto internazionale. Nella sostanza, l’unico uomo che può interagire con il popolo italiano per proporre una strada innovativa e risolutiva per una nuova Italia.
All’estero, mai più che in questo momento, vedono negativamente soprattutto l’instabilità del Governo. L’avvento di Renzi, in tutta la sua brutalità, ne è l’eclatante evidenza e al tempo stesso la dimostrazione che l’Italia va sempre più spedita verso “cambiamenti” di incertezza assoluta molto alta. Anzi, probabilmente lo stesso Renzi è pienamente cosciente che con la compagine di alleati di centrodestra (i vari Scelta Civica, Nuovo Centrodestra, Udc, ecc.) non può andare da nessuna parte se non a nuove elezioni, in un mutato quadro istituzionale (Riforme, legge elettorale e rapporti tra Stato e Regioni) al massimo nei primi mesi del prossimo anno, se non prima. Questa situazione fa mettere sotto la lente di ingrandimento tutte le criticità del Paese e, soprattutto dall’esterno, un debito pubblico ingente come il nostro, in queste condizioni politiche, spaventa.
Se non si vuole consegnare l’Italia nelle mani di finti innovatori o di rottamatori di turno, incluso Grillo, è dunque il momento del risveglio collettivo, indicando la strada per quel cambiamento a lungo atteso, che ahimè ancora oggi tarda a arrivare e che, per contro, solo una persona di “dimensione e visone superiore” ci potrà dare. Lei, Presidente Berlusconi, per i cittadini italiani si è sempre posto a garanzia di quella presa di coscienza della necessità di cambiamento dell’approccio della politica nei confronti del popolo e di una sua apertura alla società civile. Il suo “contratto” con l’Italia non ha voluto essere altro che un appello “alla responsabilità corale” di forze sociali e differenti culture civiche per dare soluzioni ai “mali dell’Italia”. Ma l’oggi evidenzia un’Italia sempre più isolata, la cui classe politica guarda sempre più spesso alla quotidianità dei problemi di sempre, senza capire che ben diversa è la situazione di un’Italia immersa in un panorama internazionale ben più complesso.
Guardando il quadro internazionale la situazione italiana, infatti, assume un’ottica completamente diversa, seppur drammaticamente peggiore. Gli stessi Stati Uniti, baluardo da sempre del libero mercato, mostra una condizione economica per la quale non primeggia più. Anzi, la sua condizione è tale per cui la strategia di fondo è passata dagli “attacchi preventivi” e onnipresenti di Bush al “seguire stando dietro le quinte” di Obama. In Europa ogni nazione ha attuato la propria “ricetta” per tenersi fuori dall’effetto dirompente dell’onda d’urto della crisi statunitense, sino all’avvento di Draghi e alla sua invenzione del “Fondo salva Stati”, con il quale si è dimostrato che solo attraverso una maggiore “unità” l’Unione Europea riuscirà a contrastare gli effetti esterni della crisi internazionale. In politica estera, d’altra parte, poca attenzione è stata data all’apertura degli Usa a nuove potenze regionali nel Mediterraneo e Medio Oriente: l’Arabia Saudita.
Ecco quindi che la realtà di oggi mostra un bisogno impellente di una nuova visione della nostra Italia, che possa dunque contemplare questi due nuovi riferimenti. Se da una parte emerge chiaramente la necessità di presentarsi a livello internazionale come un’unica entità, l’Unione Europea, dall’altra prende il sopravvento la mancanza di fiducia nelle Istituzioni e nel sistema politico italiano. Emerge una mera “necessità” di riconsiderare il nostro sistema di vita, adeguandolo a quelle che sono le concrete e reali esigenze del popolo italiano. Anche l’Europa e il suo lungo percorso istitutivo palesano una complessità di sviluppo che hanno portato allo stallo istituzionale di oggi: un qualcosa che rischia di bloccarsi e di “esondare” da un momento all’altro. Quasi le stesse pecche della nostra Italia: una società nelle sue generalità dalle grandi potenzialità, totalmente immobilizzata in quella organizzazione generata dalla propria Carta Costituzionale per l’Italia, così come il Testo Unico di Lisbona per l’Ue.
L’Italia ancora oggi si trascina il macigno della base fascista, su cui i “nostri Padri” hanno edificato quell’insieme di contrastanti esigenze democratico-comuniste che hanno portato con il tempo alla drammatica situazione dei giorni d’oggi. Sin dal suo debutto fu chiamata la Costituzione del Compromesso. Da allora a oggi non è stato altro che un complicare ancor di più una situazione di partenza già di per sé estremamente complessa. La sezione riguardante la Giustizia e la sua autonomia, incluso il Consiglio Superiore della Magistratura, ne è la massima dimostrazione di sopraggiunte “complicazioni”. Non è più accettabile un sistema giudiziario che dopo quattro anni decreta la nullità di un voto popolare! È l’ennesima dimostrazione che è il sistema intero che è arrivato a saturazione. Le perenni riforme applicate nel corso del tempo dimostrano che esiste la sempre più concreta necessità di andare verso un modello di Stato Federale: decentrato, autonomo e socialmente rispondente alle singole esigenze delle autonomie locali, ma al tempo stesso unicamente diretto e accentrato a livello europeo su questioni di politica di sicurezza nazionale, economia e finanza (federale).
È dal 1954 che si sta tentando di modificare il funzionamento di questa sempre più ignominiosa macchina, dimenticandosi che lo Stato non può far altro che generare altro Stato, complicando ancor di più la già insostenibile situazione. Così come per rinnovare l’Italia ci vorrebbe una nuova Costituzione, anche l’Europa necessita di rivedere, rinnovare, stravolgere con visione liberale e federale la propria “ossatura”. Se per l’Europa, dunque, si tratta di valutare e proporre lineamenti programmatici per ridurre il “deficit democratico” e incidere sulla semplificazione organizzativa e, quindi, proporre un passaggio verso un’organizzazione Ue meno complessa, con l’obiettivo di raggiungere nel lungo termine uno Stato Federale, per l’Italia la situazione è drammatica e sempre più ingovernabile.
In ragione delle sempre più frequenti manifestazioni di oltraggio ai diritti dell’uomo e d’incompatibilità della nostra Carta Costituzionale con la reale situazione sociale e politica, non resta altra soluzione che proporre in contemporanea con le Elezioni Europee, l’elezione di una “Commissione Costituente” (25-30 cittadini italiani) che arrivi alla riformulazione integrale di una nuova “Carta Costituzionale” da sottoporre, quindi, a Referendum popolare. Una riformulazione di un’Italia con un indirizzo per una Repubblica Federale, che abbia come riferimenti il rispetto delle libertà dei singoli e della sovranità popolare, il mutato scenario internazionale, le spinte verso un Federalismo Europeo e, contemporaneamente, la protezione e la difesa dell’identità e dei valori nazionali caratterizzati dalla tradizione popolare a livello locale.
Una Costituzione in cui anche la Giustizia, nella sua piena autonomia, trovi nuova credibilità attraverso l’imposizione della “apoliticità” dei magistrati, l’instaurazione di una gerarchia organica interna a ogni ordine e Tribunale, la separazione del settore Civile da quello Penale, così come in quest’ultima il chiaro orientamento di origine anglosassone da dare ai giudici direttamente gestiti a livello centrale, mentre per i procuratori un indirizzo a maggiore orientamento regionale.
La sua dimensione da statista, Presidente Berlusconi, non può rimanere insensibile a questa “ultima ratio”, senza la quale, non c’è Renzi che tenga, l’Italia è destinata a soccombere dietro lo stesso strapotere di uno Stato sempre più tiranno e potente.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:18