
“Questa notizia non finisce sul web. Ci nasce”. È la pubblicità della Rai per lanciare dal primo dicembre il portale unico dell’informazione della Rai. Il vertice di viale Mazzini, bombardato da tutte le parti, a partire dal presidente della Commissione parlamentare di vigilanza, il 5 stelle Roberto Fico, tenta di uscire dall’angolo e far digerire agli abbonati l’aumento di 6 euro “graziosamente” deciso con un emendamento alla legge di stabilità. Una decisione fortemente criticata sia perché l’evasione del canone tocca livelli senza pari in Europa sia perché una parte della tassa sarebbe destinata al sostegno di imprese radio tv private.
In questi giorni il tam tam di Saxa Rubra e di viale Mazzini parla di “scosse d’assestamento” come ora si chiamano le occupazioni delle leve di potere, o meglio, delle poltrone che contano. Il valzer degli spostamenti continua e andrà avanti per un bel po’, in attesa del “ballo di Matteo” quando saranno sistemati i renziani che contano, per ora fermi al responsabile della direzione commerciale Luigi De Siervo, da sempre in prima fila sulle posizioni del sindaco di Firenze. La necessità di dialogare con Renzi è stata riconosciuta anche dal segretario della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) Franco Siddi, preoccupato per la grave crisi occupazionale delle imprese editoriali (La Repubblica, Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, ecc.) e per lo scarso stanziamento di 120 milioni in tre anni deciso dal Governo con la legge di stabilità in favore dell’editoria.
In arrivo il tourbillon dei corrispondenti all’estero, i cambi alla radiofonia a partire dal giornale-radio diretto da Antonio Preziosi, che sta perdendo ascolti settimana dopo settimana e che potrebbe essere dirottato a Bruxelles da dove è uscita la corrispondente Mariolina Sattanino, diventata responsabile di Rai Quirinale al posto della pensionata Daniela Tagliafico. Donne da sempre vicine alla sinistra. In uscita anche Antonio Caprarica da Londra, una sede al centro delle audizioni dell’Audit interno per alcune irregolarità amministrative. Rientrano a Roma anche Giovanni Masotti da Mosca e Paolo Longo da Pechino per raggiunti limiti d’età. Una volta i cambiamenti si chiamavano lottizzazione.
Dal novembre del 2012 si è assistito, quasi in silenzio, a scambi di caselle, incarichi, assegnazione di deleghe per privilegiare alcune aree politiche (in particolare quelle legate al mondo cattolico e al centrosinistra). Del maggiore rafforzamento ha beneficiato il direttore generale Luigi Gubitosi, che si è circondato di uomini provenienti dal suo ex mondo imprenditoriale. È iniziato il tempo dei bilanci. Da uno studio di Mediobanca emerge che la Rai ha accumulato tra il 2008 e il 2012 perdite complessive per 408 milioni di euro nonostante un aumento del canone, nel quinquennio, del 7,8% e un incasso complessivo dagli abbonamenti di 8,3 miliardi di euro.
Nello stesso arco di tempo Mediaset ha conseguito 1.021 milioni di utili, regalando ai soci 1.193 milioni di dividendi e Sky Italia 630 milioni. Per trovare una cedola Rai a favore dell’azionista pubblico il Tesoro occorre risalire al 2004. Nel bilancio 2012 i ricavi da canone toccano il record di 1.729 milioni senza però riuscire a compensare il calo di quelli della pubblicità, ridotti in 5 anni di oltre un terzo. Il fatturato Rai si è quindi ridotto dai 3.137 milioni del 2008 ai 2.677 del 2012. Una perdita del 14,7%. Alla faccia degli assestamenti, dei valzer di nomine e del servizio pubblico.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51