Bianca in affanno, crolla Linea Notte

Cosa sta accadendo al Tg3? Sono in tanti a sinistra a non riconoscerlo più come il telegiornale di riferimento e sono ancora di più quelli che sono delusi dalla linea editoriale del fu Telekabul. Il popolo, la gente come diceva il mitico direttore Alessandro Curzi, lo sta abbandonando a causa dell’eccessiva presenza di politici del Palazzo. Dopo aver rappresentato per tanti anni l’ala sinistra dei telegiornali di viale Mazzini, secondo alcuni analisti il telegiornale guidato da Bianca Berlinguer non riesce più ad attrarre quella fetta di ascoltatori che lo preferivano allo “schematico e comunque filo- governativo e filo-Quirinale” Tg1 e al laico ma socialisteggiante Tg2.

Gli indici di ascolto evidenziano un malessere diffuso per tutte le edizioni, ma in particolare per quella principale delle 19 e per il programma di approfondimento giornalistico Linea Notte condotta in prevalenza dalla direttora, figlia di uno dei politici più amati dalla sinistra. Bianca ha un carattere “tosto”, non si arrende ma si tira dietro anche molte invidie e molte antipatie. Finché le cose fanno bene, le critiche sono superabili. Ma nella tv pubblica gli ascolti e i sondaggi di gradimento contano. Il Tg3 non piace più come una volta. Non c’è più quella sintonia, o meglio ancora sinergia, con i giornalisti de “La Repubblica”.

È in affanno anche all’interno della Terza Rete (che vanta una media del 7,8 % di share nel corso della giornata), che pure supera la Seconda (media 7,4%) e si piazza al terzo posto nella graduatoria generale dopo l’ammiraglia Rete Uno (forte dei successi delle fiction, del calcio e della Formula Uno) e Canale 5. La Rai, nel complesso del 2013, stacca Mediaset di 6 punti (40,1) contro i 33,8 e il 5,4 di Cairo Communication (La 7), il 5,3 di Sky, il 3,7 della nuova Discovery e l’1,7 di Fox. Braccialetti rossi, Don Matteo, Sanremo, Montalbano, l’Angelus del Papa, la cucina della Clerici, Volare, Benigni portano Rai 1 al record del 19 per cento di share complessivo, contro il 15,3 di Canale 5.

Per la Terza Rete i punti di forza sono “Ballarò” di Giovanni Floris con la copertina del comico Maurizio Crozza, “Chi l’ha visto” di Federica Sciarelli, “Report” di Milena Gabanelli, “Presa diretta” e le inchieste di Riccardo Iacona, “Kilimangiaro” di Licia Calò, “Che tempo che fa” di Fabio Fazio (la presenza della presidente della Camera, Laura Boldrini, ha fatto registrare oltre 3 milioni di telespettatori). E il telegiornale? Non va bene (una media spettatori di poco superiore ai 2 milioni alle ore 14,30 e 2 milioni e 400mila alle ore 19, tra il 12 e il 13% di share). Per alcuni troppa politica di Palazzo, per altri troppa ideologia persino nella cultura e nella cronaca. Quello che notano e registrano sopratutto i vecchi “estimatori” è lo smarrimento della testata.

I “maligni” sostengono che la causa risiede nelle scelte di Bianca Berlinguer, che ha fortemente appoggiato le linee dell’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani; secondo altri ci sono troppi “veltroniani e dalemiani” in redazione. Altro motivo la perdita di alcune firme: da Rita Mattei a Oliviero Bergamini che hanno preferito altre redazioni. Nel malessere generale dei telegiornali Rai (il Tg1 si attesta ormai a poco più di 5 milioni e mezzo di telespettatori alle ore 20), la nota più dolente per il Tg3 è il quasi flop di “Linea Notte”, che naviga tra il 4 e l’8 per cento di share, senza capacità di incidere nel panorama politico, anche per la presenza di ospiti spesso di terza fila. Uno sforzo non ripagato anche la mattina con “Agorà” condotto ora da Gerardo Greco dopo la stagione di Andrea Vianello, diventato direttore della Rete al posto di Antonio Di Bella.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:17