I nuvoloni neri sulla politica italiana

Se è vero che sopra le nuvole c’è sempre il sole, purtroppo non si può parafrasare altrettanto per la situazione politica italiana. Più si avvicina il giorno del voto sulla decadenza di Berlusconi e più è cupo lo scenario politico. Ho sempre sostenuto che il Pd e il Pdl sono le stampelle che tengono in equilibrio l’attuale sistema politico, fatto di un bipolarismo bastardo, perché permette ad uno dei due poli di vincere, ma non di governare, per cui quello che capita in un polo determina quasi per osmosi lo stesso problema nell’altro polo.

L’attuale governo Pd–Pdl che doveva essere una rottura nel confronto del governo Monti, vissuto come un governo che ha commissariato la politica su mandato europeo nei fatti, non sembra distinguersi molto dal governo Monti. Il governo Letta è l’ultima chiamata di questo bipolarismo per l’entrata a gamba tesa del Movimento 5 Stelle, perché la sua presenza ha sconvolto questo equilibrio basato sull’alternanza dei due poli, obbligandoli a stare insieme. Non credo che gli attuali schieramenti abbiano compreso che la presenza dei grillini sia una profonda delusione dell’elettorato verso i due schieramenti, visto che il governo nei fatti è immobilizzato dai reciproci veti sulle grandi scelte che legittimerebbero un governo delle larghe intese.

Ormai tutto il sistema politico considera ineluttabile il tramonto dell’Era berlusconiana, cosa in sé comprensibile, anche solo per l’età, ma la cosa grave è che i partiti e i gruppi interni invece di fare scelte politiche per definire se stessi e dare risposte al Paese, si muovono in una logica attendista e di posizionamento aspettando che avvenga la decadenza di Berlusconi. Questo Governo fin dall’inizio è stato voluto dal buon senso di Berlusconi e di Napolitano, visto che la presenza del Movimento 5 Stelle ha impedito una reale alternativa tra i due poli, nonostante la caparbietà di Bersani nel voler fare un governo con i grillini.

Sarebbe stato logico che nei patti per la nascita del governo Letta, oltre gli aspetti di politica economica, si sarebbe dovuta concordare una soluzione politica per la situazione giudiziaria di Berlusconi, perché un governo Pd-Pdl non si può reggere votando politicamente, il Pd, la decadenza del leader del partito alleato di Governo, e non regge l’ipocrisia dell’autonomia di una magistratura che dal 1992 fa politica con le sue inchieste.

Oltretutto c’era l’opportunità che il Parlamento non si pronunciasse demandando il tutto alla Corte Costituzionale ed aspettando i tempi della giustizia, non era una soluzione tombale, ma almeno non si sarebbero fomentate le rispettive tifoserie. Il Pd ha fatto la scelta (anche per motivi congressuali) di dare ascolto al mostro giustizialista che ha creato e alimentato in questi vent’anni nel Paese, scaricando il problema sul Pdl, determinando questa singolare situazione tra lealisti e filo governativi.

Ormai il centrodestra come il centrosinistra sono in movimento e in ridefinizione, la destra si riorganizza sotto la bandiera di An sia per interessi economici che per una sopravvivenza elettorale e al di là dei contenuti economici e programmatici puntano tutto sull’identità nonostante la storia screditata di alcuni personaggi; il Pd è in attesa di scissione, appena si avranno segnali da parte degli scissionisti del Pdl, per quanto l’elezione di Renzi a segretario del Pd metterà in moto in modo silenzioso il suo rigetto da parte del corpaccione del vecchio Pci.

La nascita di Forza Italia punto 2 potrà essere l’inizio di questa nuova fase di mutazioni politiche, anche se qualche soluzione sarebbe possibile per evitare la scissione, dare l’appoggio esterno al governo facendo dimettere i ministri ed indicando dei tecnici di area Pdl o, evitando questa soluzione, obbligare il Pd ad accettare una camera di regia fatta dai capo gruppi che di volta in volta valutino in parlamento la fiducia.

Certo questa soluzione potrebbe evitare una scissione, ma credo che le volontà siano ben diverse, Berlusconi legittimamente non può accettare di stare al governo con coloro che lo odiano, Alfano e i governativi per posizionarsi avrebbero bisogno di tempo per consolidare la loro situazione e domani fare le liste con Letta che rompe, se rompe con il Pd, mentre Berlusconi e una parte del Pd per spezzare questo equivoco centrista vorrebbero andare alle elezioni subito. Mentre ognuno studia le mosse altrui, scaldano i motori due nuovi entry nel pantano politico con i loro movimenti, Alfio Marchini e l’ex ministro Corrado Passera, i quali potrebbero svolgere un ruolo di disarticolazione e ricomposizione nei confronti di un elettorato deluso dai vecchi politici che in questi 20 anni si sono alternati, ma se qualcuno pensa, decadenza o non decadenza, che Berlusconi sia finito penso che si dovrà ricredere.

L’uomo politico ha fatto molti sbagli, per tanti aspetti la sua antipolitica gli si è ritorta contro, essendo i filo governativi figli delle sue scelte come la non esistenza di un partito, nato e voluto vuoto che non ha saputo creare una classe dirigente radicata nel territorio, con leader locali; ma ciò non giustifica la persecuzione giudiziaria a cui l’uomo Berlusconi è stato ed è sottoposto, e credo che ogni sincero democratico non può non essergli solidale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44