Il “Porcellum” non c’è più. Non si può che festeggiare. Era un sistema elettorale che non piaceva a nessuno. Porcellum è il nome che gli è stato attribuito dalla stampa, dopo che uno dei suoi stessi ideatori, il leghista Calderoli, aveva definito la “sua” creatura, senza mezzi termini, come una “porcata”. Con quella porcata di sistema elettorale noi abbiamo votato ben tre volte il Parlamento, nel 2006, 2008 e 2013, eleggendo ben tre legislature.
A loro volta sono queste legislature che hanno eletto per ben due volte il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ben quattro Governi (Prodi, Berlusconi, Monti e Letta) e gestito l’intero periodo di crisi economica dal 2008 ad oggi. Adesso che è stato accertato dalla Corte Costituzionale che questo pezzo di storia d’Italia è stato fatto da parlamenti illegittimi (perché eletti con un sistema incostituzionale) sarebbe bello premere “stop”, “rewind” e di nuovo “start”. E ripartire, di punto in bianco, da dove eravamo rimasti, cancellando leggi, sentenze, governi e bruttissime esperienze di vita vissuta sotto la crisi più lunga della nostra storia patria.
Purtroppo la vita non è un registratore. E dunque sarà impossibile tornare indietro, cancellando 7 anni di storia. A volte il “rewind” viene premuto: la Legge Severino ha avuto un effetto retroattivo. Silvio Berlusconi era uno dei senatori più popolari e votati in Italia (il suo è pur sempre il secondo partito di governo), ma gli elettori hanno appreso, a posteriori, che non avrebbero mai dovuto votarlo, perché la sua elezione era illegittima. Perché, in futuro, sarebbe stato condannato in via definitiva. Non potendo compiere azioni di giustizia preventiva, la Consulta e il Senato hanno votato per una giustizia retroattiva. Non solo hanno premuto il tasto “rewind”, ma anche quello “erase” (cancella) sul seggio di Silvio Berlusconi, il senatore che non avrebbe mai dovuto essere eletto.
Con il Porcellum non assisteremo a nulla di simile. Un migliaio di parlamentari, sia senatori che deputati, dovrebbero auto-cancellarsi (privandosi di titolo, ruolo e stipendio) e non sarebbe neppure possibile ripercorrere 7 anni di storia legislativa per sbianchettarla da cima a fondo. Tuttavia si può cancellare il sistema elettorale, senza indugio e ripartire da quello che era in vigore sino al 2005: il sistema maggioritario. La gente ha la memoria corta e non forse non tutti ricordano che il Porcellum non è mai stato votato da alcuno. Berlusconi se ne fece promotore (credendo di aver trovato il sistema perfetto per vincere… e invece perse la prima partita nel 2006) senza averne mai parlato prima con i suoi elettori.
Gli altri partiti ci si adeguarono subito, anche qui senza mai passare dall’elettorato. Ancora meno italiani, forse, ricordano che il precedente sistema maggioritario fu votato a stragrande maggioranza referendaria e a furor di popolo nel 1993, con il referendum promosso dall’allora democristiano Mario Segni. Maggioritario era sinonimo di dinamismo, stabilità e novità. In effetti garantì governi duraturi come mai ve ne furono nella storia d’Italia: dopo il primo aborto del governo Berlusconi e un governo tecnico di transizione (Dini), abbiamo avuto 5 anni di centro-sinistra (tre rimpasti, stessa maggioranza) e 5 anni di Berlusconi. Chi si lamenta, ricordi che il governo più lungo della storia recente era stato quello di Craxi: nemmeno 4 anni dal 1983 al 1987.
Insomma, non lo si dice più, ma prima della riforma del Porcellum, avevamo già un sistema valido, votato a furor di popolo e garante di governi stabili. Aveva solo un problema: una quota proporzionale del 25% che intralciava le dinamiche del bipolarismo. Si trattava di una sorta di riserva indiana, o quota riservata alle minoranze, per non far sparire i piccoli partiti. Nel 1999 gli italiani si espressero ancora con un voto chiarissimo: il 90 e passa per cento votò per l’abolizione di quella quota proporzionale. Ma il quorum non fu raggiunto per lo 0,6% di astenuti, una cifra ridicola, in un referendum in cui le liste elettorali contenevano una serie di nomi sospetti, errati, di gente morta, come rilevarono alcune inchieste giornalistiche nei mesi successivi.
Se il governo Berlusconi avesse ascoltato il parere dei suoi elettori, avrebbe dovuto essere il primo ad abolire quel 25% di quota proporzionale. Ha invece creduto di trovare una formula magica della vittoria e ci siamo ritrovati con il Porcellum, un sistema con un voto al 100% proporzionale, con liste bloccate (non possiamo manco scegliere chi eleggere) e un premio di maggioranza smisurato che però vale per la sola Camera. Un sistema che ha prodotto 4 instabili governi in 7 anni come ai “bei” tempi della Prima Repubblica. Meglio premere “stop”, “rewind” e ripartire dal maggioritario, unico sistema elettorale legittimato dal voto degli italiani. Ma qualcuno, laggiù in Parlamento, è d’accordo?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:46