
È stato necessario attendere le doppie decisioni del Tar (sulla data e su alcune liste escluse e poi riammesse) per avere il quadro definitivo delle liste e dei canditati che parteciperanno alle elezioni regionali in Basilicata (17-18 novembre). I lucani (480mila gli aventi diritto al voto) tornano alle urne a seguito delle dimissioni del governatore Vito De Filippo dopo l’inchiesta della Procura sullo scandalo dei rimborsi regionali che ha portato due assessori agli arresti domiciliari. Le indagini hanno rappresentato un vero e proprio tsunami politico per la Basilicata, governata da circa vent’anni dal centrosinistra.
De Filippo, ex Margherita e lettiano, era stato eletto governatore la prima volta nel 2005 e confermato nel 2010 quando con 202mila voti sconfisse l’esponente del centrodestra, Nicola Pagliuca, che non riuscì ad andare oltre il 28% dei suffragi anche per essere stato disturbato dalla presenza del movimento “Io amo l’Italia” di Magdi Allam che raccolse l’8%. Si fronteggiano ancora centrosinistra e centrodestra, ma con prospettive diverse. I pessimi risultati sul piano economico e sociale hanno creato molta insoddisfazione nella regione, una volta moderata e democristiana sotto l’ala protettrice di Emilio Colombo.
Gli scandali che hanno colpito in particolare gli uomini di potere hanno indebolito il centrosinistra e il sistema creato con l’occupazione dei posti chiave delle istituzioni. Il centrosinistra è guidato dal 51enne Marcello Pittella (Pd), fratello di Gianni in corsa con Renzi e Cuperlo per la segreteria nazionale del Partito Democratico. Giocatore di pallavolo, ha vinto le primarie di coalizione quando ancora vi faceva parte Sinistra Ecologia Libertà, che poi ha deciso di correre da sola. È appoggiato da Pd, Idv, Psi e “Realtà Italia”. Il centrodestra questa volta si presenta unito e compatto. Lo guida il senatore Salvatore Tito Di Maggio con una colazione composta da Pdl, Udc e “Laboratorio Basilicata”, che raccoglie esponenti di Scelta Civica, “Grande Sud” e Fratelli d’Italia.
“La partita è aperta – ha dichiarato il coordinatore provinciale del Pdl di Matera, Cosimo Latronico – perché la nostra offerta politica si sintonizza con la tradizione moderata e popolare della Basilicata, che fu interrotta nel 1995 da un patto di potere che ha portato a risultati pessimi sul piano economico e sociale. I lucani insoddisfatti hanno l’opportunità di cambiare”. Politicamente interessanti le presenze ufficiali del Movimento 5 Stelle con Piernicola Pedicini (anche se disturbato da una lista con il nome di Grillo) e dei Radicali-La Rosa nel Pugno con Elisabetta Zamparutti, fortemente voluta da Marco Pannella ed Emma Bonino. E proprio i radicali sono stati gli animatori della fase della presentazione delle liste quando hanno denunciato che il partito di Nichi Vendola aveva cambiato il presidente.
I pentastellati portano a Palazzo di via Verrastro la battaglia ambientalista anche alla luce degli accadimenti dopo il nubifragio nel metapontino, il cui territorio è stato devastato da pratiche di cementificazione selvaggia. La Basilicata va al voto con la vecchia legge elettorale non avendo modificato lo Statuto, quindi con turno unico (senza ballottaggi) con l’assegnazione dei 20 seggi (10 a Potenza, 6 a Matera e 4 del listino dai precedenti 30) su base proporzionale provinciale e un premio di maggioranza al partito o raggruppamento vincente. Il Presidente della Regione è eletto direttamente con il sistema maggioritario: vince chi riporta più voti.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51