Ilva, vince la Uilm crolla la Fiom-Cgil

La Uilm resta il primo sindacato nell’Ilva di Taranto, al secondo posto si attesta la Fim-Cisl. Si tratta di una consultazione che si è tenuta in un clima generale come minimo preoccupato. L’altra novità è il terzo posto ottenuto dall’Usb che ha scavalcato la Fiom-Cgil che non ha accettato il risultato delle votazioni facendo ricorso. La Uilm si è confermata quindi il sindacato più suffragato dell’Ilva di Taranto. Per la Usb un boom di adesioni, crollo invece per la Fiom-Cgil, mentre la seconda piazza è andata alla Fim-Cisl. Questo l’esito della tre giorni delle votazioni per lo stabilimento siderurgico tarantino nel rinnovo delle Rsu.

Queste le percentuali registrate: la Uilm al 38%, la Fim-Cisl al 24%, la Usb al 20%, la Fiom-Cgil al 15%. Seguono la Flmu-Cub intorno all’1,5% e la Fismic sotto l’uno per cento. Sul verdetto però è presente il ricorso inoltrato dalla Fiom-Cgil per presunte irregolarità nelle operazioni di voto. Si attende il giudizio di merito e il Tribunale di Taranto si esprimerà il 10 dicembre. Diamo spazio ai commenti cominciando dalla Fim-Cisl che si è attestata come secondo sindacato, primo tra gli impiegati.

“È l’unica sigla confederale che ha chiesto il rispetto per la novità costituita dalla Usb – fa sapere l’organizzazione sindacale attraverso il suo segretario nazionale, Marco Bentivoglio, e il suo segretario di Taranto, Mimmo Panarelli – Questo è un risultato importante per la Fim-Cisl che nonostante venti mesi durissimi è riuscita a consolidare il consenso tra i lavoratori passando dal terzo al secondo sindacato della fabbrica più grande d’Italia.

Un esito da coltivare nei mesi che verranno e che pone le basi per un lavoro di crescita”. Per l’Unione Sindacale di Base (Usb), è un risultato che premia la loro organizzazione “che si è battuta chiaramente e con determinazione contro lo strapotere della famiglia Riva e dei politici e sindacati asserviti all’azienda. Ancora una volta lavoratori hanno mostrato con il voto di non gradire i venditori di fumo – si legge nel comunicato stampa dell’Unione Sindacale di Base – Inoltre, non si può stare con il padrone per anni e poi, senza neanche chiedere scusa del proprio operato ai lavoratori, rivendicare il ruolo di paladini della democrazia.

Inizia ora una nuova fase sindacale a sostegno dell’operato della Magistratura che vedrà l’Usb in prima linea per la difesa del risanamento dell’area tarantina”. Il comunicato dell’Usb termina facendo notare che “da tempo ha rivendicato la nazionalizzazione dell’impianto e la requisizione dei profitti dei Riva che devono essere impegnati per il risanamento ambientale dello stabilimento nell’area tarantina”.

Il commento della Fiom-Cgil ritiene una sconfitta l’esito del voto che interroga e apre a un dibattito interno per individuare cause e modalità. “Valuteremo tra le altre cose – ha affermato il segretario di Taranto, Donato Stefanelli – la scarsa capacità che probabilmente abbiamo avuto nello spiegare le nostre ragioni ai lavoratori. Tutto quello che abbiamo attivato sulle tante violazioni e irregolarità riscontrate in questa tornata elettorale non solo ci ha penalizzato, ma pensiamo debba essere una battaglia da compiere per affermare un rapporto nuovo con i lavoratori basato sulla rappresentanza vera e non su quella imposta dall’alto”.

In conferenza stampa Antonio Talò e Rocco Palombella, rispettivamente segretari provinciale e nazionale della Uilm, hanno riferito che il loro sindacato si conferma quello più suffragato. Talò ha parlato di “un grande risultato soprattutto se si considera che è arrivato dopo una campagna denigratoria e infamante che dura ormai da più di un anno”.

I lavoratori ovviamente hanno visto la coerenza nel lavoro che loro avrebbero svolto senza farsi condizionare da nessuno. Sul ricorso della Fiom Talò ha riferito che “alla luce dei risultati la Fiom farebbe bene con un grande gesto di umiltà a ritirare il ricorso, visto che c’è tutto un discorso a monte e a valle che non ha né testa e né coda”. I voti dei lavoratori sono quelli per cui la Fiom dovrebbe riflettere per Talò, “su tutto quello che non ha fatto in questi ultimi anni”. Secondo Palombella, “una volta riottenuta la fiducia da parte dei lavoratori bisognerà ripartire nel rapporto con l’azienda soprattutto chiedendo immediatamente il piano industriale e in concomitanza con questo essere determinati affinché il processo di ambientalizzazione continui”.

A fronte di situazioni che mettono in discussione questo processo, ogni giorno bisognerà fare in modo che gli investimenti annunciati e i lavori debbano iniziare. Questa è la risposta più importante – ha concluso Palombella – che si può dare ai lavoratori che hanno dimostrato fiducia nella nostra organizzazione”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44