Redattori in uscita dal Sole 24 Ore

La professione giornalistica si sta profondamente trasformando. Lo dimostrano le recenti decisioni a La Repubblica (dopo l’elezione del nuovo Comitato di redazione riprenderanno le trattative sui tagli), al Sole 24 Ore (referendum il 12 e 13 febbraio su 40 esuberi), alla Gazzetta dello Sport (nuovo sciopero), ai periodici Rcs e all’agenzia Adnkronos (bloccata dall’agitazione contro i licenziamenti). Il comune denominatore imposto dagli editori, sotto la spinta o il pretesto della crisi del settore (meno copie vendute, meno introiti dalla pubblicità), è quello della riduzione degli organici. Meno giornalisti in redazione, ricorso a pensionamenti (sulla base dell’art. 33 del contratto, età + anni d’anzianità), prepensionamenti applicando vari articoli della legge sull’editoria del 1981, cassa integrazione una volta ottenuto lo stato di crisi, contratti di solidarietà con diminuzione dell’organico (almeno 3 giorni a casa al mese oltre la settimana corta) e della retribuzione (dal 15 al 30%), piani di smaltimento ferie arretrate (tutti i giornalisti ne hanno un pacchetto determinato dalla necessità di seguire alcuni avvenimenti anche per più settimane).

Tutti strumenti previsti ma mai utilizzati tutti insieme. Le novità assolute sono le cosiddette Unità organizzative redazionali (Uor) e la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato ex art.1 in contratti di collaborazione fissa ex art. 2 con concessione da parte dell’editore di cellulari aziendali, computer con possibilità di collegarsi al sistema centrale per poter lavorare da casa o da qualsiasi altro luogo esterno alla redazione. Va anche tenuto conto dell’operazione messa in atto dalla Fiat (controllo de La Stampa di Torino e maggiore azionista Rcs con il 20% del Corriere della Sera e della Gazzetta), con l’unificazione in una sola società della raccolta della pubblicità per i due quotidiani. Un’operazione che ha fatto temere qualche risvolto anche per le redazioni, considerate le non buone condizioni del giornale torinese.

Sarà anche un caso, ma da quando il peso della Fiat è cresciuto tra gli azionisti Rcs si assiste ad un progressivo smantellamento del settore periodici, con forte riduzione degli organici e chiusura di testate (da 32 a 12). Dal 2009 al 2013 si registrano tre stati di crisi che non hanno concluso la ristrutturazione. Anche gli scioperi dell’altro giorno alla Gazzetta dello Sport e all’Adnkronos rientrano nella protesta dei redattori contro i rischi di vedere snaturata la missione del quotidiano sportivo (per l’aggiunta che vorrebbe fare l’editore con l’inserimento di pagine sulle scommesse) e il ridimensionamento dell’agenzia di stampa. Complesso e innovativo il referendum al Sole 24 Ore per l’approvazione del verbale d’accordo sindacale sullo stato di crisi sottoscritto dal Cdr e dall’azienda il 31 gennaio.

L’assemblea di redazione si è pronunciata giovedì a favore dell’accordo con 107 sì, 19 no e 2 astenuti mentre la Fnsi ha detto no alla cessione dei periodici di Business Media ad una società controllata da Tecniche nuove che mette a rischio 41 giornalisti. Per il Sole 24 Ore contratti biennali di solidarietà con il taglio del 14% dell’orario, pensionamenti, prepensionamenti, uscite incentivate, piani di smaltimento ferie. La parte che maggiormente preoccupa è quella già contenuta nell’accordo del 15 ottobre 2013, che disciplina la trasformazione del contratto di lavoro dipendente e a tempo indeterminato in contratto di collaborazione fissa ex art. 2, lavorando da casa (una specie di telelavoro atipico).

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:09