Marò, sit-in a Roma Marino contestato

“Andremo in India se non li faranno tornare a casa, siamo semplicemente qui per mostrare loro solidarietà ed un abbraccio immenso da parte di tutta l’Italia, se non verranno loro qui andremo noi da loro” ha riferito Vania, moglie del marò Salvatore Girone. I familiari dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone stanno continuando a chiedere la liberazione dei militari trattenuti con l’accusa di omicidio e lo hanno fatto sabato 23 novembre in testa al corteo davanti agli striscioni “Liberi subito” e “Non vi lasceremo soli”.

Hanno partecipato alla manifestazione organizzata a Roma, alla quale hanno preso parte circa duemila persone, nonostante il maltempo. Tra queste molti militari in divisa che sono accorsi da tutta Italia per manifestare la loro solidarietà ai due marò. Si sono notate le penne degli alpini, le piume dei bersaglieri; presenti inoltre un gran numero di paracadutisti. Prima della partenza i militari hanno intonato più volte l’Inno di Mameli. Visibilmente commossa la madre di Girone. “È bellissimo vedere quanta gente gremisce questa piazza”, ha detto Paola, fidanzata di Massimiliano Latorre.

È stato contestato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, perché ha fatto togliere dal Campidoglio lo striscione dedicato ai due marò. Tra la gente decine di tricolori e striscioni con scritto “Leoni del San Marco solidali con i nostri fucilieri”, “Per l’onore d’Italia liberi subito”, “Trieste pro patria”, “Brindisi per i suoi marò”. La manifestazione si è snodata per le vie della Capitale, partendo da piazzale Bocca della Verità. All’iniziativa hanno partecipato numerosi cittadini, anche alcune persone di Taranto tra cui il consigliere comunale Giampaolo Vietri, che ha sottolineato come “i nostri sentimenti sono di vicinanza ai nostri concittadini e fratelli Massimiliano e Salvatore, che speriamo possano ritornare in patria al più presto; noi siamo qui per sensibilizzare l’intera Italia, la classe politica e le diplomazie affinché facciano presto”.

Per il Cocer della Marina militare e dei Carabinieri, presenti alla manifestazione, nessuno deve restare indietro. Il Cocer Interforze ha chiesto in merito un incontro con il commissario del governo Staffan De Mistura, al fine di avere notizie circa le condizioni dei due fucilieri. Inoltre, al fine di una tutela giuridica e fisica del personale comandato in analoghe missioni internazionali, è stato chiesto anche un incontro con il ministro della Difesa per comprendere se a distanza di due anni siano state prese le necessarie misure, inclusi eventuali trattati con Paesi Terzi, per evitare il ripetersi di tali gravi situazioni al personale. Si legge in una loro nota ufficiale: “L’impegno per farli tornare al più presto è un dovere morale per noi, ma lo deve essere soprattutto per il Governo del Paese.

Ricordiamo che i due colleghi, che hanno deciso di rientrare in India lo scorso marzo al termine della licenza, dimostrando alto senso del dovere e responsabilità, hanno salvato l’Italia da un’impasse internazionale che il Governo non era in grado di risolvere”. Anche l’organo di rappresentanza militare dei carabinieri ha voluto far sentire la propria solidarietà. Nella circostanza ha auspicato, “a nome dei carabinieri tutti, la pronta soluzione della vicenda, confidando in un serio, autorevole, decisivo e, possibilmente, rapido intervento delle istituzioni, le stesse, per capirci, che i due militari stavano rappresentando, con spirito di sacrificio, assoluta abnegazione, orgoglio di appartenenza, e sincero amor patrio, in pericolose acque internazionali e che, ancor oggi, non mancano di onorare col loro esemplare comportamento, degno delle più alte tradizioni militari”.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 10:58