Lo Spazio Lidu su “L'Opinione”

Nuovi contributi e contenuti in virtù dell’accordo realizzato con la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo che prevede uno spazio settimanale sul nostro giornale dedicato alle attività e approfondimenti a cura della Lidu.

L’Assemblea dell’Associazione Europea per la Difesa dei Diritti dell’Uomo (Aedh)

di Maria Vittoria Arpaia

La Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (Lidu) dal 10 al 12 novembre ha partecipato all’Assemblea generale straordinaria dell’Associazione Europea per la Difesa dei Diritti dell’Uomo (Aedh), della quale è membro insieme ad altre 29 associazioni negli Stati membri dell’Unione Europea. In quella sede si è svolto un interessante dibattito fra tutte le leghe associate all’Aedh sulle iniziative da prendere per la promozione e per la diffusione di un Manifesto – Pour une Europe des droits de l’Homme, redatto dall’Aedh e dalle strutture associate in vista delle Elezioni Europee di maggio 2014. Loro intenzione è quella di mettere i diritti umani al centro della campagna. Si è quindi convenuto che l’Aedh crei opportunità ed incontri con canditati al Parlamento Europeo a ridosso delle prossime elezioni europee affinché presentino il manifesto in sede europea. Si tratta di attuare una attività di lobbying che diffonda ad una platea piu ampia possibile i contenuti del manifesto. I gruppi di lavoro hanno elaborato idee e slogan per pubblicizzare il manifesto in ogni Paese membro dell’Ue. Sono previsti inoltre incontri mirati con gli organi di stampa. Si è deciso insieme di organizzare il 4 marzo un evento comune in tutti i Paesi membri dell’Aedh. Ci siamo divisi in gruppi e abbiamo lavorato sui 6 punti in cui e stato diviso il contenuto del manifesto. Ai membri della Lidu è stato affidato l’articolo 5 che tratta l’arresto per violazioni della legge e il rispetto per i diritti dell’uomo. Insieme a un membro individuale dell’Aedh, hanno preparato delle domande da porre a 4 parlamentari europei di diversi schieramenti il 12 novembre sui temi: alternative all’arresto, rispetto dei diritti umani in carcere e reinserimento dei condannati. I parlamentari hanno ascoltato e sono stati d’accordo a dare importanza al tema dei diritti dell’uomo in un’Europa dove adesso al centro delle tematiche in discussione esiste in via prioritaria la finanza e la creazione di profitto anche a costo di danni sociali incalcolabili. La Lidu, con la sua enorme esperienza nel campo della promozione e della difesa dei diritti umani, farà pertanto del suo meglio affinché il Manifesto dell’Aedh - Pour une Europe des droits de l’Homme sia conosciuto il più possibile. La creazione di sinergie con i parlamentari europei della propria nazione per l’evento del 4 marzo è solo un primo passo che deve condurci più lontano nell’attuazione del difficile compito di tutela dei diritti umani in un mondo globalizzato dove regna un disordine che avvantaggia solo interessi economici e non favorisce la crescita umana e sociale della persona.

Diritti Umani disattesi in Italia, in Europa e nel Mediterraneo

di Antonio Virgili

Il tema centrale di questo congresso della Lidu, il collegamento tra Europa ed area del Mediterraneo, risulta descrivere appieno la situazione che nel nostro Paese, e non solo in esso, si sta attraversando. Mentre ci si impegna nella definizione dei diritti umani di nuova generazione e nella possibilità di attuarli, una frattura sembra far franare il rispetto e l’attuazione dei diritti di prima e seconda generazione, dei quali si parla sempre meno, immaginando si possa dare per scontata la loro attuazione. Purtroppo così non è. Ci si ritrova infatti a dover ancora difendere la libertà di espressione e di opinione; è scarsa la garanzia di tutela individuale rispetto a norme ed istituzioni (come quella carceraria) che violano ancora alcuni diritti; manca in Italia una norma chiara che vieti e penalizzi la tortura; cresce il numero di persone che è privo di lavoro o ha difficoltà economiche tali da produrre situazioni a rischio (assenza di terapie o farmaci, alimentazione impoverita); l’antisemitismo è tutt’altro che scomparso e varie forme di razzismo (anche alimentate da gruppi politici istituzionali) sono evidenti e diffuse. Non sono forse questi diritti fondamentali delle prime generazioni? Non sono obiettivi per i quali, dall’età dei lumi in poi, molti hanno lavorato per edificare una società migliore? È allora forse opportuno tornare sui propri passi, ritrovare quel filo per la costruzione di una società più libera e giusta che sembra caduto in oblio, non ultimo tornare con volontà a lavorare sulle persone perché se esse restano abbrutite e grezze la degenerazione progressiva diviene la caratteristica prevalente e inevitabile. In un momento di ulteriore trasformazione del sistema sociale italiano e del sistema geopolitico internazionale, nel quale gli ideali sembra non agiscano più da propulsori di civiltà ma vengono soverchiati e contraddetti da meschini personalismi ed egoistica avidità di potere, la Lidu può essere promotrice e fautrice di valori morali in materia di diritti umani, ma anche divulgatrice degli stessi valori e realizzatrice di iniziative esemplari. Questo per quanto riguarda i diritti “disattesi”. Ciò premesso, ne deriva in parte la relazione con Europa e Mediterraneo. C’è oggi un’Europa alla ricerca di se stessa, o forse si potrebbe dire, ancora alla ricerca di cosa sia o possa divenire l’Europa: una futura Unione di Stati od una semplice associazione di cooperazione economica? Si tende sempre più spesso ad abbandonare le sfide politiche e morali dei fondatori dell’Europa, l’anelito del Trattato di Roma, diluendo attributi e funzioni europei e lasciandoli in balia dei centri nazionali dei Paesi più forti e ricchi. Sarebbe invece opportuno accettare l’impegnativa sfida per una maggiore integrazione e per la conseguente necessità di una Carta comune che fissi autorevolmente l’applicazione vincolante della Carta dei diritti fondamentali. Una visione miope della realtà è a volte comune, ma non è il tipo di visione da adottare come modello, così come svuotare l’approccio all’Europa delle componenti morali ed ideali impoverisce ulteriormente la prospettiva europea ponendola in posizione di retroguardia. I diritti umani e la loro tutela, espressione culturale e giuridica della storia europea, ne stanno subendo ampiamente gli effetti negativi, sia pure con differenze locali. Infine, dimentichi di alcune comuni radici culturali (non ultimo esoteriche) che hanno il loro baricentro lungo le sponde del mediterranee, il Mediterraneo appare ancora come avvolto da una nebulosa che ne impedisca la chiara percezione. È solo una area periferica, prossima a zone di conflitto di lunga durata e di ardua soluzione, quindi scomoda politicamente ed economicamente? Oppure è il cuore storico antico dell’Europa ed anche il suo futuro prossimo? Una sorta di nuovo etnocentrismo sta caratterizzando le ipotesi future di molti europei: alcuni immaginano una geopolitica europea orientata prevalentemente verso gli Stati Uniti (britannici); altri invece centrata solo sul perno germanico ed orientata ad Est (tedeschi anzitutto); altri ancora immaginano un’Europa con vari livelli gerarchici guidati dal presunto direttorio franco-tedesco, alquanto autoreferenziale; o ancora un’Europa che è solo l’estremità occidentale del blocco russo (o russo-tedesco) nel quale la Russia avrebbe il ruolo di potenza continentale. In tutte queste prospettive il Mediterraneo è quanto meno a margine, se non assente. Pure la geografia europea non è tale se è priva del Mediterraneo, e il dato spaziale trova conferma in quello storico-temporale. Se apparirebbe privo di senso parlare di una Gran Bretagna senza l’Inghilterra o di una Germania senza la Prussia, altrettanto vale per l’area mediterranea, senza Mediterraneo non c’è Europa. Si deve quindi dedurre che una parte delle ipotesi di scenari futuri che circolano non siano propriamente europei, ma solo regionali o nazionali. Sono quindi un ritorno alla ristretta visione locale e nazionale, costituiscono una anomala deviazione dalla prospettiva internazionale ed universale, alimentano ulteriori risorgenti localismi e riportano alla memoria situazioni ed eventi storici negativi dai quali, si suppone, si sarebbe dovuto apprendere qualcosa. Credo che invece il Mediterraneo costituisca una parte importante del futuro del nostro continente per almeno tre semplici motivi: per le sue risorse, perché è un ponte naturale verso l’Oceano Indiano e l’Africa, perché è abitato da giovani. Ecco quindi che i diritti umani disattesi in Italia sono l’anello di una sequenza nella quale anche Europa e Mediterraneo costituiscono delle componenti fondamentali. La Lidu, con la sua storia lunga ed articolata, ed ancor più quanti nella Lidu si ritrovano a condividere valori e prospettive, sono quindi chiamati ad una stimolante sfida culturale e morale, affinché si dia un contributo teorico, ma anche operativo, alla costruzione di un futuro che sappia orientarsi verso la luce. Grazie per l’attenzione e buon lavoro!

È mancato Benito Meledandri

di Tiziana Primozitch

Già presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, già segretario della Fnomceo del Sumai, ed ex consigliere dell’Enpam, è scomparso l’altra notte Benito Meledandri, storico ed autorevole pilastro della sanità capitolina. Meledandri, deceduto all’età di 86 anni, nella sua lunga carriera al fianco ed in difesa dei camici bianchi ha ricoperto incarichi che ne hanno fatto una figura storica della sanità capitolina, sempre in prima linea ed in difesa innanzitutto della dignità della professione medica ma anche della tutela del paziente. Il dottor Benito Meledandri, oltre ad essere stato segretario generale del Sumai (Sindacato unico di medicina ambulatoriale italiana), che ha contribuito a far nascere, è stato anche membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Enpam e segretario della Fnomceo. Un vero pilastro della sanità, sempre in prima linea nella lotta alla malasanità in difesa dei pazienti, la sua attività si è contraddistinta anche per l’attivo impegno contro la pubblicità ingannevole che alcuni comparti para-sanitari utilizzavano per circuire a scopo di lucro. Denunciò negli anni Novanta alla magistratura numerosi centri tricologici per violazione della pubblicità sanitaria. “Questi centri fanno pagine di pubblicità sui giornali – spiegò in quell’occasione il presidente Meledandri al quotidiano La Repubblica – senza chiedere autorizzazioni sanitarie. Se infatti effettuano prestazioni mediche, la propaganda deve rientrare sotto la sfera di competenza degli Ordini. Abbiamo investito il ministero della Sanità di questo problema e ci ha risposto che il trapianto tricologico va considerato atto medico e va eseguito da laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio della professione e i centri dove è eseguita l’attività di innesto devono essere considerati poliambulatori. Ne consegue – concluse nell’intervista Meledandri – che sono tutti fuorilegge perché hanno sempre fatto pubblicità senza chiedere nessuna autorizzazione”. Suoi anche importanti interventi sulle regole da adottare, all’epoca ancora inesistenti, in tema di fecondazione artificiale. Padre fondatore del Sumai, rivendicò con forza il carattere pubblico dell’assistenza sanitaria, opponendosi decisamente a privilegi che dirottavano scelte verso il servizio sanitario privato ed un sistema assicurativo perseguendo esclusivamente interessi di lucro, rinnegando così i principi di solidarietà alla base del servizio pubblico.

Diritti umani: accordo tra avvocature italiana e palestinese

Una collaborazione tra avvocati italiani e palestinesi per promuovere lo Stato di diritto (Rule of Law) ed il rispetto degli standard internazionali e nazionali in materia di giustizia e diritti umani e sostenere la professione forense. È lo scopo dell’accordo firmato a Roma tra il Consiglio nazionale Forense (Cnf) e l’Ordine degli Avvocati della Palestina (Pba). Si tratta di un accordo quadro di cooperazione teso a rafforzare l’apporto che l’Avvocatura palestinese potrà fornire per l’affermazione in Palestina delle regole proprie dello Stato di diritto: separazione dei poteri, checks and balance, attività legislativa, rispetto dei diritti umani. L’accordo faciliterà anche lo scambio professionale tra le Parti per opportunità di studio, formazione e collaborazione tra avvocati. L’accordo fa seguito alla Conferenza internazionale dei presidenti delle Avvocature del Mediterraneo sul tema “Immigrazione e tutela dei diritti umani nel Mediterraneo, svoltasi a Taormina nel settembre scorso. Prevista anche la possibilità di un supporto da parte della missione dell’Unione europea Eupol copps (The European Union Police and Rule of Law Mission for the Occupied Palestinian Territory), varata nel 2006 a sostegno della giustizia penale in Palestina.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44