
La situazione italiana è talmente complessa che i vari commentatori politici c’illustrano situazioni di ritorno alla Prima Repubblica o al sistema presidenziale mediante la riforma della Costituzione. Una corrente di pensiero ci ripropone la rinascita di una forma di Democrazia Cristiana grazie all’intesa Letta–Alfano, che a sua volta dovrebbe cogliere consensi sia dal Popolo della Libertà che dagli ex Dc che stanno nel Partito Democratico.
Che questa Seconda Repubblica sia fallita è sotto gli occhi di tutti, non solo sotto l’aspetto economico e sociale, ma principalmente nella sue capacità di governare, di realizzare maggioranze omogenee e con una identità politica e valoriale definita e coerente agli occhi degli elettori. Non è un caso che nel senso comune il detto grillino Pdl più Pdsenzaelle trova consenso ed è motivo di derisione da parte dei cittadini. Una larga maggioranza del Paese non si sente più rappresentata dai partiti e dai movimenti della Seconda Repubblica, perché ormai li percepiscono lontani dagli interessi del popolo e al sevizio del potere bancario, finanziario ed eurotecnoburocratico oltre che delle caste locali.
In questo quadro desolante stiamo assistendo all’operetta del congresso del Pd, dove lo scontro interno è tutto autoreferenziale della burocrazia interna senza un minimo di confronto sui contenuti economici, sociali e istituzionali. La vecchia nomenklatura mette in campo volti giovani dai contenuti incomprensibili, dove il verbo rinnovamento è inteso come giovanilismo. Il Pdl vive la contraddizione della mancanza di una vera classe dirigente per cui, con il tramonto del berlusconismo, emergono clan più o meno autoreferenziali che pensano al dopo Berlusconi, ma anche loro vengono percepiti asserviti e similari ai poteri forti.
Si intravedono manovre per riorganizzare la vecchia Dc, ma non credo che ciò possa avvenire per come l’abbiamo conosciuta. Letta , Alfano, Casini, Monti e Renzi, al di là dei loro diverbi di maniera, difficilmente potranno essere la nuova Dc, al massimo il nuovo partito dei conservatori in rappresentanza dei poteri forti. Il Pd nell’eventualità di questo scenario corre il rischio di dividersi con l’anima cattolica che corre verso Letta e l’anima ex comunista che si riunisce con Sel. Se questo scenario dovesse realizzarsi, rimarrà un grande spazio vuoto che è quello di una sinistra laica e democratica che era rappresentata dai socialisti.
Dovrebbero essere i socialisti a riempirlo, ma credo che ciò ormai sia impossibile non tanto perché mancano i socialisti sparsi, ma perché le classi dirigenti dei socialisti della diaspora hanno dimostrato di non essere all’altezza per l’alto tasso di personalismo, individualismo, opportunismo e litigiosità. Ormai solo una nuova generazione di socialisti può tentare quest’avventura rielaborando i vecchi valori del socialismo democratico con il liberalismo in una società globalizzata, dove l’uguaglianza è coniugata con il merito, la libertà con la responsabilità e la solidarietà con l’opportunità. Anche una nuova classe dirigente necessita, per potersi realizzare, di una leadership che voglia prendere in mano e sollevare lo stendardo socialista.
Ad oggi non si sa cosa vuole fare Alfio Marchini; è certo che ha iniziato un percorso che lo porterà a costituire un partito, ma i contenuti e i valori di riferimento sono ancora poco percettibili. Il suo impegno a candidato sindaco di Roma, oltre al successo ottenuto, ha messo in evidenza un pragmatismo che non si vedeva da tempo, il suo non scegliere al secondo turno ha dimostrato un’abilità a schivare le tentazioni del potere facile.
Certamente per la sua storia personale è un uomo di sinistra, ma non organicamente comunista; ha dimostrato di non cadere nella trappola di destra e sinistra che oggi sono etichette identitarie vuote, perché dentro ognuno di questi schieramenti c’è di tutto e l’opposto che convivono solo per vincere, ma poi sono condannati all’impotenza di governo. Ecco, sì, c’è una grande prateria di persone e valori che cercano una rappresentanza che sappia interpretare in modo moderno valori antichi e universali.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:47