Cambia il vento in Val di Susa

Quello che doveva essere un incontro personale del ministro per lo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, con alcuni imprenditori della Valle di Susa - che lo avevano invitato in occasione della sua visita a Torino - si è trasformato ieri pomeriggio in un’occasione più ampia di incontro fra il ministro, i presidenti della Regione Cota e della provincia Saitta con istituzioni e imprese della Valle e i loro rappresentanti delle associazioni di categoria.

Ospite Patrizia Ferrarini, presidente dell’Ascom di Susa e titolare dell’Hotel Napoleon di Susa dove da alcuni mesi alloggia un reparto di carabinieri impegnato in ordine pubblico al cantiere di Chiomonte: “La mia idea era solo quella di far incontrare il ministro ai miei dipendenti, ma poi la cosa è cambiata. E ben venga”. Così mentre fuori un gruppo di una quarantina di NoTav e di aderenti al circuito di imprese “etiche” dell’associazione Etinomia, vicine al movimento protestava, la Ferrarini ha potuto illustrare al ministro un pacchetto di proposte concrete: “Quattro cose da fare subito con il Governo per la Valle di Susa”. Per prima cosa si è chiesto di prendere atto che “l’aria sta cambiando e che a Susa chi non si oppone all’opera ha cominciato ad esprimersi pubblicamente”, apprezzando il lavoro delle forze dell’ordine.

Si chiede così di riconoscere pienamente all’area di Susa il ruolo logistico di città dei servizi che le compete, “rimuovendo gli attuali vincoli di ordine pubblico sugli accessi al cantiere di Chiomonte che non permettono di dare pieno corso al modello francese della “Démarche Grand Chantier” - prevista anche da una legge regionale - e consentire così alle maestranze, al personale di sicurezza e alle loro famiglie di essere ospitate prioritariamente in strutture ricettive e alloggi privati e di servirsi degli esercizi locali per la ristorazione”.

Il secondo punto riguarda il trasporto pubblico locale e si chiede, “in sinergia con Trenitalia e la Regione Piemonte, di rimuovere ogni elemento di negatività sui pendolari della linea storica Bardonecchia-Torino, garantendo per qualità del servizio il modello avuto nel corso delle Olimpiadi di Torino del 2006. ”Il ripetersi di pesanti ritardi, la scarsa qualità ed efficienza del materiale rotabile, sono facile argomento strumentale per gli oppositori all’opera. L’equazione “miliardi per la Tav/miseria per i pendolari” è infatti fin troppo facile da utilizzare per gli oppositori della stessa. Su questo tema ha risposto il presidente Cota, spiegando la causa di alcuni episodi recenti e garantendo l’impegno nel far rispettare il contratto di servizio a Trenitalia.

La Ferrarini ha poi ancora chiesto al ministro di consentire ai 39 Comuni e alle costituende Unioni di Comuni della Valle di Susa di derogare al Patto di Stabilità in materia di spese per investimenti “qualora gli stessi siano soggetti al vincolo nonostante le ingenti risorse di cassa”, provvedimento che consentirebbe di dare il via ad opere già previste e immediatamente cantierabili, favorendo le imprese locali in sofferenza. E infine si è chiesto di “avviare e supportare un programma di comunicazione strutturato sia sul piano locale che verso i media nazionali attivando anche un media relation center con risorse locali in Valle”, per ridurre gli effetti della mancanza di una comunicazione strategica sull’opera.

Cosa che ha consentito nel tempo ai NoTav di sedimentare una massa di informazioni false e negative, ridondate anche da “testimonial” e media nazionali. E che supporti anche i media esterni nel poter diffondere informazioni corrette sulla Valle stessa, la cui economia, in particolare quella turistica, ha subìto danni enormi da un’informazione spesso distorta e superficiale. Le imprese hanno anche chiesto nel medio termine al Governo di cogliere l’occasione offerta dalla costruzione della Nltl e “sperimentare un nuovo modello di approccio alla realizzazione delle grandi opere quale occasione di riconversione urbanistico-economica dei territori e sviluppo di strategie durevoli e sostenibili per l’occupazione e la formazione, utilizzando al meglio i fondi strutturali europei 2014-2020”.

A queste proposte il presidente Cota ne ha aggiunto un’altra fondamentale e strategica per favorire l’insediamento di nuove imprese e l’economia di quelle esistenti, compresi gli impianti sciistici: “La Valle di Susa energeticamente sarebbe autosufficiente e con energia da rinnovabili, produce infatti con le diverse centrali idroelettriche che ha sul suo territorio migliaia di GigaWatt/anno. Noi chiediamo che per questo territorio si possa avere un prezzo dell’energia elettrica inferiore del 30%, in modo da essere competitivo con i vicini francesi”.

Tema ripreso anche dal commissario di Governo per la Torino-Lione, Mario Virano, che ha ricordato come nei prossimi anni verrà posizionato il nuovo cavidotto che porterà in Italia gran parte dell’energia acquistata in Francia e che sarà in parte derivata sui cantieri: “Ci sarebbero tutte le condizioni – trovando l’accordo politico con il Governo – per creare questa opportunità”. Virano ha anche ricordato che è sul tavolo dell’Osservatorio governativo l’idea di utilizzare parte dei fondi diretti delle compensazioni “non per opere pubbliche inutili e ridondanti, ma per cofinanziare i progetti di ampio respiro e area vasta attingendo ai fondi strutturali europei di prossima programmazione”.

Il ministro Zanonato – dopo aver preso atto delle richieste e invitato a quantificare in termini economici il costo annuo di questo “sconto energetico” insieme alle strutture del ministero, ha iniziato il suo intervento ricordando come “una delle cose fondamentali che va spiegata è che il progetto della Torino-Lione ha subìto, in seguito al dialogo con gli enti locali, una profonda trasformazione e impatta sull’ambiente in modo estremamente ridotto”, ma anche come la percezione che i media hanno dato all’esterno della situazione della Valle è che “i residenti siano tutti contrari, cosa che non è affatto vera”. Zanonato ha anche ricordato come “democrazia vuol dire che i livelli legittimi di Governo debbano poter decidere” e che - se il dissenso è legittimo - “non si può impedire per ideologia che nessuna opera importante venga fatta in danno dell’economia di tutto un Paese.

Per questo è necessario lavorare per far sì che l’opinione pubblica possa avere una informazione corretta. Agli imprenditori – ha concluso – voglio dire che lo Stato è con loro. Noi siamo per quest’opera perché è un’opera di ammodernamento del nostro sistema di trasporti”. E al dibattito – mentre fuori sventolavano una ventina di loro bandiere – hanno potuto partecipare due NoTav – un’insegnante, Doriana Tassotti “pasionaria” segusina, e Riccardo Goghero, imprenditore locale e vicepresidente di Etinomia, il quale ha ribadito il concetto che “la Tav è un’opera devastante imposta dallo Stato” e che “centinaia di scienziati come il meteorologo Luca Mercalli e professori universitari ritengono che l’opera sia dannosa e ingiustificata”, chiedendo di sospendere i lavori e “costituire una commissione scientifica e indipendente di valutazione dell’opera”.

Nel 2014 a Susa e in quasi tutti i comuni della Valle si vota. Sarò un momento strategico per il fronte del “No” e la cui battaglia non è certo finita, ma il clima è effettivamente cambiato e l’azione puntuale della Procura di Torino nel perseguire i reati sembra aver sortito l’effetto di scoraggiare molti a farsi coinvolgere dai più politicizzati. Quello che è davvero importante è che molta gente quando passa davanti all’hotel che ospita i carabinieri stringa la mano a quei ragazzi in divisa ringraziandoli per il lavoro che fanno, e che e lo stesso accada quando in borghese, fuori servizio, frequentano i locali della cittadina. Il vento fa il suo giro. Prima o poi anche in Val di Susa.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:44