Donne nel 2013, torture condonate

Terrorizzare una madre e un bambino è facile, mimetizzarsi e nascondersi è altrettanto facile. Riuscire nel labirinto delle norme e delle procedure ad apparire innocenti risulta frequente. Invertire la posizione e accreditarsi come vittima succede. Svelare le falsità, gli inganni, le mistificazioni è difficile e complesso, in quanto dare esecuzione alla norma, applicare la legge, interpretare, provare, assicurare la correttezza della discrezionalità del giudicante sono operazioni complesse e piene di insidie, che comportano tempi troppo lunghi per prevenire, tutelare, garantire.

Molti soggetti partecipano alle operazioni di difesa e di contrasto alla criminalità organizzata di soggetti pericolosi, prigionieri dei legami infantili della gelosia e del possesso, alla colpevole omertà dei torturatori e molte circostanze concorrono ad ostacolare il risultato, lasciando i generosi appelli in favore delle donne e dei bambini nella sfera delle denunce e delle proteste, sacrificando gli effetti delle doverose condanne. In Italia manca una legge sulla tortura? Quotidianamente molte donne vengono torturate per anni senza potersi difendere. Poi, quando qualcuna cade per mano del persecutore l’infamia viene denunciata e così di seguito. La legge, le norme, le consulenze psicologiche, le proteste delle associazioni sono poco di fronte all’immenso oceano della sofferenza che sembra non avere fine. E non si tratta di essere contro il genere maschile.

Basta riflettere sul fatto che il femminicida non fugge dopo il delitto; uccide e si consegna spontaneamente o fa trovare segni per essere rintracciato, quando non si uccide dopo la tragedia consumata. Vuol dire che il suo gesto estremo, la sua energia volta al male, lo tormenta e trova la risposta peggiore verso l’altro, senza capire che deve guardarsi dentro. Il rapporto malato uomo-donna è scritto negli archetipi dell’umanità, forma preesistente e primitiva di idee innate e predeterminate dell’inconscio umano, nella storia dell’uomo, nei testamenti delle religioni lette male, nella cultura di un popolo, nella sua antropologia. Affrontare uno studio completo di tale proporzione non può che essere utile per chi lo conduce e per quei pochi che lo leggeranno, ma per le moltitudini che non sanno e si rifiutano di sapere cosa si può fare?

Esattamente questa operazione di coinvolgimento dell’intera collettività, di presa di coscienza, meglio di cognizione, attraverso la stampa, quotidiani e settimanali, e la tv con programmi dedicati al femminicidio ed ai suoi effetti collaterali, come pure del disvelamento, del numero impressionante, oltre un milione di donne, senza contare figli e parenti, delle vittime di persecuzioni, prepotenze, minacce, di vere torture psicologiche. Questa rivoluzione informativa non può limitarsi all’oggi, per avere successo deve continuare domani e dopodomani. Tutti i giorni allargando l’azione curativa e benefica anche dentro il mondo della giustizia, magistrati, avvocati, dentro il mondo dei periti, degli psicologi e degli assistenti sociali. Perché le querele, le denunce sovente non trovano risposte e quando la risposta giunge positiva arriva con ritardo ed è inutile.

Per non parlare degli psicologi che potrebbero costituire l’avamposto migliore di questa rivoluzione pacifica e rigeneratrice della civiltà umana. Non tutti sono uguali, le eccellenze non mancano, ma molti si perdono in elitarie dispute scientifiche tra i diversi approcci della scienza psicologica, altri meno puri vogliono conquistare posti di potere, dominare l’area della cosiddetta psicologia forense tra il monopolio degli incarichi e parcelle da capogiro, ovviamente “per il bene supremo del bambino e la difesa della parte debole, la donna”.

Per alcuni persecutori un condono perenne, mimetizzati dietro diritti male interpretati (mi impedisce di vedere i figli, ma non li vuole vedere), generosamente salvati da perizie tecniche fasulle, perdonati dai parenti e dagli amici partigiani e fondamentalisti, marginalizzati da una moltitudine di indifferenti; a volte anche giustificati dalla parte più ignorante del genere uomo. Vale il principio: ci salviamo tutti, uomini e donne, o periamo tutti, uomini e donne, infettando così le generazioni future che replicheranno un destino crudele senza speranza. Esiste una sacra corona unita degli incarichi, delle nomine, delle carriere universitarie, nel variegato mondo della psicologia.

Esiste una cupola di potenti personaggi che controllano il mercato della domanda e dell’offerta. Sempre gli stessi, scambi di favori, perizie truccate, conflitti di interessi, collusioni, camarille, tutto nell’interesse supremo del verbo che cura, rigenera l’anima, attenua l’aggressività distruttiva, spinge alla pace e alla tolleranza.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51