
Ma la vittoria di Renzi e la sua conseguente nomina a Segretario del Pd che effetti avranno sulla scena politica italiana? Già. Una bella domanda che credo in questo momento si stiano facendo in molti. Prima di tutto è un interrogativo che si pone il suo stesso partito in quanto la dimensione della vittoria è tale che non ammette repliche e, contemporaneamente, (se Renzi farà effettivamente ciò che ha detto nel suo discorso fedelmente trasmesso da Rai 3) sarà una linea spartiacque risolutiva per tutto il vecchio establishment vetero comunista che ancora caratterizza alcuni settori del Pd.
Rottamazione sia, dunque! L’elettore italiano vedrà ciò che il pimpante sindaco di Firenze riuscirà realmente a fare quando si dovrà misurare e scontrare con i veri “poteri forti” del suo partito, quelli, per essere chiari, saldamente ancorati ai potentati economici nazionali ed internazionali che in maniera più o meno occulta hanno tentato e tentano con ogni mezzo di influenzare la linea politica del nostro Paese.
Con grande spiegamento di propaganda e con il suono trionfale di millanta e più fanfare Prodi, si quello stesso Prodi impietosamente disarcionato da una parte del suo stesso schieramento, quello che si era defilato mettendosi nel dorato riparo delle sue fondazioni è ricomparso con una sua partecipazione alle “Primarie” che lascia intravedere per lui promettentissimi scenari. Prodi è destinato ad occupare uno dei colli della Capitale?
Per il professore, ex presidente dell’Iri e sorridente liquidatore a prezzo di realizzo di settori strategici dell’economia italiana, sarebbe il raggiungimento dell’acme di una parabola ascendente studiata realmente a tavolino ed eseguita punto per punto con tenacia. Ma Prodi, certamente, è un brav’uomo, una persona proba; quei potentati economici nazionali ed internazionali fanno cose di interesse per il nostro Paese: sono anche loro composti da brave persone.
Crediamoci, per Giove! Certamente la destra si dovrebbe essere accorta di Renzi e dovrebbe iniziare a percepirlo non come un “nemico”, ma piuttosto come un avversario perfettamente in grado di risucchiare, con la sua aria da bravo ragazzo, da ex giovane esploratore, una buona fetta di voti che ora sono tra gli indecisi o sono congelati nell’enorme partito dell’astensione.
Se il giovanotto (spero non si adombri se lo si chiama in questo modo) azzecca le prime mosse sulle riforme che ogni cittadino oramai aspetta spasmodicamente (è toscanamente furbo e lo farà), le prossime elezioni saranno un plebiscito a suo favore. Ben lo ha compreso quella parte politica non tutta di segno opposto, più accorta, che ha imparato a temerlo come il fumo per gli occhi. Bene. Caro il mio solitario lettore che hai ancora la pazienza di leggere le mie elucubrazioni mentali, il “Segno Opposto” di Renzi che fa? Come si prepara al confronto? In un modo assolutamente splendido: è sotto gli occhi di tutti.
Consigliato forse da uno scadente epigono in negativo del “Mago del Barabbabau” Berlusconi presenta la sua novità e spara la carta dei “Club”! Peccato che questa briscola sia già stata giocata nel passato, e giocata in modo assolutamente disastroso posto che la prima cosa che il “Nostro” fece dopo avere vinto fu quella di distruggere i Club e svuotarli di ogni contenuto.
Quel che fa Alfano con i suoi “diecimila” è sotto gli occhi di tutti. Raccoglie dietro di se persone speranzose di spartire vittorie da posizioni di minoranza, destinate a divenire marginali. Gli consiglieremmo di imbarcare nel nuovo partito anche Fini, perché no? Magari i consensi arriveranno a dodicimila, perfini (pardon, perfino). Ma perché non riesco ad essere serio parlando di questa parte politica? C’è, inoltre, un progetto che serpeggia con insistenza: l’Italia esce dall’Euro e si rimette con la vecchia liretta. Un progetto folle. Potrebbe questo progetto avere una sua valenza se l’Italia si trascinasse dietro tutta quella parte di Europa che è stata depredata dall’Euro e da chi lo ha sempre gestito: soltanto un ma; abbiamo una diplomazia in grado di elaborare una strategia di questo tipo?
Ma come! Non riusciamo a farci ridare indietro due poveri disgraziati di marinai (mandati pressoché allo sbaraglio come tutti i nostri bravissimi militari inviati nelle “missioni di pace” che pace non è) e pretendiamo di divenire un asse economico e politico tra Nord Europa ed Africa? No, mio caro, disperato lettore sempre più squattrinato, vilipeso da uno Stato che ci vuole bene al punto di presentare una cartella di tasse ad un imprenditore che ha appena visto sparire la sua azienda per un’inondazione resa possibile da una pioggia eccezionale e da un’altrettanta eccezionale assenza di prevenzione idrogeologica, non è proprio una cosa seria.
Rimane, come ultima spes, che la magistratura cominci ad arrestarci tutti quanti, lo potrebbe fare benissimo posto che ci ha intercettato tutti apprendendo tutte le bischerate che facciamo (diciamolo chiaro chi non è intercettato non conta nulla!) e che dopo un patteggiamento generale di giudizio, dopo averci sequestrato ogni bene ci condanni tutti ai lavori forzati.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44