
Le decisioni del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, hanno scontentato tutti. Non è tanto una questione di campanilismo, ma dietro la scelta dei collaboratori provenienti da altri territori si nasconde un’amara realtà: l’impossibilità di scegliere tra le varie anime del centrosinistra lucano, profondamente diviso. Anche il fatto che il Governatore abbia tenuto per sé alcune deleghe importanti come gli Affari istituzionali, la Protezione civile, la Cultura, la Programmazione e le Finanze dimostra la debolezza della nuova maggioranza uscita dalle elezioni anticipate del 17 e 18 novembre 2013.
I lucani tornavano alle urne a seguito delle dimissioni del presidente Vito De Filippo, ex Margherita e lettiano, che era stato governatore la prima volta nel 2005 e rieletto nel 2010 quando con 202mila voti sconfisse l’esponente di centrodestra, Nicola Pagliuca. Marcello Pittella, 51 anni, fratello di Gianni che aveva concorso alla segreteria nazionale del Partito Democratico sfidando Matteo Renzi e Gianni Cuperlo, è appoggiato da una coalizione composta da Pd, Psi, Italia dei Valori e Realtà Italia.
La Basilicata è andata al voto con la vecchia legge elettorale non avendo modificato lo statuto, quindi con turno unico (senza ballottaggio) con l’assegnazione di 20 seggi consiliari, di cui 10 a Potenza, 6 a Matera e 4 del listino. Quello che è cambiato è il numero degli assessori passato da sei a quattro. Pittella, dopo gli scandali che hanno colpito gli uomini di potere del centrosinistra, si è trovato in questi mesi di fronte alla necessità di ricomporre un gruppo credibile di gestione amministrativa.
La strada scelta è stata quella di una giunta tecnica e di non lucani, ad eccezione di Michele Ottani che pur avendo origini lucane lavorava da lunghi anni a Bruxelles. Le altre tre nomine sono state contestate da destra e sinistra. Per il segretario del Pd, Vito Santarsiero, “la Giunta non è proprio quella che ci aspettavamo”. Mancanza di chiarezza e di programmi per l’oppositore di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa. Per Napoli (Forza Italia) bisogna capire le reali motivazioni del ricorso ad assessori esterni: “È un espediente per non fare i conti dentro il Pd e garantirsi una certa governabilità”. Perplessità ha suscitato la nomina dell’avvocato di Siena Aldo Berlinguer, figlio dell’ex ministro comunista Luigi e che ha ottenuto una vasta delega che comprende Ambiente, Territorio, Infrastrutture, Opere pubbliche.
Di difficile comprensione la scelta della professoressa Flavia Franzoni, che insegna Farmacologia cellulare all’Università di Sassari. Scarsa conoscenza della Basilicata e dei suoi problemi per Raffaele Liberali, capo del dipartimento romano del Miur. Pittella si è difeso parlando della necessità della Basilicata di “volare alto e di rivolgersi all’Europa con la sua programmazione 2014-17”. “Attenzione al corto circuito democratico”, gli risponde Giuseppe Potenza, segretario regionale della Dc-Libertas. Si tratta di schermaglie politiche che puntano gli obiettivi verso le elezioni di primavera, quando si eleggerà il nuovo sindaco di Matera e verranno scelti i candidati meridionali per il Parlamento di Strasburgo. La partecipazione alle urne è stata molto bassa (solo il 47,7 degli aventi diritto contro il 62,8 delle precedenti elezioni), segno evidente di sfiducia nei confronti della politica e di reazione alle gravi difficoltà economiche della regione.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:06