Mandela, un eroe del nostro tempo

Quando scompare un uomo, grazie al cui impegno ed alla cui azione politica il mondo è divenuto un luogo migliore in cui vivere, perché è riuscito nella impresa di eliminare una stortura, responsabile di tante ingiustizie e sofferenze per gli uomini, esiste il rischio di celebrarne il ricordo con un eccesso di retorica. Le immagini che i media di tutto il mondo hanno diffuso, dopo che si è appresa la notizia della morte di Nelson Mandela, avvenuta in Sud Africa all’età di 95 anni, ritraggono il leader accanto a personaggi noti e famosi, cantanti, uomini di stato, artisti e personaggi del mondo della cultura.

Sono immagini che si riferiscono al periodo in cui Madiba, come veniva chiamato nella comunità negra a cui apparteneva, era riuscito a sconfiggere l’odioso e insostenibile regime dell’apartheid e a divenire nel 1994, dopo una vita trascorsa in carcere senza mai perdersi d’animo o arrendersi, presidente eletto democraticamente della Repubblica Sudafricana. In questi casi il rischio è che la retorica possa sovrapporsi alla straordinaria vicenda umana e morale di cui Nelson Mandela è stato protagonista, che ha reso possibile un cambiamento nella società Sud Africana, superando il crudele ed atroce regime codificato dell’Apartheid, per il quale vi erano persone di colore e di diversa cultura che nella vita sociale dovevano essere discriminate e non godere dei diritti riconosciuti ai bianchi.

Nella storia del Novecento l’eroismo in più di un caso ha fatto assurgere alla glorificazione universale figure di uomini e donne che con la loro lotta libera e risoluta hanno contrastato il male assoluto nelle sue diverse forme e manifestazioni, si pensi alla lotta di Gandhi contro il colonialismo britannico in India, a quella di Martin Luther King negli Stati Uniti per il riconoscimento dei diritti civili per la popolazione americana di colore, all’impegno contro la politica oppressiva del regime dei militari in Birmania di Aung San Suu Kyi.

Queste figure sono divenute un punto di riferimento universale nel mondo, poiché, pur potendo perdere la loro battaglia per l’affermazione del valore della dignità umana e della libertà, non si sono mai arrese e lasciate abbattere dalla difficoltà con cui si sono dovute confrontare. La loro lotta è stata impari e in qualsiasi momento poteva terminare tragicamente, ma, grazia al concorso di diverse circostanze storiche favorevoli, sono riuscite a favorire il cambiamento degli assetti sociali e a fare trionfare la giustizia, l’ideale universale in cui tutti gli uomini si identificano.

Nella vicenda storica di Madiba colpisce il metodo con cui ha perseguito, durante la sua esistenza, in cui ha conosciuto la terribile privazione della libertà personale per oltre 29 anni, il suo ideale, di dare vita ad una società in Sud Africa in cui per tutti i cittadini, senza distinzione di razza e di religione, vi fossero uguali opportunità. Nelson Mandela venne processato la prima volta con l’accusa di tradimento nel 1961, e per motivo questo finì per la prima volta in carcere. In seguito al processo che si tenne a Rivonia il 20 aprile nel 1994, durante il quale venne riconosciuto colpevole, Nelson Mandela venne condannato all’ergastolo. Ha trascorso ventisette anni di detenzione in condizioni terribili a Robben Island dal 1962 al 1982.

In seguito ha scontato la sua pena nel carcere di Pollsmorr dal 1982 al 1988, mentre è rimasto recluso nella prigione di Victor Verster dal 1988 al 1990, l’anno in cui venne liberato. Nelson Mandela è un eroe la cui vicenda umana e politica assurge a modello ideale a cui ispirarsi e richiamarsi, poiché, nel corso della sua lotta, rifiutò sempre il leninismo per conquistare ed esercitare il potere. Fu un uomo che volle dare alla sua lotta politica una impronta pacifica, sostenendo, dopo la liberazione, la teoria del perdono e della pacificazione. Infatti credeva nelle rivoluzioni che non sfociassero nella ghigliottina e nell’uso della violenza.

In più la sua figura è stata venerata in vita ed è ricordata oggi dopo la sua morte con gli onori che il mondo gli sta tributando in queste ore, poiché è rimasto, dopo avere trionfato con la sua tenacia sulla forza ottusa e pervicace del male, un uomo semplice che amava le cose comuni della gente. Ma soprattutto, come ha notato Gian Arturo Ferrari sul Corriere della Sera, la sua vicenda umana e politica dimostra che la storia ha un senso, giacché è possibile sconfiggere il male e favorire il trionfo degli ideali da cui gli uomini migliori sono animati.

Non bisogna dimenticare che, durante la sua vita di combattente, Nelson Mandela si è trovato a convivere nel suo movimento African National Congress con quanti teorizzarono la legittimità del ricorso alla violenza per colpire con azioni terroristiche i simboli odiosi del regime dell’Apartheid. Infatti la figura che ne influenzò la visione politica è stata quella del pacifista di Albert Luthuli, suo compagno di lotta, a cui venne assegnato il premio Nobel per la pace nel lontano 1960. Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, il presidente del sud Africa De Kerk riconobbe che il regime dell’Apartheid era divenuto insostenibile.

Questo fatto rese possibile la liberazione di Nelson Mandela e degli altri esponenti politici del African National Congress. Da uomo libero Nelson Mandela volle che fosse istituita una commissione il cui scopo doveva essere quello di favorire la riconciliazione nazionale tra bianchi e neri, dopo l’abbattimento del regime dell’Apartheid, e l’accertamento della verità. In tal modo la pubblica opinione venne messa nella condizioni di conoscere le sofferenza provocate dal regime dell’Apartheid, a causa del quale persone innocenti furono torturate, offese, private della libertà personale, umiliate e mortificate, condannate ingiustamente a vivere per anni senza diritti ai margine della società.

La figura e l’insegnamento di Nelson Mandela sono destinate a riecheggiare in futuro, laddove per effetto del razzismo ci sarà una comunità umana che pretenderà con protervia stupida di essere ritenuta superiore per il colore della pelle e per la propria cultura rispetto al un altra. Una vita, quella di Madiba, esemplare ed autentica.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:43