
Informazione, si cambia. Giro di poltrone per la riorganizzazione dei vertici giornalistici in Mediaset. Cambiamenti in Rai che dopo la nomina di Salvatore Morgante alla testa della Tgr si appresta ad avere domani un nuovo direttore del giornale radio. Due mosse conseguenti agli accadimenti registrati negli ultimi mesi all’interno dei due gruppi. L’immagine di Mediaset era quella di una televisione che aveva trovato un nuovo equilibrio tra le testate che forniscono informazione da Cologno Monzese e da Roma a seguito dell’uscita di Emilio Fede dal Tg4 dopo anni al vertice del telegiornale considerato il più berlusconiano dei media italiani.
Dopo la recente scelta di Berlusconi di chiamare come “consigliere politico” di Forza Italia il suo successore Giuseppe Toti, 44 anni, si era resa necessaria la riorganizzazione della linea di comando interna in quanto il giornalista-simbolo della nuova guardia politica forzista lasciava la direzione del Tg4 e di Studio Aperto. I cambiamenti in Rai derivano dalla necessità di dover sostituire il milanese Alessandro Casarin (dimessosi per motivi personali) a capo della mega-struttura della testata per l’informazione regionale (20 sedi, 3 telegiornali e 3 giornali radio ogni giorno, più settimanali, speciali, contributi alle testate nazionali, con quasi 800 giornalisti e tele-cineoperatori in organico).
La staffetta Morgante-Casarin può essere considerata una continuità della linea editoriale del direttore generale Luigi Gubitosi (orientamento Pd laico-cattolico moderato). Non è così per la sostituzione di Antonio Preziosi con Marcello Sorgi alla testa del giornale radio, l’altra mega-struttura dell’informazione di viale Mazzini (quasi 200 giornalisti, Gr ogni mezz’ora, tre reti 24x24, speciali come Radio anch’io e il gruppo della redazione sportiva, guidata da Riccardo Cucchi, che gestisce una striscia quotidiana di notizie, Tutto il calcio minuto per minuto, Zona Cesarini). Marcello Sorgi, che per pochi mesi era stato direttore del Gr prima di guidare per 2 anni (1996-98) il Tg1, torna in Rai come salvatore della radio pubblica, che festeggia in questi giorni i novant’anni di vita con non pochi affanni e ammacchi, superata dalle private. Il cambio di panchina questa volta non sarà di ordinaria amministrazione. La Rai ha infatti strutture e mentalità obsolete.
I grandi risultati arrivano ancora dal calcio (a parte la Nazionale, Roma-Juventus di Coppa Italia ha fatto registrare 9 milioni e 500mila spettatori) e dalla fiction (vedi “Un matrimonio” di Pupi Avati, “Don Matteo” oppure le puntate sugli anni di piombo su Luigi Calabresi e Mario Sossi). Mediaset preferisce giocare in casa, facendo ruotare i suoi uomini di punta, anche se negli ultimi tempi non sono mancati problemi per Pier Silvio Berlusconi, costretto a fare la voce grossa per alcune trasmissioni dai contenuti etici discutibili. Punti di forza sono il Tg5 guidato da Clemente Mimun e “Striscia la notizia” di Antonio Ricci.
L’informazione di Mediaset, come ha osservato il direttore generale Mauro Crippa, è capace di “rinnovarsi valorizzando sempre più le risorse interne all’azienda”. Da questa settimana Mario Giordano è il nuovo direttore del Tg4, lasciando Videonews dove torna Claudio Brachino, che mantiene la direzione giornalistica di Sport Mediaset. Un ruolo nevralgico per la responsabilità che si estende su molti programmi e sulla gestione di star e loro agenti. Direttore di Studio 1 diventa Anna Broggiato, di cui era vice dal 2004. Confermati nei loro ruoli Alessandro Banfi e Paolo Liguori.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:14