
Secondo il non autorevole parere di quel “signore” che scrive sull’house organ del giustizialismo nazionale, il Parlamento è “un’odiosa congrega di persone in gran parte dedite al malaffare”. L’autore di siffatto necrologio alla democrazia parlamentare dimostra di dimenticare (o, forse, fa finta di farlo) che nella sua precedente vita egli apparteneva a quella casta, tra le più inefficienti presenti sul suolo italico se non nell’intero continente europeo, che di esempi di “immoralità” (almeno nel senso comportamentale del termine) ne ha forniti parecchi.
A cominciare - non me ne vorranno i lettori, ma la cosa non mi va proprio giù anche a distanza di diversi lustri - da quel considerevole obolo che Raul Gardini portò nella sede di un noto partito italiano e che il pm dell’epoca si smarrì nei corridoi e nelle stanze di quella stessa sede fino a perdersene il destinatario. È forse opportuno ricordare che, successivamente, quel pm venne candidato (con successo) da quello stesso partito nel collegio “sicuro” del toscano Mugello. Basterebbe poi sciorinare il lunghissimo elenco di vite, famiglie, carriere, dignitá e reputazioni distrutte (e mai ripagate) da indagini compiute da soggetti in cerca di gloria e notorietà, terminate in nulla di fatto se non con la rovina esistenziale delle malcapitate vittime.
E, se ci dovessimo addentrare nelle “imprese” di chi si impegna a guardare di continuo nel buco della serratura di certe camere da letto, potremmo stare qui a riempire tante, troppe colonne. È che poi l’altro giorno la Corte dei Conti si è accorta (guarda caso...) che fin dal 1993, anno della vittoria del referendum abrogativo, i soldi pubblici ai partiti politici sarebbero illegittimi. Segno tangibile che i magistrati contabili concentreranno la loro rispettabile attenzione, quanto prima, anche sul referendum che, addirittura nell’ormai lontano 1987, si occupò della responsabilità civile dei giudici e che vide i “Sì” prevalere con l’80,2%.
Quell’esito fu ignorato ed intanto dall’Europa continuano a provenire condanne contro l’Italia con i costi per le casse dello Stato che sono noti ai più. Non credete che la Corte dei Conti si occuperà anche degli sperperi provocati dall’incapacità dei giudicanti nostrani? Anche noi ci crediamo poco, ma la speranza è sempre l’ultima a morire.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51