E si alzò un grido: ridateci Bettino Craxi!

Il vero cambiamento - sostiene in un suo libro Claudio Martelli, allora vicesegretario del Partito Socialista Italiano - avviene al Governo con “due sfide vittoriose contro chi aveva promosso un referendum per abbattere Craxi (1985) e la sua politica economica. E contro la pretesa americana di dettare legge sul nostro territorio.

La scala mobile e la vicenda di Sigonella. Al fianco di una figura come quella di Bettino Craxi, quasi ad integrarla, ma con una sua dignità e autonomia, viene posta quella di Marco Pannella che in quegli anni “craxiani” agita col suo piccolo ma fondamentale Partito Radicale i grandi temi della convivenza civile - basti pensare al referendum sulla giustizia partendo dalla terribile vicenda di Enzo Tortora - assumendo il ruolo carismatico del più laico dei nostri politici, da mezzo secolo l’unica presenza religiosa e profetica nella nostra dissestata democrazia e nel nostro sconsacrato stato di diritto”.

Il curioso accostamento dei due personaggi da parte di Martelli serve a definire l’intero e complicato sistema italiano di allora e le stesse pulsioni dello scrittore, fermo restando che il suo libro - pur autobiografico e come tale debitore al proprio ego altre che alla nostalgia che si nutre, spesso, di amnesie e di rimozioni, come si vedrà in altra occasione - è una incontrovertibile riabilitazione storico-politica di Bettino Craxi, delle sue scelte interne, della sua politica internazionale, insomma del suo decisionismo che aveva a che fare con grandi “attori protagonisti” sulla scena quali Reagan, Thatcher, Mitterrand, Kohl, Gheddafi (cui salvò la vita, ma è un altro discorso), Gorbaciov, Arafat, Rabin, Peres, Mubarak, ecc.

Perciò, domandiamoci: perché in questi mesi ci si ricorda così spesso di Bettino Craxi? Perché il suo nome, nonostante gli anni della damnatio memoriae - e nonostante la sua non pronunciabilità, come quella di “rimpasto!”, da parte di quel Renzi precipitoso assai sulle scale russe della politica - è scandito sui giornali? (l’ultimo, “Il Tempo”, ha titolato in prima pagina: “Paese umiliato. Ridateci Bettino”) Perché su alcuni libri, da quello citato di Martelli a quello di Nicolò Amato, la sua figura esce a tutto tondo come quella di un leader al cospetto di un’Italia in declino, incerta, barcollante, sull’orlo della disperazione e con un Governo sempre col piede nella fossa? Perché tutto questo avviene, tra l’altro, in occasione dell’anniversario della sua morte (19 gennaio 2000) ad Hammamet, dove è sepolto dal 2000 in un piccolo cimitero cristiano?

L’immagine di Craxi si staglia forte e rocciosa sul panorama di macerie di questa Italia anche e soprattutto perché il leader socialista aveva fatto del suo socialismo democratico e liberale uno strumento al servizio di un Paese con Governi allora non diversi dall’attuale quanto a instabilità (non c’era il maggioritario ma il proporzionale e le cose andavano un po’ meglio di adesso, ma...). La sua leadership, pur in un quadro di alleanze e di difficoltà sia economiche che politiche, puntò tutto sul decisionismo convinto com’era, riprendendo il famoso proverbio del laburista Clement Attlee, che “la democrazia è un sistema fondato sulla discussione, ma funziona soltanto quando si smette di discutere”.

Nel frattempo, come si diceva, sono usciti queste testimonianze su Craxi che sembrano come spiegare quel perché di cui sopra, le ragioni per le quali, per esempio “Il Tempo” di Roma, tramite il suo direttore Gian Marco Chiocci, abbia a viva voce evocato la figura craxiana a proposito dei due marò. “Perché (eccolo di nuovo il perché) - sostiene Chiocci - siamo anni luce lontani dalla prova di forza di Craxi con gli americani fronteggiati a Sigonella dai carabinieri. Ecco, il copione (della viltà di oggi e dell’incertezza governante) si ripete di fronte all’India che tiene prigionieri i nostri due marò, due militari imprigionati all’estero e a rischio di condanna di morte. L’Italia impotente è derisa e umiliata. Ridateci Bettino Craxi, un gigante al cospetto di questi nani da Governo”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:19