L'edulcorenzi bipolare e le praterie nichiliste

Matteo Renzi cavalca sulle desolate e nichiliste praterie di sinistra e lancia proclami sognando di arruolare Sinistra Ecologia Libertà e quel che rimane di Scelta Civica, alla Camera, per fare una legge elettorale fatta solo a colpi di maggioranza. Sogna un bipolarismo dolce per un governo dinamico che certamente non piacerà ai diabetici.

Certamente Renzi non conosce le regole, ma soprattutto non ha cognizione che un sistema elettorale è solo uno strumento e non un fine, e per me il fine è e resta il bipolarismo, non quello “alla Renzi” ma quello che può realizzarsi anche con coalizioni contrapposte, anche adottando un sistema proporzionale per raggiungere il massimo dei consensi al proprio interno.

Il candidato alle primarie del Partito Democratico forse non ricorda Giolitti, anche perché non è un attaccante della Fiorentina, che al tempo dello squadrismo diceva: “C’è chi rompe le teste per governare e chi preferisce contare le teste sempre per governare”. Cincischiare in Parlamento sulla riforma elettorale e proclamarla come necessaria e urgente nelle vellutate sale degli incontri radical chic è solo uno sciopero contro i cittadini che non possono esprimersi sulla forma di Governo a loro gradita.

Il sindaco di Firenze si sente di avere la vittoria in tasca ma allo stesso tempo teme di perdere all’ultimo giro, così com’è successo prima a Occhetto e poi a Bersani. Alla sinistra non importa garantire l’oggettiva rappresentanza del Paese, ma la spartizione del potere per il loro uso e consumo. Ora bisognerà far capire agli elettori del centrodestra e di Forza Italia che il Pd è un turbinio di contraddizioni popolato da personaggi che da un lato combattono per il Re di Prussia e dall’altro si sono stancati di “fare i pali della vigna”. Che non bastano sermoni alla Obama senza un programma condiviso o lunghe file ai seggi fittizi delle primarie.

L’impressione è che Renzi sia solo una mongolfiera che si gonfia e si sgonfia a forza di slogan a volte banali. Altrimenti diventa difficile comprendere il latente panico di contarsi che serpeggia dalle parti del Nazzareno e di verificare la consistenza effettiva di Renzi e della sua “band”. Gira e rigira, a sinistra non interessa nulla del Paese e delle sue aspettative in quanto permane il collaudato collante dell’antiberlusconismo, strumento utile unitamente all’eliminazione per via giudiziaria degli avversari che soddisfa tanti militanti obbedienti capaci solo di negare la realtà.

Del resto è inutile chiedere coerenza a chi fa della doppiezza un’arma politica. Dall’altra parte si deve imprimere un colpo di reni per sensibilizzare gli elettori delusi, riconquistare gli indecisi, cercare di far cogliere le contraddizioni della sinistra, chiamare tutti a dare sostegno a chi ha fatto della libertà il credo per mandare avanti questo Paese. L’importante è difendere la libera espressione del consenso nell’“incerto destino dell’urna”, come diceva Orazio.

Aggiornato il 05 aprile 2017 alle ore 11:05