
Si chiama “canalizzazione del dissenso”. E la pillola va giù.
Ai tripli salti mortali con volteggio della disinformazione siamo abituati e avvistiamo il tanfo del tarocco non appena spunta dalla rotativa. Dunque il pasticciaccio brutto del 2011 ci è cosa stranota, lo scippo della sovranità popolare è consolidato e la notizia è scaduta, come uno yogurt scordato nel fondo del frigorifero. Del resto una nazioncina con istituzioni deboli, infarcita di pollastri bolliti e osannati come santi, rimpinzata di mercenari di infimo ordine nei posti chiave è facile bottino per i vincitori delle nuove guerre.
Intanto ci siamo mitridatizzati al “terribile quotidiano” tasse multicolori, fallimenti, promesse di marinaio, sberleffi e pernacchie indiane, monarchizzazione della presidenza all’insegna del “leone domestico, coniglio stradale”; il tutto mentre l’Occidente impazzisce, tra lezioni di sesso ai bebè, genitori seriali, un due tre, bingo!, e orride eutanasie di giraffe innocenti.
Chissà che razza di prozac fanno girare nelle condotte per averci ridotti a spettatori inebetiti di un simile sfacelo. In fondo, con questi scenari, pure un golpe è una barzelletta, ci rassicura in versione un po’ discinta Giuliano Ferrara. È vero, il Cavaliere disse: “obbedisco”; infatti il suo essere mammoletta, dal G8 di Napoli passando per Gheddafi, è cosa risaputa e forse finora gli ha salvato pure la pelle, giusto ci ha rimesso qualche canino: “Quello lì capisce sempre dopo: la mammola di Arcore”. Noi, convinti dall’adagio di andreottiana memoria, e più cattivelli di lui, l’abbiamo sempre azzeccata: sfogliare il blog per credere. E ora: “Chivieneavvoiadesso?”.
Viene che i padroni del vapore stanno organizzando schiamazzo, chiasso e sconquasso per preparare la successione di Sua Maestà, con vaselina annessa. Il vecchio Re ha compiuto la sua missione: svenduto l’Italia, ucciso la democrazia, neutralizzato l’apocalittico fantasista. Adesso tocca al mortadella, altro infingardo al soldo degli altri; si tenterà dunque di far passare nelle suddette condotte, insieme con l’olio di ricino, l’idea che potremmo essere più liberi e più felici con un bolognese pacioccone per finta, magari con un ragazzetto premier che si gireranno intorno al dito. È stupefacente che a questa bonifica del sistema fognario partecipi con delizia pure la cosiddetta stampa amica, Belpietro in testa.
Il Cavaliere intanto si gingilla con Dudù e con i soldatini. Sicuramente gli avranno promesso la luna nel pozzo e le riforme, e lui, al solito, ci ha creduto. Sicuramente le sue nuove pattuglie si staranno infarcendo di gattopardi, e lui brinda e sorride; sicuramente gli stanno preparando un processo di tipo indiano per mandarlo a fare compagnia a Girone e Latorre, che in Patria non ci torneranno più, e lui annuisce ottimista mentre Palmieri ci propina i soliti focus a risposta controllata. Sospettiamo (sempre per andreottismo spinto) che l’altrettanto sorridente Francesco sia fatto della stessa pasta naif. Ci saremmo aspettati un cardinalone furioso rispondere a “Sbanky” Moon: “L’Onu pensi agli stracacchi suoi e a tutte le nefandezze che combina”. Punto. E invece: scusi, grazie, prego, non è proprio così, ma colì. Fisichella mordeva e fu messo nel canile.
Direte voi: “Che c’entra questo con i fatti della nostra tristansuola monarchia?”. C’entra, c’entra. Perché le malattie dell’Occidente le abbiamo beccate in pieno noi, e se vogliamo vaccinarci dobbiamo mettere in fila tutti i fatti e i misfatti e preparare la resistenza. Questa guerra non si vince col buonismo, ma con un sano cattivismo e tanta chiarezza, cominciando col dire, su tutto quello che ci raccontano: “ceci, ce n’est pas une pipe”. È vero, non possiamo fare un granché: però la comprensione dei fatti è il primo passo verso la libertà, poi ci saranno le Europee. Speriamo che il mortadella non sia già sul trono, potrebbe anche darsi. Brrrr… E poi, tra qualche anno, Giuliano Ferrara ci dirà: “La notizia è che il Cavaliere era d’accordo”. Brrrr bis.
Tratto da Zonadifrontiera.org
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14