La Rai compie 60 anni tra

La Rai festeggia i 60 anni della televisione e i 90 anni della radio con un buco di bilancio mostruoso: 245 milioni. Un’azienda, come scrive Beppe Grillo nel suo blog, che incassa 2.683,9 milioni con 10.746 dipendenti che costano 922 milioni spende per consumi di beni e servizi esterni 1.612,6 milioni. Il 60 per cento dei ricavi. «È una follia gestionale» aggiunge il leader del Movimento 5 stelle, di cui fa parte il presidente della commissione parlamentare di vigilanza Fico il quale chiede la pubblicazione, come Brunetta, di tutte le retribuzioni dei dipendenti, tra cui 579 dirigenti o assimilati, il che vuol dire uno ogni 18 dipendenti.

Mancano, inoltre, nel bilancio i nomi delle società che incassano 1.612 milioni di euro da una società pubblica. Posizioni e giudizi polemici? Strumentali precisano in privato alcuni componenti del Consiglio di amministrazione alle prese con il varo della nuova programmazione e la necessità di effettuare quella «inesorabile politica di contenimento di spesa» indicata dal direttore generale Luigi Gubitosi. A complicare le cose è arrivata la decisione del ministro dell’Economia Zanonato (l’azionista di maggioranza) di non concedere alla Rai per il 2014 l’adeguamento del canone all’inflazione. Resta a 113,5 anche perché le risorse dovranno giungere dalla lotta all’evasione che è diventata molto alta (gli italiani che non pagano il tributo superano il 30 per cento).

I dipendenti dell’azienda pubblica si affidano a Papa Francesco che incontreranno il 18 gennaio, come ha confermato via email la presidente Anna Maria Tarantola, alla sala Nervi, il quale coglierà l’occasione per ribadire alcuni principi etici ai quali devono richiamarsi l’informazione e i programmi di una televisione pubblica che entra in tutte le case e si rivolge a tutte le famiglie.

Al di là delle polemiche di questi giorni, delle nomine, degli spostamenti il discorso si sposta sulla scadenza della concessione nel 2016 e sulle delicate prove che attendono la Rai nel 2014 quando in primavera ci saranno le elezioni amministrative e soprattutto quelle europee. Era il 3 gennaio 1954 quando l’annunciatrice Fulvia Colombo comparve in video per comunicare la nascita del Programma nazionale Rai, l’attuale Rai1. Il primo Telegiornale diurno fu condotto da Emilio Fede in coppia con Bianca Maria Piccinino, la sera da Massimo Valentini.

Sono passati 60 anni dall’inizio regolare del servizio televisivo dai 5 principali centri trasmettitori Roma, Milano, Torino, Napoli, Monte Peglia. Iniziava anche la Domenica sportiva, il programma tv più longevo. Tre anni dopo il segnale copriva quasi tutto il territorio nazionale e iniziavano con Carosello i primi messaggi pubblicitari. Venne anche inaugurato il centro televisivo di via Teulada 66. Nel 1961 Aba Cercato tenne a battesimo il secondo programma (l’attuale Rai2) e il primo febbraio 1977 iniziarono le trasmissioni a colori dopo una forte battaglia politica con Ugo La Malfa contrario a causa delle pessime condizioni economiche dell’Italia.

Due anni dopo, il 15 dicembre 1979, nasceva la terza Rete voluta da Biagio Agnes, realizzata per la diffusione di programmi a base regionale, poi trasformata in rete generalista a guida comunista per bilanciare quella socialista del due e quella democristiana dell’uno. Nel 1990 in occasione dei mondiali di calcio a Roma venne inaugurato il centro di Saxa Rubra dove ora si trovano tutte le redazioni televisive e radiofoniche. Nel 2000 dopo la liquidazione dell’Iri il 99,5% delle azioni passarono a Rai holding in mano al Ministero dell’Economia.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:10