Trasferire Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco, dal Veneto all’Alto Adige? “Un’inutile provocazione”. Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, risponde così alla dichiarazione del nuovo leader della Sudtiroler Volkspartei (Svp), Arno Kompatscher, succeduto nelle ultime elezioni a Luis Durnwalder.
Cosa sta succedendo in Trentino Alto Adige dopo il cambio dell’Era Dellai-Durnwalder con la coppia Rossi-Kompatscher? Analizzando in profondità i risultati delle elezioni per le province autonome di Bolzano e Trento si ricava l’indicazione di una crescente difficoltà, nelle zone bolzanine, della minoranza di lingua italiana. La Svp, pur avendo vinto le elezioni con il 45,7% dei voti, non è riuscita ad ottenere la maggioranza assoluta come era invece avvenuto nel 2008. L’orientamento però dei nuovi vertici è quello di premere per espandere l’influenza sui territori vicini a partire da Cortina dove, osserva il successore di Durnwalder, “c’è la nostra stessa minoranza culturale”. A Bolzano il 42enne astro nascente della Svp ha fatto il botto elettorale, meglio anche di Luis Durnwalder che è stato alla guida della Provincia dal 1989, ed ora sembra voler impostare una politica espansionistica.
Il sogno dell’ala oltranzista della Svp e di altri partiti è stato sempre quello del Gran Tirol. Il Consiglio sarà composto da 17 esponenti dell’Svp , 2 del Partito Democratico, 6 della destra populista tedesca Die Freiheitlichen (quasi il 18%), 3 dei Verdi, 3 del Sudtiroler Freiheit, il movimento di Eva Klotz che ha puntato sulla secessione dall’Italia e che è salita dal 4,9 al 7,2% dei voti, uno di Forza Alto Adige-Lega Nord-Team autonomie , uno dei pentastellati anche lui però di lingua tedesca. Primo dato: il Partito Democratico non ha approfittato del crollo del centrodestra. Secondo elemento: ridimensionata la presenza di rappresentanti di lingua italiana, scesi da 8 a 5 per cui nella giunta a nove ci sarà un solo assessore provinciale di lingua italiana.
Il forte calo dell’affluenza alle urne ha favorito i poteri consolidati: il centrosinistra a Trento e la Svp a Bolzano dove Arno Kompatscher ha ottenuto 81mila preferenze e la cui presa di posizione su Cortina rafforza gli interrogativi sul perché gran parte della popolazione di lingua italiana non è andata a votare. Il nuovo leader altoatesino sta cercando di fare breccia anche sugli animi separatisti dei cortinesi, che nel 2009 promossero e vinsero il referendum per il distacco dal Veneto. Sul tasto dell’autonomia si muovono molte sollecitazioni e interessi. Ad alimentare le pulsioni ci ha pensato il consigliere regionale Sergio Reolon (Pd): “Se Kompatscher volesse venire a Roma con noi rappresentanti del Bellunese si potrebbe discutere di una Regione dolomitica che comprenda tre province autonome: Trento, Bolzano e Belluno”.
Se per complesse ragioni costituzionali e di accordi internazionali con l’Austria, Cortina non può staccarsi dal Veneto, le sirene dell’autonomia che ha l’Alto Adige suonano forte. “I loro incentivi sono una schifezza”, ha ripetuto in varie occasioni il governatore del Veneto, Lucio Zaia. “Si tratta di azioni di dumping - ha precisato - quando l’agenzia Business Location Sudtirol, controllata al 100 per cento dalla Provincia autonoma di Bolzano, decise di inviare una lettera ad un centinaio di aziende venete proponendo un contributo del 75% per l’affitto dei capannoni e l’azzeramento dell’Irap per 5 anni se si fossero trasferite in Alto Adige”.
Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:01