
Via libera in Commissione Affari Costituzionali alla Camera al testo base della legge elettorale. Hanno votato a favore tutti i partiti della maggioranza (Pd, Ncd, Sc, Pi) e Forza Italia. Resta però il nodo della delega al governo per disegnare i collegi elettorali: FI è contraria, mentre la chiedono tutti i partiti della maggioranza. “Si colloca la necessità di pervenire al più presto all’approvazione di riforme istituzionali”.
È quanto ha scritto il presidente Giorgio Napolitano in un messaggio inviato al congresso di Sel a Riccione. Nessuna apertura di Forza Italia sulle preferenze. Sarebbe questo l’esito dell’incontro, secondo fonti parlamentari, tra Denis Verdini (nella foto) e Maria Elena Boschi. Forza Italia potrebbe invece concordare su un innalzamento della soglia dal 35 al 38 per cento. Il tema della riforma elettorale continua a tenere banco nel dibattito politico, dopo che l’altro ieri il premier ha detto che sarebbe preferibile per i cittadini poter scegliere attraverso le preferenze.
In questo senso Angelino Alfano ha fatto appello a Berlusconi augurandosi che sul no alle preferenze il Cav “si ravveda”. Contro le preferenze invece il ministro Dario Franceschini: “Vedo che le preferenze sono diventate improvvisamente popolarissime ma io, che ho iniziato a prenderle, e molte, a vent’anni, sento il dovere morale di dire che oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle, non soltanto perché farebbero quasi certamente saltare l’intesa raggiunta ma molto di più per i danni al sistema politico e alla sua trasparenza; come tutti sanno, farebbero aumentare a dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con tutti i rischi connessi, non sempre porterebbero in Parlamento i migliori e comunque lo priverebbero della presenza di competenze e professionalità indispensabili.
Io da capogruppo – ha aggiunto Franceschini – ho conosciuto deputati indispensabili per competenze e lavoro che non riuscirebbero mai a essere eletti. Non è un caso se in nessun Paese di Europa sono utilizzate le preferenze per il Parlamento nazionale, ma soltanto o collegi uninominali, da sempre la proposta del Pd, o liste corte, perché dappertutto cercano intelligentemente di avere gruppi parlamentari che siano un mix di radicamento territoriale e competenze”. “Sabato scorso con Renzi abbiamo dato il via non solo alla legge elettorale - ha detto Berlusconi in una telefonata fatta all’assemblea provinciale di Potenza di Forza Italia - ma abbiamo dato il via alla prima importante riforma del nostro assetto costituzionale perché così com’è l’Italia non è governabile”.
“Mi sembra che Renzi abbia fatto una cosa doverosa, per cambiare le regole del gioco bisogna parlare col leader dell’opposizione – ha detto ieri Pierferdinando Casini – La parte più significativa dell’accordo sulla legge elettorale è il superamento del bicameralismo perfetto, siamo l’unico Paese ad averlo. Poi la riforma del Titolo V. Nella proposta di nuova legge elettorale vedo due problemi, ma Parlamento non è un passacarte e potrà migliorarla. Il primo è lo sbarramento al 35%, con un premio di maggioranza così alto. Deve salire almeno al 40%. E poi le preferenze, che non vanno mitizzate.
Però con i collegi così stretti non hanno controindicazioni, permettono solo agli italiani di scegliere. Fidarsi di Berlusconi? Quando Berlusconi ha mandato a gambe all’aria la bicamerale c’erano altri interlocutori sia a sinistra che a destra. Oggi questa è l’ultima occasione per Berlusconi di un grande riscatto, non ha nessun motivo per saltare l’accordo sulla legge elettorale. È lui che ha più da guadagnare rispetto a Renzi. La gente vuole la risoluzione dei problemi. Renzi non è stato banale. Ha parlato con Alfano, è venuto anche da me. Ha fatto un accordo con Berlusconi senza rompere con gli altri”. “L’Italicum è una legge peggiore dell’attuale, ci sono le liste bloccate, non ci sono le preferenze, c’è un premio elettorale del 20% quindi non c’è possibilità di scelta e sopravvivrebbero due-tre partiti – ha detto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini – È una legge fatta su misura per la convenienza di qualcuno.
Detto questo, come Lega, continuiamo a dire che la nostra priorità è un’altra, è il lavoro, la disoccupazione, la farsa della mini-Imu di oggi, la Tares e, l’Euro che continua ad ammazzare le nostre imprese. Dopo tutto questo dibattito ci saremmo aspettati una legge elettorale più vicina alla libertà di scelta per i cittadini. Io da segretario della Lega ho scoperto che c’era una norma salva-Lega perché l’hanno detto tutti i giornali – ha proseguito Salvini – non mi interessa il salva-Lega, guardiamo il principio. Una legge elettorale deve permettere la governabilità, sicuramente, però deve dare anche rappresentanza ai cittadini, ai territori, alle regioni: non è che se la Lega prende il 30% in alcune regioni e meno in altre deve sparire perché non siamo presenti in tutta Italia”.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:08