Il risparmio italiano non piace ai tedeschi

Sul banco degli imputati finiscono nuovamente i risparmiatori italiani, rei a parere di Commissione Ue ed esperti tedeschi di sottrarre capitali all’impresa. Secondo gli esperti europei la propensione al risparmio aumenterebbe nelle società meno evolute, generando quei serbatoi familiari che poi permettono l’immobilizzo per antonomasia, ossia l’acquisto della casa. “Come disincentivare in Italia risparmio e conseguente investimento nel mattone?”, si domandano i signori dell’Unione Europea. È evidente che i tedeschi non afferrino quanto le aspettative reddituali siano deboli in Italia.

Ecco che nelle fasce poco agiate della popolazione si preferisce abbassare il livello della qualità della vita, risparmiare su cibo, vestiario e trasporti, considerando che ogni euro risparmiato sia di fatto un euro guadagnato. Ma nel nord e centro Europa non comprendono come mai l’italiano non riversi i propri sacrifici nell’impresa, nei titoli, nella Borsa, e invece finisca sempre per acquistare mattoni o pezzi di terra. È così da sempre: gli italiani sono un po’ come le chiocciole, non sanno vivere senza la propria casa. Va anche detto che il mercato dei titoli e quello delle imprese s’è dimostrato un pessimo investimento: non dimentichiamo che in Italia solo l’un per cento dei capitali truffati dall’ingegneria finanziaria è tornato nelle tasche dei risparmiatori. Così i beni immobili, per quanto tassati, rimangono l’unico investimento che non riserva sorprese.

Dai dati dell’ultimo studio dell’osservatorio sui risparmi delle famiglie italiane, redatto da “GfK Eurisko” e “Prometeia” emerge che, dopo il minimo storico dell’8,4% raggiunto nel 2012, la propensione al risparmio nel 2013 sarebbe aumentata di un punto percentuale, e nonostante la crisi. Sarebbero tre su dieci le famiglie italiane che destinano al risparmio la quota di reddito non usata per il consumo. Il risparmio sta aumentando perché è ormai cronica la diminuzione dei consumi: il livello troppo basso di reddito disponibile spinge ad accantonare. Così le famiglie preferiscono un proprio serbatoio finanziario sotto il mattone, piuttosto che lasciarsi convincere dai guadagni di borsa e altri investimenti finanziari. Prometeia prevede che, nel prossimo triennio, la parte di reddito che le famiglie destineranno al risparmio aumenterà ancora.

Le famiglie italiane reputano che, con l’uscita dalla recessione, il loro reddito disponibile s’incrementerà. Ma gli esperti europei d’investimenti e finanza temono non si tradurrà in una proporzionale crescita dei consumi, bensì in un aumento del flusso di risparmio tesaurizzato, quindi sottratto al gioco di volatilità dei mercati finanziari. Per i tedeschi, il Governo Letta dovrebbe condizionare le scelte finanziarie degli italiani, scoraggiando l’investimento immobiliare. È evidente che questa “moral suasion” possano chiederla solo alla politica italiana, infatti riuscirebbe arduo convincere l’Inghilterra a disincentivare la propensione al risparmio: la Gran Bretagna è rimasta nell’Ue con la sua sterlina, e chi la governa lascia da sempre i cittadini liberi di risparmiare o di investire. L’Italia è stanca di questi condizionamenti ed avverte ormai l’Europa come una trappola, un abito stretto, scomodo, troppo freddo o troppo caldo.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:09