
Il giurista Giancarlo Cerelli, specialista del tema dell’omofobia e critico sulla legge in discussione in Parlamento, vice-presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, è stato prima invitato e poi escluso dalla trasmissione “Domenica In” andata in onda domenica scorsa. Sull’episodio è intervenuto con una nota il sociologo torinese Massimo Introvigne.
Per il coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa si tratta di un fatto gravissimo, che chiama in causa la natura e la funzione del servizio pubblico, che viene meno alla sua vocazione pluralista. Cerrelli è escluso per la sua ferma e convincente opposizione a leggi sull’omofobia che introducano reati di opinione e impediscano di esprimere un giudizio sugli atti omosessuali non conforme al pensiero dominante. “Ci sono lobby che, su questi temi, vogliono lasciar parlare solo chi dà loro ragione, silenziando gli altri con metodi da regime totalitario – ha dichiarato Introvigne – Il fatto è tanto più grave perché non è isolato”. A Torino le pressioni e le minacce delle stesse lobby hanno indotto di recente una scuola cattolica, l’Istituto Faà di Bruno, a sospendere un’iniziativa di formazione privata, non aperta al pubblico, riservata ai genitori della scuola sul tema dell’omosessualità, per evitare di trasformare una riunione interna in una battaglia.
Sul tema è intervenuto tempestivamente anche l’Arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, con un suo comunicato, elogiando l’Istituto Faà di Bruno e chiedendo che “a nessuno sia consentito esercitare censure preventive” su chi ha diritto di prendere la parola e chi no su temi eticamente sensibili. Naturalmente non è in questione la ferma condanna di chi aggredisce, minaccia o insulta le persone omosessuali in qualunque contesto, per Introvigne, che è stato nel 2011 anche rappresentante dell’Osce, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa per la lotta al razzismo e alla xenofobia, oltre che alla discriminazione religiosa.
Ma questa doverosa condanna non può portare a tappare la bocca, accusandolo di omofobia, a chiunque sulla base delle sue convinzioni religiose o filosofiche, senza insultare le persone omosessuali e anzi professando nei loro confronti rispetto e accoglienza, esprima però l’opinione che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e in nessun caso possono essere approvati”. Espressione contenuta nel “Catechismo della Chiesa Cattolica” cui Papa Francesco ha di recente invitato a riferirsi sempre come allo “strumento fondamentale con cui la Chiesa comunica il contenuto intero della fede”. “Davvero deve essere imbavagliato e discriminato chi vuole solo ripetere in pubblico il Catechismo?”, ha concluso Introvigne.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:18