
La chiusura di carrozzerie e officine meccaniche sembra non placarsi. In meno di un decennio, si sono più che dimezzati i posti di lavoro nel settore dell’autoriparazione. Un fenomeno ieri dovuto alle rottamazioni, oggi sia alla crisi che alle leggi di disincentivo dell’artigianato legato all’automobile. Non dimentichiamo poi che l’adeguamento a sempre più severe normative europee sta desertificando rivendite d’auto, carrozzerie, officine, rettifiche, demolizioni ed elettrauti. Ora sono a rischio di chiusura altre 20mila carrozzerie: più di 60mila posti di lavoro in bilico, e questo non migliora affatto la sicurezza degli automobilisti. Infatti per gli “eurocrati” sarebbe necessario incentivare la sostituzione più che la riparazione dei veicoli.
Ma la crisi non permette a sette italiani su dieci di poter disporre di risorse per l’autoriparazione, figuriamoci per l’acquisto di una nuova auto. Circa un migliaio di carrozzieri sono scesi in piazza a Roma per protestare, ma sia democratici che Nuovo Centrodestra li hanno ignorati. Eppure all’attuale maggioranza di Governo si devono gli effetti della norma contenuta nel decreto “Destinazione Italia”: prevede sia l’assicurazione a scegliere dove far riparare le auto, imponendo i costi e decidendo se sia il caso di far riparare o di obbligare il danneggiato a rottamare il veicolo. Di fatto si limita la libertà del cittadino.
Aumenterebbero le rottamazioni di veicoli non nuovi e di valore sotto i tremila euro, anche se in buono stato e lievemente danneggiati La norma è stata introdotta dal Governo con l’intento di abbassare i premi delle polizze: ma per carrozzieri e cittadini va contro la libera concorrenza. Al fianco delle officine si sono schierati Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia: hanno promesso di battersi perché la norma venga modificata in fase di conversione.
Ma i carrozzieri hanno ricordato che “questa legge è stata presentata al Governo con il sostegno di Pd e Ncd, forze di maggioranza che vogliono decidere di mantenerla, in ossequio a poteri forti di assicurazioni e costruttori d’auto”. “In Italia abbiamo il costo delle polizze più elevato d'Europa – ha detto il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella – è una situazione insopportabile per il consumatore. A nostro avviso le assicurazioni hanno avuto dei comportamenti non particolarmente efficienti, quindi molte delle misure del Governo, se correttamente attuate, possono servire, ma va continuato il processo di riforma”. Ma l’Antitrust non ha detto d’inasprire la norma fino a portare alla chiusura le officine.
Il punto della riforma che preoccupa i carrozzieri è quello della riparazione: che non prevede l’indennizzo ma solo la riparazione in un’officina convenzionata, ed il divieto di cedere il credito dell’assicurato al carrozziere. “Se queste regole dovessero passare – spiega Mario Turco (segretario generale della Cna autoriparazioni) – ci sarebbero aziende che chiuderebbero e altre che sceglierebbero di diventare fiduciarie a condizioni capestro, scegliendo di lavorare sotto-costo: così spingono le aziende verso il lavoro nero e la bassa qualità”. Ancora più fosca la visione di Silvano Fogarollo (presidente di Confartigianato Carrozzieri): “Metà delle 17mila carrozzerie indipendenti italiane chiuderanno, le altre diventeranno fiduciarie, col cappio al collo delle assicurazioni come avviene in Inghilterra”.
Oltre alle difficoltà per le aziende, i carrozzieri indicano grossi disagi anche per i cittadini: a partire dalla mancata possibilità di scelta del proprio riparatore di fiducia, con possibili lavori di bassa qualità e spesso fatti sotto-costo. “Sono anni che ci dicono di chiudere – spiega un artigiano – prima ci dicevano che inquiniamo, che col tempo le auto si cambieranno direttamente dal costruttore anche solo per un fanalino rotto, che solo in Italia c’è quest’andazzo del riparare… Io ho girato tanto, ho visto che all’estero nessun Governo legifera per chiudere carrozzerie ed officine. Forse è l’ennesima trovata italiana per far aumentare i disoccupati”.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:21