La legge elettorale e le priorità del Paese

Che i sistemi elettorali siano importanti per la governabilità e per la democrazia rappresentativa non v’è dubbio, ma solo in Italia negli ultimi vent’anni si è ripetutamente cambiata la legge elettorale con i risultati però che tutti noi conosciamo. Ci sono state maggioranze di centrodestra e centrosinistra, alcune numericamente bulgare; si sono fatte coalizioni, fusioni, aggregazioni fra partiti e partitini, eppure il Paese sta come sta. La verità è che al di là tutto il problema non è dei numeri, ma degli uomini che guidano e… governano. E in Italia tutti quelli che veramente contano sotto sotto sono sempre gli stessi.

Un carosello dove ci si passa il testimone ma il filo rosso resta quello. Non è un problema di nomi (talvolta nuovi), ma di testa, di cultura, di coraggio (tanto coraggio), per tagliare, spezzare ed eliminare tutte quelle ragnatele e quelle linee di potere e d’interesse che non pensano al Paese ma solamente a se stesse. Ancora oggi negli annunci e nelle dichiarazioni sempre le solite parole: riforme, Costituzione, privatizzazione, risparmi e giustizia sociale.

Ma nulla che capovolga davvero lo stile ed il pensiero che ci ha condotti sino a questo punto. Basterebbe chiedersi il vero perché del nostro immenso debito economico; il vero perché di alcune caste e come si sia potuto crearle; il vero perché di alcune leggi; il vero perché di alcuni poteri, per decidere di cominciare da lì il cambiamento. Escono libri con storie date e resoconti terrificanti sulla nostra storia recente della politica, sugli affari, sulle scelte, sugli sperperi, sugli intrighi e quant’altro e ci si chiede se sia possibile che tutto sia stato e che tutto continui ad essere così com’è.

Per cambiare davvero bisognerebbe partire da lì: tagliare, capovolgere e finalmente guardare al futuro. Manca - e Dio sa quanto servirebbe - un nuovo progetto culturale del Paese, un nuovo modo di fare pubblico e di fare privato, un nuovo modo di considerare gli elettori prima ancora di pensare come farli votare, prima ancora di studiare il metodo migliore per utilizzare gli elettori al raggiungimento del potere. Questo appare dal dibattito odierno, una ossessione per un metodo che algebricamente garantisca più potere. E tutto il resto viene dopo. Cari politici, cara casta di qualsiasi tipo, la gente è stufa davvero ed anche se vi sembra di poter ancora tirare la corda vi sbagliate.

Non è così perché il Paese è fermo, piegato, impaurito, soffocato, ma anche disperato e la disperazione fa brutti scherzi specie se la si raggiunge per colpe degli altri, ed i cittadini vi danno la colpa perché è vostra la colpa di questo disastro. Insomma, legge elettorale o meno, ci avete ficcato in un tunnel buio, freddo e stretto. Cari signori, tiratecene fuori al più presto e con i vostri sacrifici perché i nostri li abbiamo fatti e non ne possiamo più.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:15