Su signori dell'Anm, siate buoni...

Signori dell’Anm, siate buoni: non continuate con questi vostri atteggiamenti, con queste vostre velate (?) minacce, con questi vostri appelli facilmente controvertibili. Su, per piacere, siate buoni, e iniziate ad indossare una toga più “trasparente”, più umana, meno politicizzata (almeno per i casi di certi vostri rappresentanti) e, perché no, anche più umile. Su signori dell’Anm, siate buoni e iniziate ad ammettere anche i vostri errori, i vostri ritardi e, mi si perdoni, anche qualche incapacità di alcuni dei vostri iscritti.

Perché è forse vero che “l'incandidabilità di chi è stato condannato in via definitiva a più di due anni, è una questione etica”, ma che dire delle vite, famiglie e carriere professionali distrutte da indagini rivelatesi poi veri e propri flop? È questione etica o cos’altro? Ai dottori Sabelli o Carbone farei volentieri leggere le motivazioni di una sentenza che sono stato costretto a leggere e sulle quali mi piacerebbe da morire conoscere il loro autorevole parere. Così si renderebbero conto, qualora sfuggisse loro (ma non credo), che certi loro colleghi calpestano e ridicolizzano (quando va bene) i diritti della difesa dell’imputato tirando fuori motivazioni al limite dell’inverosimile.

Su signori dell’Anm, siate buoni e rendete finalmente note le vostre posizioni (se faceste conoscere anche le vostre proposte sarebbe ancor meglio) in materia di abuso della carcerazione preventiva, tempi della giustizia, privilegi dei quali gode il vostro ordinamento, la mancata separazione delle carriere e l’assenza di una vostra responsabilità (almeno) civile. A quest’ultimo proposito, grazie ai radicali, si è costretti al secondo referendum popolare sull’argomento: vi sembra normale? Su signori dell’Anm, siate buoni e abbiate il coraggio di ammettere che qualcosa anche dalle vostre parti non funziona e che esistono quegli “eccessi mediatici” che di certo bene non fanno alla vostra categoria.

Ammettendo pure che la vostra non sia una categoria “piegata a scopi politici” (per la gran parte dei casi è certamente così), vi sembra normale che voi continuiate a parlare di “attacchi scomposti alle sentenze”? È mai possibile, cioè, che nessuna sentenza possa mai “puzzare di bruciato”? Anche perchè, dai vostri ambienti, sono pervenuti soggetti alla Di Pietro, alla De Magistris, alla Ingroia: la giustizia “non è uno show né un carro di Carnevale: sono indispensabili silenzio e meditazione”. Su signori dell’Anm, siate buoni…

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:06