
Fa un certo effetto accendere la tv e ritrovarti la faccia da severa madre badessa di Laura Boldrini che con voce affannata e tono concitato grida al linciaggio mediatico da parte di Beppe Grillo ai danni della Santissima nostra signora presidentessa del Parlamento, delle devote onorevoli del Pd e di un immacolato gruppo di eccellenti Santi del giornalismo televisivo italiano quali la reverendissima Daria Bignardi, Padre Fabio Fazio e tutti i catodici santi progressisti che in ogni tempo le furono graditi. Amen. La preoccupazione cresce nel vedere Enrico Letta che, in diretta dal Qatar, sente il bisogno di prendere la parola e dettare ai taccuini una viva reprimenda nei confronti della barbarie perpetrata ai danni della conduttrice de “Le Invasioni Barbariche” (nomen omen!).
Deve essere successo qualcosa di grave e allora bisogna cercare di capire. Pochi attimi ed il quadro sembra sufficientemente chiaro: la signora Boldrini è stata attenzionata da alcuni post a cinque stelle non proprio simpatici pubblicati sui social network (e da vivaci proteste in Parlamento) per aver usato il meccanismo della ghigliottina, impedendo di fatto ai pentastellati di ripetere fino alla noia molte ovvietà (e qualche cosa vera) in merito al decreto Imu-Bankitalia. Contestualmente, nel bel mezzo di una gazzarra parlamentare (come tante), le onorevoli del Pd sarebbero state appellate con epiteti sessisti sempre dai parlamentari grillini. Più complessa invece la vicenda della Bignardi che, intervistando il cittadino a Cinque Stelle Di Battista, avrebbe cercato di tendergli un’imboscata mettendolo in difficoltà sul passato fascista del di lui genitore 1 (o genitore 2, vorrei adeguarmi ma non ho ancora capito chi stia sotto e chi sopra… bisognerebbe chiederlo alla Kyenge).
Pronta è arrivata la replica via web da parte del M5S, nella quale si è ricordato alla Bignardi che il suocero (Sofri, ndr) è stato riconosciuto mandante di azioni a sfondo terroristico e che quindi non è stato corretto mettere in difficoltà il grillino oggetto di intervista anche perché certe spiacevoli e gratuite insinuazioni potrebbero specularmente essere applicate anche a lei. Il tutto consumando tale psicodramma principalmente su Twitter e Facebook. Appurato che si trattava di tre episodi inconsistenti, di aria fritta, di cose viste e riviste su cui si montava una soap opera giusto per intrattenere la casalinga di Voghera in astinenza da Beautiful evitando di affrontare i problemi veri, quelli scomodi, quelli seri, quelli che richiedono sale in zucca e non buoni a nulla e capaci di tutto, non ho potuto proprio fare a meno di ricacciare in gola alcune considerazioni che vorrei fare insieme ai pochi affezionati lettori determinati ad annoiarsi con i miei pistolotti.
Incredibile che oggi tutto avvenga su Twitter: la politica non fa più politica ma twitta di politica guardandosi bene dal farla, per cui ci ritroviamo la Boldrini che parla di web-stupratori potenziali, Grillo ed i suoi che ruttano come fossero in una web-osteria ed un web-entourage di dilettanti che digita di cotanta pochezza. Che poi, se per caso la Boldrini non gradisse i cinguettii di qualcuno, potrebbe semplicemente escluderlo dagli amici (bannarlo) evitando social-drammi cagionati dalle social-boiate di chi rischia di ammazzare i contenuti delle proprie rivendicazioni a causa dei toni sguaiati. La signora in questione dovrebbe imparare ad essere più sportiva (e non assoldare la Hagakure srl per dare la caccia a quelli che reputa essere web-delinquenti) ed accettare il dissenso, anche se espresso in maniera non proprio elegante. Anche se nella comunista Cina ricorrono frequentemente a pratiche simili per tarpare le ali a chi si dissocia dal pensiero unico, qui siamo in Italia e, ritrovarsi la polizia postale sotto casa per un “reato d’opinione” su Facebook, non è opportuno per chi riceve la visitina piuttosto che per lo sciocchino che la invia (spero che la presidente gradisca il termine “sciocchino”, altrimenti sarà mia cura fornirle l’indirizzo di casa).
Di per contro vorrei ricordare ai grillini che la presidente di cui tanto si lagnano è stata eletta proprio con il loro contributo determinante ad inizio legislatura. Era il periodo in cui i rigurgiti di un movimento tendenzialmente di sinistra si palesavano con maggiore insistenza ed i grandi statisti piddì, prima di considerarli eversori, li guardavano con simpatia volendoci fare addirittura il Governo perché, come accadde per la Lega, forse li consideravano una costola della sinistra. Adesso invece li definiscono pressappoco terroristi, confondendo le stelle a cinque punte con le cinque stelle. Mentre per il Pd le opinioni sono sempre state dilatabili alla bisogna come l’elastico delle mutande, spiace vedere un Movimento generalmente coerente che solo adesso avversa una signora che toglie la parola anche quando solo osano nominare Napolitano (difficile a credersi ma è vero: per la nostra Laura il presidente non può essere nominato in Parlamento).
Potevate pensarci prima o almeno ammettere l’errore. Quanto alle pessime battute a sfondo sessuale sulle parlamentari del Pd, non si capisce se ci si indigni (giustamente) in quanto esse vadano reputate vergini per definizione, perché altrimenti bisognerebbe chiedere a questi puristi dove fossero quando oggetto di attenzioni ancor più offensive erano la Carfagna, la Gelmini, la Prestigiacomo o addirittura “mamma Rosa”, la madre di Berlusconi oggetto di una “poesia” schifosamente volgare da parte del premio Oscar Roberto Benigni. Va da sé, infine, che la questione relativa alla Bignardi, lungi dall’essere un problema, è la solita pantomima tutta italiana in base alla quale se una bella firma della sinistra gioca sporco insinuando, screditando e facendo quella “disinformatia” tipica del Kgb, allora tutto fila liscio. Applausi.
Se qualcuno risponde per le rime viene fatto oggetto di scomunica, tacciato di adoperare comportamenti eversivi, l’olio di ricino, la gogna mediatica, la democrazia in pericolo, le petizioni dei soliti firmaioli buoni per tutte le stagioni e chincaglieria simile. Attaccare la simil Bignardi (tacendo ovviamente il perché sia stata presa di mira) equivale a violare un santuario, corrisponde ad innescare un meccanismo di isterica ipocrisia collettiva che può spingere anche un Premier, in visita ufficiale all’estero, ad annoiare la stampa straniera con il pensierino sul talk show di casa nostra. Magari la prossima visita ufficiale potrebbe anche servire per spezzare una lancia in favore della povera Maria De Filippi costretta a traslocare su Real Time, classico esempio della tirannia berlusconiana. Il Paese ospitante gradirà molto e non mancherà materiale per cianciare del nulla sui social network.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19