Sardegna al voto per la zona franca

Trasformare la Sardegna in una grande aerea extra-doganale. Come Livigno o Campione d’Italia. In tutta Europa le zone fiscali stanno prendendo piede e quindi non sarebbe un’anomalia. In Cina hanno ottenuto grandi successi anche occupazionali. È questo l’obiettivo strategico di Ugo Cappellacci che si ricandida alla presidenza della Regione Sardegna (si vota il 16 febbraio) dopo aver battuto nel 2009 Renato Soru, il fondatore di Tiscali, passato al Pd comprandosi anche l’Unità (il giornale comunista del sardo Antonio Gramsci) e finito ora sotto processo per evasione fiscale. Il governatore uscente ha compiuto una mossa anche formale. È uscito da Forza Italia per entrare nel Movimento Sardegna Zona Franca - Lista Maria Rosaria Randaccio.

È stato un atto politico per aprire le porte della regione ad una rivendicazione nata e cresciuta nelle vie, nelle piazze e nelle case di tanti paesi e città. Un ponte attraverso il quale tradurre la loro opera in azione politica. “Sarebbe – ha dichiarato Cappellacci – una grandissima opportunità per l’Italia e per l’Europa perché la Sardegna gode di una posizione territoriale strategica, trovandosi al centro del Mediterraneo”.

Ugo Cappellacci ha avuto già colloqui a Bruxelles in quest’ottica. Il punto di partenza è il nuovo scenario economico mondiale che vedrà gli abitanti dell’Africa crescere dal miliardo attuale ad oltre 3,5 miliardi entro l’anno 2040. L’isola italiana potrebbe rappresentare un ponte ideale per gli scambi tra i mercati africani in espansione e quelli europei.

Per ottenere la zona franca integrale occorreranno convinti passi da parte del Governo e del Parlamento italiano. La Sardegna ha necessità di fare un salto di qualità soprattutto a livello di infrastrutture. Il 78% dei Comuni è a rischio spopolamento, i giovani abbandonano l’isola perché non trovano lavoro. Sono due le grandi risorse da sfruttare: il turismo, che registra la presenza di 4 milioni di persone all’anno, e l’agricoltura.

A questo proposito gli sforzi saranno indirizzati verso le nuove generazioni. Avranno la precedenza nei finanziamenti i giovani che puntano ad aprire nuovi insediamenti agricoli. Largo ai giovani, dunque (ora 7 aziende su 10 sono condotte da anziani ultra 65enni), e alle donne la cui quota è salita al 24%. Migliora la percentuale dei laureati (+4,0%) e dei diplomati saliti al 14%. Un timido cambiamento che passa anche attraverso i marchi di qualità dei prodotti agroalimetari.

Sul piano politico la Regione ha avviato il risanamento dei conti di bilancio. Il disavanzo nel 2009 era di 2 miliardi di euro. Sono stati necessari tagli e risparmi per chiudere l’esercizio 2012 con 525 milioni di rosso. La battaglia sulla quale si concentrerà la campagna elettorale è quella sui costi della politica. Dall’agosto del 2012 ai componenti della giunta e ai consiglieri sono stati ridotte del 25% le indennità.

Misure imposte dai fatti scaturiti dall’inchiesta della Procura di Cagliari che vede sul banco degli imputati grossi personaggi politici del Pd, Pdl, Udc, Idv accusati di peculato per le spese pazze legate ai fondi destinati ai gruppi. C’è già una vittima eccellente: l’europarlamentare Francesca Barracciu (Pd) dopo aver vinto le primarie è stata costretta dal segretario Matteo Renzi a rinunciare alla candidatura a governatore, gettando nel caos il centrosinistra. Il Movimento 5 Stelle non si presenta alle elezioni. A contrastare Cappellacci per ora c’è Michela Murgia di “Sardegna possibile”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:07