
Politica in fermento in Puglia. A sinistra ci s’interroga sugli avvisi di garanzia al presidente della giunta regionale Nichi Vendola, al sindaco di Brindisi Mimmo Consales e a quello di Taranto Ippazio Stefàno. Ci sono reati e reati si dice, ma mentre i fatti giuridici restano tecnici, cioè dopo gli avvisi di garanzia vi sono anche gli eventuali rinvii e poi i successivi tre gradi di giudizio, il fatto resta politico lasciando il livello etico e quello morale alla coscienza degli individui. Così nella sinistra il dibattito è aperto soprattutto all’interno del Partito Democratico. Magari ci si scopre contemporaneamente giustizialisti per la Cancellieri e garantisti per Vendola, Consales e Stefàno.
A Taranto l’avvocato Mimmo Lardiello, coordinatore provinciale della Giovane Italia del movimento giovanile del Pdl, con Flavia Pastore, Alessandro Ostuni, Salvino Chetta, Sandro Maggio ma non soltanto, stanno raccogliendo le firme nelle piazze e on-line per invitare il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, a dimettersi. Non c’è niente da ridere, dicono, e ironizzano sulla ormai famosa intercettazione che ha coinvolto il governatore della Puglia. “Noi pensiamo che a Taranto non ci sia niente da ridere.
Il governatore della Regione Puglia questa settimana con piroette è diventato da grande accusato a difensore dei deboli e degli oppressi. Noi a questo gioco non ci stiamo più. Noi chiediamo con forza che Nichi Vendola prenda atto della sua posizione oramai incompatibile, al di là di quelli che saranno gli approfondimenti processuali”, hanno detto attraverso una nota.
“È venuto fuori che c’è stata una certa attinenza a dir poco sconvolgente con tutto quello che ha fatto parte di una certa stagione a Taranto, quindi con la gestione della grande industria e con tutto quello che oggi è sotto i riflettori della magistratura - secondo Mimmo Lardiello (Pdl) - Noi chiediamo con forza che il governatore prenda atto della situazione e vada a casa” ha continuato il giovane azzurro”. Nel manifesto c’è anche un invito al sindaco di Taranto, Stefàno. “Anche lui, toccato da questa grande inchiesta, dovrebbe fare altrettanto - ha proseguito Lardiello - In effetti noi ce la prendiamo con il presidente della Regione, ma abbiamo già fatto nel passato altrettante iniziative clamorose chiedendo in conclusione le sue dimissioni.
Il sindaco deve prendere atto non solo che la sua oramai è una posizione scomoda, ma soprattutto che a Taranto si sta chiudendo una fase in cui la sinistra ha cercato di prendere il consenso strumentalizzando tutto ciò che in città era successo – ha concluso – ed oggi se ne apre un’altra in cui la verità è venuta a galla e la città merita di essere amministrata da una classe politica diversa”. Fedeli a Fitto e a Berlusconi, i giovani tarantini riferiscono che saranno implacabili anche nei confronti di esponenti istituzionali del centrodestra qualora dovessero emergere altre intercettazioni loro riguardanti.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:45